sabato 18 aprile 2015

La scabbia

Categoria: medicina, malattie infettive

CENNI CLINICI E EPIDEMIOLOGICI

La scabbia è una dermatosi parassitaria provocata dall’acaro Sarcoptes scabiei, piccolo artropode che misura 0,40 x 0,25mm; non comporta rischi per la vita, ma il prurito grave e persistente e le infezioni secondarie possono essere invalidanti.
L'acaro della scabbia è un parassita umano obbligato: il suo ospite naturale è cioè l'uomo, al di fuori del quale sopravvive solo pochi giorni specie a temperature inferiori ai 20°.
Il ciclo biologico del parassita, da uovo a larva ad individuo adulto, si compie in circa 20 giorni.
Il contagio è prevalentemente interumano diretto (stretto contatto: dormire nello stesso letto; rapporti sessuali) più raro il contagio indiretto (contatto con indumenti, lenzuola, bagni usati dalla persona infetta).
Il periodo di incubazione dura da pochi giorni ad alcune settimane.

Negli ultimi anni si è assistito ad un incremento dei casi di scabbia nei pazienti immunocompromessi (in particolare affetti da HIV), con numerosi casi di trasmissione al personale sanitario, pazienti e familiari.
L’infezione all'interno di un ospedale avviene per contatto cutaneo con persone affette da tale malattia (anche per breve periodo), specialmente durante i compiti che richiedono la cura del paziente: bagno, trasporto, applicazioni di lozioni al corpo.
La trasmissione per contatto casuale non avviene frequentemente (es. tenere le mani del paziente, toccare vestiti o lenzuola)
La corretta applicazione delle misure di prolassi igieniche ed ambientali da parte del personale che assiste i paziente affetti da scabbia (o sospetti) riduce la diffusione dell'infezione.

Nelle persone anziane, debilitate immunocompromesse (neoplasie, infezioni da HIV, trapianti d’organo), si può verificare la cosiddetta scabbia norvegese, forma rara e atipica dal punto di vista clinico, caratterizzata da un'estrema abbondanza di acari a livello delle lesioni e e conseguente alta contagiosità che causa vere e proprie epidemie negli ambienti in cui si verifica.

Una immunosoppressione localizzata, trascurata da molti, sanitari compresi, deriva dall’uso estremamente diffuso e spesso incongruo, di cortisonici topici.

MODALITA’ OPERATIVE

Sintomatologia

Prurito intenso, generalizzato (ma con risparmio di alcune sedi) e prevalentemente notturno; eruzioni cutanee.
Si ritiene che l’imponente proliferazione dei parassiti, in taluni casi, sia legata ad una inibizione dello stimolo del prurito e di conseguenza del grattamento.
Grattare vigorosamente la cute, pur causa di soprainfezioni batteriche, determina la distruzione dei canalicoli sottocutanei fatti dagli acari e la loro eliminazione.
L'eruzione cutanea è costituita da cunicoli scabbiosi, vescicole perlacee ed altre lesioni, accompagnate da quelle causate dal grattamento (soprainfezioni batteriche: papule, noduli, escoriazioni e croste).
La localizzazione delle lesioni è caratteristica: superfici laterali delle dita e spazi interdigitali, regioni flessorie dei polsi ed estensorie dei gomiti, pilastri ascellari, ombelico, glutei, genitali nell'uomo, capezzoli ed areole mammarie nelle donne. Il capo ed il collo, le palme delle mani e la pianta dei piedi sono generalmente risparmiate.

La scabbia non compromette lo stato generale, ma può persistere cronicamente. Le complicanze sono rappresentate dalle sovrapposizioni batteriche legate al grattamento o le reazioni eczematose dovute all'uso prolungato di farmaci antiscabbia.

Terapia

La terapia è esclusivamente locale; se ben condotta permette di ottenere la guarigione in pochi giorni.
Manca uno schema di trattamento standardizzato. E’ opportuno trattare anche i soggetti che dormono assieme al paziente e le persone a stretto contatto o conviventi con l’ammalato, anche se apparentemente sani.

Il farmaco topico più efficace e meglio tollerato è la permetrina (Nix crema liquida 5%) utilizzabile anche su bambini e donne in gravidanza o allattamento, perché il farmaco non è assorbito dalla cute.
La permetrina si applica su tutta la superficie del corpo, capo e collo esclusi, dopo un bagno caldo e una energica spazzolatura delle lesioni al fine di aprire i cunicoli. Il farmaco si applica la sera, per due sere consecutive, lasciato per tutta la notte e lavato con acqua e sapone il giorno successivo; è opportuno ripetere l’applicazione a distanza di 7 giorni per aspettare la schiusa delle uova eventualmente sopravvissute al primo ciclo di terapia.

