Il fuoco, una reazione chimico-fisica
Il fuoco non è materia, ma energia,
frutto
di una reazione chimico-fisica, la combustione, catalogata nelle
ossidoriduzioni, dove c’è un trasferimento di elettroni, dal combustibile che
si ossida (che brucia) verso l'ossigeno dell'aria, l'ossidante, che si riduce.
Lo scambio di elettroni causa emissione
di fotoni (pacchetti elementari d'energia della radiazione elettromagnetica),
cioè luce, che percepiamo, per esempio, alla base della fiamma
di una candela.
Per dare inizio alla reazione di
combustione occorre una certa quantità di calore iniziale, l’energia che
consente l’innesco della reazione tra combustibile ed ossigeno; una volta
avviato il processo sviluppa energia termica in abbondanza che mantiene attivo
il processo.
Il processo della combustione, sia
pur vigoroso, è anche molto fragile, sensibile alla sottrazione di uno dei tre
elementi necessari: ossigeno, combustibile e calore.
Il metodo più conosciuto per
arrestare il processo di combustione è quello di gettare sopra il fuoco dell'acqua:
a contatto col calore della fiamma il liquido cambia fase, o meglio evapora, e
caccia l'aria togliendo così l’ossigeno. L'acqua partecipa anche al
raffreddamento perché il processo di vaporizzazione assorbe calore: il
passaggio dallo stato liquido a quello gassoso consuma molta energia (539
calorie, cioè 2.258 Joule, per 1 grammo di liquido).
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