categoria: pronto soccorso
Le piccole lesioni cutanee
La
cura delle piccole lesioni cutanee passa attraverso tre fasi:
- detersione e la disinfezione
- la fasciatura
- il monitoraggio
Il
primo intervento: la detersione e la disinfezione
E
necessario procedere subito alla detersione, operazione non sempre
compiuta nella maniera adeguata.
La
detersione, oltre a rimuovere i detriti esterni e gli agenti
infettivi entrati in contatto con la cute lesa,deve anche
rimuovere l'eventuale tessuto necrotico attorno alla ferita che
favorisce la proliferazione dei batteri e ostacola
la naturale evoluzione dei processi di cicatrizzazione. In
pratica si tratta di lavare bene la ferita con abbondante acqua
fisiologica o, in sua assenza, con acqua corrente e sapone, ponendo
attenzione a rimuovere anche i detriti e i tessuti necrotici più
interni.
Una
volta eseguita la pulizia della ferita si procede alla disinfezione
con agenti antibatterici che ha lo scopo di ridurre la carica
batterica in eccesso.
Le
più usate sostanze ad azione antisettica sono:
- agenti ossidanti (acqua ossigenata)
- alogeni (cloro e iodio)
- derivati dei metalli pesanti
Secondo
intervento: la fasciatura
La
fasciatura impedisce che la ferita entri in contatto con l'esterno e
subisca una contaminazione, consentendo al soggetto di svolgere le
attività quotidiane.
I
bendaggi più occlusivi da sostituire dopo alcuni giorni sono
impiegati per le zone sottoposte a sollecitazioni o difficili da
monitorare.
Una
medicazione più leggera è da preferire per le zone più facili da
monitorare; la sostituzione giornaliera consente un controllo agevole
della ferita e l'eventuale disinfezione.
In
caso di produzione di essudato, sono consigliate garze umide (a
base di idrocolloidi, idrogel o alginati) che evitano alla garza di
aderire alla ferita e riducono la sensazione di dolore durante la
sostituzione. le garze umide creano inoltre un ambiente ideale
per la guarigione della ferita.
Nel
caso di una ferita procurata da un oggetto a punta entrato in
profondità, il bendaggio non è necessario perché la ferita ha
un'estensione superficiale molto limitata. Con queste ferite aumenta
però il rischio di infezione perchè è difficile effettuare una
corretta detersione e disinfezione.
Il
monitoraggio
Il
monitoraggio della ferita è fondamentale per cogliere sul nascere i
segni di un'eventuale infezione ed intervenire al
momento opportuno.
I
sanitari sanno che non è possibile (e nemmeno necessario) garantire
attorno alla ferita l'assenza assoluta di batteri. Una certa carica
batterica, sempre presente in condizioni normali, generalmente non
prolifica in modo tale da dare luogo a fenomeni infettivi;
l'importante è operare in modo da non alterare l'equilibrio
batterico e permettere la loro moltiplicazione incontrollata.
L'errore
comunemente fatto dalle persone che curano una ferita in casa è
disinfettare continuamente le ferita o applicare pomate antibiotiche
anche in assenza dei segni dell'infezione, cercando di tenere la
ferita assolutamente sterile, ovvero priva della presenza di
qualsiasi forma batterica. Operando in questo modo con disinfettanti
ed antibiotici si va incontro a dei problemi:
- l'uso eccessivo di disinfettanti conduce a irritazioni locali
- attraverso le ferite, in particolar modo quelle estese, i disinfettanti possono essere assorbiti in grandi quantità e dare tossicità sistemica
- gli antibiotici utilizzati a livello locale a scopo “preventivo” stimolano la resistenza batterica, nascondono i segni di un'eventuale infezione e rendono più difficile il monitoraggio della ferita, anche a causa della colorazione della crema
Gli
antibiotici si rivelano essenziali solo se assunti per via sistemica
e solo in caso di infezioni di una certa entità.
Al
cambio della medicazione, è sufficiente pulire la ferita con una
garza imbevuta di acqua fisiologica, con la quale rimuovere
l'eventuale accumulo di tessuto necrotico. Solo alla presenza dei
primi sintomi di infezione è utile applicare un disinfettate o una
pomata antibiotica.
Per
monitorare la situazione occorre avere presente i differenti stadi
con cui evolve un'infezione. Quando i segni sono pochi e
riconducibili a un leggero odore, presenza di limitato dolore e
scarso essudato, l'infezione è al suo primo stadio ed è
sufficiente l'impiego di un antimicrobico liquido per
scongiurare la sua progressione. Quando, invece, i segni
progrediscono, dando luogo
a dolore più intenso ed essudato più evidente, può essere utile
fare seguire al disinfettante liquido l'applicazione di un
antibiotico in pomata. Alla comparsa di pus, gonfiore e calore
localizzato si è invece di fronte al terzo stadio dell'infezione,
dove la gravità della situazione inizia
a richiedere l'intervento del medico per valutare l'opportunità di
una terapia antibiotica sistemica.
Normale evoluzione di una ferita |
CONSIGLI
Le ferite da punta
Le cosiddette "ferite da punta" sono le più soggette a infettarsi.
Risulta, infatti, impossibile detergerle e allontanare lo sporco che, attraverso l'oggetto appuntito, ha la possibilità di insediarsi in profondità. Inoltre, quando il corpo estraneo rimane all'interno della cute, le possibilità di un'infezione aumentano esponenzialmente.
Il primo sintomo di un'infezione è il dolore localizzato, che generalmente appare uno o due giorni dopo la ferita.
In seguito, il dolore peggiora e la parte si arrossa, diventa tumefatta e può formarsi del pus. Queste ferite non vanno mai sottovalutate.
II
rischio di tetano
Quando
le ferite si generano dal contatto con oggetti sporchi o in ambiente
particolarmente contaminato come l'asfalto pubblico, è il caso
di verificare che la persona sia coperta dalla vaccinazione contro il
tetano.
Il
tetano è una malattia causata dall'esotossina prodotta dal
Clostridium tetani che può avere esiti fatali nel 20% dei casi.
In
Italia, a seguito della vaccinazione obbligatoria introdotta già da
diversi anni, i casi che si registrano annualmente non superano le
cento unità e riguardano molto spesso donne anziane mai vaccinate in
passato.
Ma
anche chi è stato vaccinato deve verificare di essere in regola con
i richiami antitetanici, che devono essere fatti ogni 10 anni.