Il Benzoato di benzile pomata al 25% si applica sul corpo per 12/24 ore, 2 cicli di 4 giorni intervallati da 7 giorni di pausa. Il benzoato deve essere diluito al 10% nei bambini.
La terapia è efficace, ma causa frequentemente irritazione cutanea.
L’applicazione della crema va effettuata la sera, dopo un bagno caldo, dopo aver grattato le lesioni con uno spazzolino. La crema deve essere applicata su tutta la superficie cutanea, esclusa la testa, comprese le pieghe ascellari ed inguinali e lo spazio sotto le unghie; le unghie vanno tagliate corte e lo spazio sub-ungueale va spazzolato con cura in quanto fonte importante di diffusione dell’acaro.

Il prurito può persistere anche per 2 settimane dopo la terapia. In caso di persistenza dei sintomi oltre tale periodo occorre considerare varie possibilità:
· fallimento terapeutico per resistenza al farmaco o per errata applicazione dello stesso (ripetere il trattamento con un prodotto alternativo)
· reinfestazione (dai conviventi o dalla biancheria non adeguatamente trattati)
· insorgenza di una dermatite allergica
· la cross-reazione (reazione crociata) con gli antigeni degli acari ambientali
· presenza della scabbia crostosa o norvegese, che compare di solito nei soggetti immunodepressi o defedati, caratterizzata da una dermatite generalizzata desquamativa.

Profilassi Antiparassitaria e Misure Igieniche

Il malato di scabbia deve essere trattato con apposita terapia ed isolato per almeno  24 ore dall'inizio del trattamento (cioè separato da tutte le altre persone ad eccezione di coloro che lo assistono).

Chi presta assistenza ai malati di scabbia certi/sospetti deve essere dotato di appositi DPI (dispositivi di protezione individuali), ovvero guanti e camici monouso con manica lunga ed elastico sui polsi, da indossare sopra la divisa ordinaria.

Per l'ambiente in generale non sono necessari interventi di disinfestazione, ma è indispensabile una accurata pulizia dei locali e degli arredi con i comuni detergenti. La detersione deve essere seguita da risciacquo e asciugatura.

Il parassita non può vivere più di 4 giorni al di fuori dell’ospite, ma la trasmissione attraverso gli indumenti e lenzuola si può verificare dopo intervalli più lunghi tramite le uova.

La biancheria personale e del letto, usata dal malato, deve essere trattata mediante lavaggio in lavatrice ad alte temperature (60°/70°) tutte le mattine per la durata del trattamento. La biancheria e gli effetti letterecci, che non possono subire questo trattamento, devono essere messi da parte, in confezione chiusa (es. in sacchetti di plastica), fino ad una settimana e poi lavati a secco.

per disinfestare la casa (materassi, divani, poltrone e pavimenti) è consigliabile l’uso di strumenti a getto di vapore ad alta temperatura (es: vaporella).

venerdì 17 aprile 2015

foraging

categoria: alimentazione, raccolta piante a scopo alimentare

Il foraging è una pratica che risale agli albori dell’umanità, quando quando l'uomo primitivo raccoglieva i frutti della natura a scopo alimentare: frutti veri e propri, radici, foglie, muschi e cortecce di alberi. Sono moltissimi gli elementi commestibili e dotati di ottime proprietà nutritive a disposizione della nostra dieta, ma nel tempo, abbiamo perso questa conoscenza della natura e mangiamo solo alcune piante coltivate, sicure magari, ma forse meno gustose di quelle selvatiche, come confrontare il sapore di quelle fragolone acquose del supermercato rispetto alle fragoline di bosco raccolte durante una gita in campagna.
Il termine foraging deriva dal mondo animale, e dalla capacità che hanno molte specie selvatiche di riconoscere le risorse di cibo spontaneo che la natura offre.

domenica 12 aprile 2015

coltello multifunzione

categoria: coltello, survival



Questo coltello in acciaio inox mi segue nelle uscite in kayak in mare, ma lo prenderei in considerazione certamente anche per uso sopravvivenza: è leggero, robusto, ha una impugnatura confortevole, resiste bene all'ossidazione (trascurato nella sacca a fine stagione mostrava una piccola ossidazione, ma una breve passata con la carta abrasiva ha risolto il problema), serve per svitare dadi di varie misure, è un efficiente apribottiglie e apriscatole e può essere facilmente fissato ad un'asta di legno per trasformarla in una lancia. Il costo è minimo rispetto a lame più blasonate e quindi si può usare senza tanti rimpianti o paure.
La custodia è semplice, funzionale, resistente, ma non può accogliere l'impugnatura se viene rivestita con un cordino; in genere fisso un cappio di sicurezza all'ultimo foro del coltello da legare al polso per non perderlo quando sono in acqua o lo rendo inaffondabile fissandolo a un vecchio galleggiante recuperato da una rete da pesca trovata sulla spiaggia.