Categoria: animali selvatici presenti in Italia, tracce di animali
Il capriolo
Il
capriolo è una delle poche specie di mammiferi (tra quelli dotati di
una certa taglia) attualmente in espansione nel nostro Paese.
L'aumento
numerico del capriolo, parente più piccolo del cervo, è dovuto alla
sua capacità di adattarsi a vivere in quelle zone di bassa e media
montagna un tempo abitate dagli uomini e adesso abbandonate e
rimboschite naturalmente, inoltre è scomparso l'antagonista cervo (a
causa della caccia) e i predatori naturali in grado di limitarne il
numero.
L'ambiente
di vita
Le
zone boschive ricche di un rigoglioso sottobosco e inframmezzate da
ampie radure, la bassa montagna e le boscaglie sparse tra coltivi e
pascoli, rappresentano l'ambiente di vita ideale di questo piccolo
cervide, che trova nel fitto della vegetazione un riparo sicuro e nei
prati tra le macchie boscose l'alimento necessario per la
sopravvivenza.
La
distribuzione
Il
capriolo è diffuso su tutto l'arco alpino (fino ai 1.500 metri di
quota) con popolazioni anche molto consistenti soprattutto nelle
regioni più orientali del nostro Paese. Grazie anche a una serie di
fortunate reintroduzioni, il numero dei caprioli è aumentato
gradualmente pure su tutto l'Appennino. La specie manca invece
completamente in tutte le isole del Mediterraneo.
La
scheda
Nome
scientifico: Capreolus capreolus.
Famiglia:
Cervidi
Ordine:
Artiodattili
Mantello:
il colore varia secondo l'età e la stagione: gli individui giovani
hanno il mantello bruno con diverse macchie biancastre lungo i
fianchi, mentre gli adulti sono marrone chiaro bruciato tendente al
rosso d'estate e al grigio-bruno in inverno.
Testa:
solo il maschio è dotato di corna (lunghe fino a 25 cm circa) che
cadono nel periodo che va dalla metà di ottobre ai primi di
dicembre.
Altezza:
70 cm al garrese.
Lunghezza:
1,2-1,5 m (i maschi sono più grossi delle femmine).
Peso
medio: 20-30 kg (maschio): 15-25 kg (femmina).
Segni
particolari: gli adulti hanno una macchia di pelo bianco, detta
specchio, ben visibile nella parte posteriore vicino alla coda, quasi
inesistente.
Abitudini:
il capriolo è un animale pauroso e diffidente tanto che fugge al
minimo rumore; trascorre gran parte della giornata in zone riparate,
spesso nel fitto della boscaglia, per poi uscire a pascolare verso il
tramonto.
Alimentazione:
erbe varie, foglie, germogli, cespugli, cortecce, bacche, frutti
selvatici, funghi.
Periodo
riproduttivo: tra luglio e settembre (parti maggio-giugno).
Numero
medio di parti annui: 1.
Gestazione:
10 mesi circa.
Numero
di piccoli: 1-2, raramente 3.
Stato
dei piccoli alla nascita: precoci. Già pochi minuti dopo la nascita
i piccoli compiono i primi tentativi per alzarsi e dopo 1-2 ore sono
in grado di compiere i primi passi.
Allattamento:
6 mesi circa.
Indipendenza
dei piccoli: può arrivare a circa 2 anni.
Maturità
sessuale: a 14 mesi circa.
Età
massima raggiunta: 12-14 anni.
Nemici
naturali: volpe e aquila reale (piccoli), lupo e cani inselvatichiti
(adulti).
Specie
in aumento. Cacciabile.
Le
tracce
Impronte
(1)
Le
impronte degli zoccoli sono bene evidenti soprattutto su terreno
innevato, fangoso o comunque morbido. La traccia lasciata dalle due
dita dello zoccolo (il 3° e il 4° dito) è sempre ben marcata. Le
dimensioni raggiungono i 4-5 cm di lunghezza e i 3 cm di larghezza. A
seconda della consistenza del terreno, l'impronta dello zoccolo del
capriolo può mostrare i segni delle sole punte (terreni duri) o
l'impronta completa (terreni morbidi).
Piste
(2)
Le
piste, rinvenibili ai margini dei boschi, sono facilmente visibili
durante il periodo in cui il terreno è coperto dalla neve. Le tracce
rivelano due tipi di andature:
- il passo, in cui l'animale procede mettendo le zampe posteriori quasi perfettamente sulle impronte lasciate da quelle anteriori
- il galoppo, una corsa a balzi, lunghi a volte anche 5 metri, in cui le zampe posteriori toccano terra davanti a quelle anteriori.
Escrementi
(3)
Il
segno forse più facile da leggere attribuibile al capriolo riguarda
il ritrovamento dei suoi escrementi, costituiti da numerose palline
piuttosto allungate (ricordano vagamente delle olive) lunghe circa
1-1,5 cm e larghe 1 cm. Colore e consistenza sono variabili in
relazione al periodo e la dieta dell'animale: scure (nerastre) e più
molli in primavera, più chiare e più dure (sono evidenti i resti
vegetali non digeriti) in inverno.
Segni
sulla vegetazione (4)
Durante
il periodo primaverile i maschi si liberano del velluto (la pelle che
ha nutrito e protetto il trofeo in formazione durante l'inverno)
sfregando le corna a piccoli alberi e cespugli, che restano in questo
modo rovinati.
Altri
segni
Raramente
è possibile trovare le corna (5) perse dal capriolo maschio al
termine della stagione degli amori, perchè esse sono ricercate dai
roditori che se ne cibano.
Dalla forma e dalle ramificazioni delle
corna è possibile risalire all'età dell'animale.
Tratto da "Guida illustrata. Riconoscimento delle tracce". Mensile "Vita in campagna". 1999