Il controllo dell'emorragia
Il controllo
dell'emorragia è uno degli aspetti più importanti della medicina
tattica poiché essa è la principale causa di morte nel campo di
battaglia. Nell'ambito del soccorso durante il combattimento (Care
Under Fire; CUF) un laccio dovrebbe essere il primo strumento
utilizzato per le emorragie massive.
Qualora non si riesca a
raggiungere il controllo dell'emorragia utilizzando un laccio
emostatico o la posizione della ferita non ne permette l'utilizzo,
l'uso di un bendaggio compressivo e/o un agente emostatico è il
passo successivo, se la situazione sul campo lo permette.
L'uso di medicazioni
emostatiche
Applicando l'agente
emostatico direttamente nella ferita, la pressione del sangue
potrebbe lavarlo via impedendogli di agire efficacemente. Per
evitare che ciò si verifichi sopra l'agente emostatico occorre
posizionare una garza e effettuare una compressione. Ciò permette
all'agente emostatico di agire nel sito della ferita.
L'uso di un bendaggio
compressivo
Considerazioni
preliminari: se la ferita è un trauma penetrante causato da un
moderno proiettile ad alta velocità, bisogna considerare che esso ha
prodotto nel ferito due cavità: una permanente ed una temporanea. La
cavità permanente è causata dal contatto diretto del proiettile con
i tessuti. La cavità temporanea è causata dalla cessione di energia
quando il proiettile passa attraverso il corpo e ciò può
danneggiare gravemente tessuti e organi anche molto lontani dalla
traiettoria seguita dal proiettile nel corpo della vittima, quindi
limitarsi a medicare semplicemente la ferita di entrata ed uscita del
proiettile può essere insufficiente, perchè continua indisturbato
il sanguinamento interno.
Il sanitario può
intervenire applicando una pressione diretta sul sito della ferita,
ma questo può essere insufficiente. Applicare una medicazione tenuta
ferma da una benda elastica offre poco più di pressione
circonferenziale, inutile come un laccio emostatico inefficace,
perché non ferma l'emorragia, non riuscendo ad esercitare pressione
sul tessuto danneggiato interno creatosi al passaggio del proiettile.
L'applicazione di un bendaggio compressivo e una polvere emostatica
può forse bloccare il sanguinamento esterno, ma resta un trattamento
insufficiente.
Un sanitario può
utilizzare una tecnica più “aggressiva”, ma efficace, che
consiste nel l'usare un tampone di garza da spingere all'interno
della ferita, come descritto in figura, andando decisamente oltre il
foro di ingresso/uscita, riuscendo a fermare velocemente delle
emorragie non altrimenti gestibili in ambito preospedaliero. Il
termine inglese per il tamponamento della ferita con garza è “
pin-point pressure to the wound”.
(Reprinted From Husum H, Gilbert M, Wisborg T,Saving Lives, Saving Limbs, TWN Penang, 2000)
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