categoria: coltelli
La baionetta tuttofare
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baionetta russa |
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baionetta Extrema Ratio e particolare che illustra la funzione taglia-fili |
Alle
nuove generazioni, ormai assuefatte alla bomba atomica, i missili
intelligenti, i droni e i sistemi di guerra chimico-biologici, la
baionetta può sembrare un oggetto anacronistico privo di qualsiasi
valore bellico, un “pezzo da museo”, eppure questa lama resterà
ancora per molto tempo a fianco del fante moderno, perchè tutti gli
eserciti ritengono utile mantenere nella dotazione dei loro soldati
un semplice e “primordiale” attrezzo quale la baionetta, ormai
sempre più simile a un coltello.
Il
testo seguente è un capitolo tratto dal libro “Baionette Italiane
,1814-1991” “Editoriale Olimpia di Cesare Calamandrei.
Baionetta
Tuttofare
Al
di là dell'immagine romantica e risorgimentale della baionetta tesa
in avanti sui fucili dei fanti piumati, dei granatieri, al di là
delle apoteosi, delle simbologie più o meno banali, nella realtà
del semplice fante, umile e sconosciuto, la baionetta assunse ruoli
totalmente diversi, contrapposti all'iconografia ufficiale. E ben ne
ha riassunti gli aspetti il Generale Vittorio Luoni in una gustosa
pagina del suo diario del periodo passato in Russia, tratta dalla sua opera «Un anno sul fronte russo», pubblicato a cura della Rivista Militare.
Per
il fante, la baionetta era un attrezzo polivalente che sopperiva a
numerose necessità al fronte: era insieme scure e apriscatole,
picchetto da tenda e coltello per il pane o il formaggio, era
cacciavite, era attaccapanni nel rifugio e vanghetta per scavarsi un
precario riparo, o per saggiare il terreno in cerca di mine. Ed anche
e non solo al cinema, rasoio. Ma nel tempo ebbe i ruoli più diversi:
le vecchie baionette a manicotto, a lama triangolare, piantate in
terra o in un rozzo tavolo o su una panca, servirono egregiamente da
candeliere. Dopo la battaglia delle Piramidi, molti soldati
dell'esercito napoleonico piegarono a gancio le loro baionette e,
assicuratele con una legatura alla canna o a pertiche o canne di
fiume, se ne servirono per recuperare dalle acque del Nilo i cadaveri
galleggianti dei Mamelucchi che portavano sempre con sé le loro
ricchezze.
Le
immagini di tanti films e tante foto della seconda guerra mondiale ci
hanno mostrato poi tanti fucili con baionetta piantati in terra con
sul calcio un elmetto: segnalavano la presenza di un caduto.
Con
la baionetta si arrostivano pezzi di carne su fuochi improvvisati, si
tagliava alla meglio l'erba per i muli, o la si usava per schiodar
coperchi delle cassette di munizioni o di razioni così come la si
usava come presa a terra per un impianto radio o anche, sempre più
raramente avvicinandosi a noi nel tempo, guarda caso, in cima al
fucile come arma d'assalto.
Un
insieme piuttosto insolito è costituito dalla baionetta inglese N 4
MK II e dal picozzino da campo britannico (forse distribuito anche
alle nostre Forze Armate) e che, a quanto pare, non incontrò molto
successo presso la truppa. Il manico del picozzino (smontabile) era
munito inferiormente di una testa metallica che ricalcava
dimensionalmente la forma e le caratteristiche della volata del
fucile inglese MK IV sulla quale si poteva inastare la caratteristica
baionetta a chiodo. L'uso non era, in questo caso, come si può
pensare per combattimento bensì come una sonda per rintracciare le
mine.
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la baionetta: apriscatole e posata |