categoria: medicina, pronto soccorso
In
Italia l'infarto colpisce ogni anno circa 135 mila persone, 60 mila delle quali
sono poi sottoposte all'intervento di riapertura dell'arteria coronaria occlusa
con l'inserimento di uno stent.
Uno
studio di fase II su pazienti con infarto in corso o ad altissimo rischio, si è
ottenuta una migliore riduzione dall'attività delle piastrine, gli elementi del
sangue determinanti per la formazione del coagulo all'interno delle coronarie,
in seguito al passaggio da clopidogrel, una volta al giorno più aspirina, a prasugrel,
una volta al giorno sempre più aspirina. Lo studio quindi fa prevedere
trattamenti più efficaci contro l'infarto e per la prevenzione delle sue
recidive, grazie ad una maggiore inibizione piastrinica.
Merita
di essere sottolineata l'importanza dell'aspirina, che infatti era associata ad
entrambi i farmaci messi a confronto. La sua azione antiaggregante è notevole e
già da sola riduce in modo significativo il rischio d'infarto. Negli Stati
Uniti i soggetti ad alto rischio hanno sempre con se due aspirine da prendere
appena si avvertono i primi dolori cardiaci.
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