categoria: sopravvivenza, acqua
La ditta SIC di Roma aveva prodotto
un interessante strumento di sopravvivenza: il distillatore solare DSA Airborne
che utilizzava il principio della evaporazione e successiva condensazione per
separare l’acqua pura dalle sostanze disciolte nell’acqua marina.
La sorgente di calore era il Sole,
mentre la condensazione avveniva sulle superfici interne del distillatore.
Il distillatore DSA si presentava
in forma di cono con una larga base di appoggio gonfiabile, per consentire una
posizione stabile sulla superficie del mare o a terra.
Quando era ripiegato il
distillatore DSA aveva un ingombro di circa 35 x 25 cm e un’altezza di 3 cm; aperto
e operativo, le sue misure d'ingombro erano le seguenti: altezza circa 50 cm. e
diametro alla base circa 85 cm. Il peso a vuoto era pari a circa 500 gr.
II funzionamento
di tale distillatore era molto semplice: si provvedeva innanzitutto a gonfiare
la base, utilizzando la bocca o la pompa manuale in dotazione ai gommoni. In
seguito si riempiva la sacca-deposito
con acqua di mare, almeno quattro litri e
mezzo; il
manufatto si collocava sulla superficie del mare oppure sulla spiaggia
o
a bordo del battello.
In pieno Sole la produzione di acqua
distillata iniziava entro un’ora, con una resa anche di un litro e mezzo
nelle
ore diurne, ma il distillatore continuava a funzionare parzialmente nelle
ore
notturne, condensando il residuo vapore formatosi durante la giornata.
Le goccioline d'acqua scorrevano lungo
la parete interna del cono e si raccoglievano in un canaletto che girava
intorno all'anello circolare alla base e poi, attraverso un tubo, in un
sacchetto di raccolta.
L’apparecchio in questione mi
risulta che funzionava abbastanza bene in condizioni statiche, appoggiato sulla
spiaggia, ma in mare, il moto ondoso creava grossi problemi.