categoria: calamità naturali
Il 23 luglio 2012 si è verificata una “tempesta magnetica perfetta”, che fortunatamente non ha investito la Terra, originata da due espulsioni di nubi di plasma coronali (CME, coronal mass ejection) verificatesi sul Sole a breve distanza spaziale e temporale l'una dall'altra, con un potenziamento quasi esponenziale degli effetti.
Questo
fenomeno "meteo" spaziale è stato registrato da varie sonde spaziali (STEREO A e B, SOHO).
Le
CME, fenomeni esplosivi che si verificano a livello della corona solare, durano diverse ore, durante le quali liberano quantità enormi di onde
elettromagnetiche e particelle energetiche. Quando il vento solare così
generato investe la Terra, provoca delle tempeste geomagnetiche che possono
disturbare le apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Finora
la più grave tempesta geomagnetica a interessare il nostro pianeta è il
cosiddetto evento Carrington del 1859, che assieme a fenomeni di aurora boreale
alle latitudini di Cuba e di Roma, mandò in tilt i telegrafi per 14 ore. In
quell'occasione, l'indice DST (disturbance by storm) con cui si misura
l'intensità di una tempesta magnetica (che è tanto più violenta quanto più
basso è l'indice) era arrivato a -850 nanotesla.
Dall'inizio
dell'era spaziale, la tempesta più intensa è stata quella del 13 marzo 1989
che, con un DST pari a -548 nanotesla, portò al collasso di buona parte della
rete elettrica canadese, lasciando senza corrente sei milioni di persone per
nove ore. Se la tempesta del 23 luglio 2012 avesse investito la Terra, hanno
calcolato i ricercatori, il suo indice DST avrebbe potuto raggiungere
addirittura i -1150 nanotesla.
Dal 1859 ad ora, la società umana è diventata sempre più dipendente dall'elettronica ed un evento che blocca le comunicazioni e disturba le apparecchiature elettriche ed elettroniche di un'area vastissima del globo per molte ore, potrebbe avere effetti molto pesanti sull'economia e sulla società, basta pensare al caos successo durante i black out di corrente nelle grandi metropoli americane.
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