categoria: coltelli, mare
Il coltello da sub
Il subacqueo DEVE avere nella
propria attrezzatura subacquea un coltello ben affilato, un “accessorio”
raramente utilizzato, ma insostituibile durante un'emergenza.
In immersione non è indispensabile
avere un coltello di ampie dimensioni, poiché la sua funzione principale è
tagliare e non combattere, inoltre una lunga lama significa maggior ingombro e
difficoltà di maneggio in spazi angusti.
Il sub dovrebbe orientare la sua
scelta verso un coltello robusto, realizzato con un buon acciaio inox, eventualmente
con un doppio tagliente diversificato da liscio a seghettato, per disporre di
un'opzione in più qualora si debba tagliare qualcosa di più consistente e
massiccio; sono utili anche coltelli con incavature specifiche per tagliare
sagole, stringere/allentare dadi o con la punta a cacciavite.
Il panorama delle lame utilizzabili
dal sub include anche cesoie e tronchesine, utensili poco ingombranti, che
possono essere messi anche in posti dove il coltello risulta ingombrante e,
soprattutto, danno la possibilità di recidere, utilizzando una sola mano, cime
di diametro consistente.
Anche i coltelli a serramanico o le lame tagliacintura nate per uso automobilistico possono essere utili perché
facilmente riponibili in una qualsiasi tasca.
Nel caso si scelgano queste ultime
soluzioni, bisognerà prevedere l’uso di una sagola per non perdere legare l'utensile
in caso di apertura accidentale della tasca stessa o al momento dell'estrazione.
Un omaggio ai nostri incursori di marina, i Comsubin. |
Le emergenze subacquee risolvibili
avendo a disposizione un affilato strumento da taglio
Nelle acque marine e lacustri non
è raro imbattersi, nel corso di un'immersione, in reti e lenze ed è facile per
il sub imprudente restare aggrovigliato in essi.
Ambienti subacquei particolari
come relitti o grotte sono ben più difficili e pericolosi dell'acqua libera.
Intorno ai relitti è frequente
trovare reti e lenze abbandonate dai pescatori, incapaci di recuperarle, mentre
il sub che penetra al loro interno, può finire nei guai a causa di cavi
elettrici, cime, gomene e quant'altro fluttui in quelli spazi bui e angusti.
Nelle grotte il pericolo maggiore è rappresentato dal “filo d'Arianna”, la
sagola stesa al momento dell'entrata in grotta e per tutto il tragitto
dell'immersione, che ha lo scopo di guidare il subacqueo sulla via del ritorno.
Relitti e reti abbandonate
L'esplorazione di relitti sommersi
è una delle discipline più amate dai subacquei.
La rete da pesca abbandonata
intorno a un relitto, benché descritta dai sub esperti come un ”killer”
costantemente in agguato, sembra ingannevolmente immobile, innocua quando ci si
imbatte in essa durante l’immersione su di un relitto e più di un sub ha dimenticato i consigli sentiti in superficie e si è avvicinato troppo ad essa,
incuriosito dai suoi lenti movimenti ritmici sincronizzati con le correnti o
per ammirare le mille forme di vita che nascono e crescono su di essa, come variopinti
addobbi natalizi.
La manutenzione del coltello
Il filo della lama va provato
appena comprato il coltello e periodicamente ricontrollato o rifatto, magari
ricorrendo alle prestazioni di un buon arrotino.
Un
coltello può avere poca capacità di taglio perché la manutenzione è stata
scarsa o il filo è stato rovinato perché la lama è stata usata per scopi
diversi, come attrezzo per scavo o da leva.
Qualche piccolo processo di
ossidazione, specialmente in prossimità dell'attaccatura della lama al manico,
non è indice di un acciaio di scarsa qualità. Eventuali piccole tracce di
ruggine sono normali anche per un buon coltello e si possono rimuovere con
carta abrasiva molto fine, avendo l'accortezza di muoverla sempre verso
l'esterno della lama.
Purtroppo la capacità di taglio di
una lama è inversamente proporzionale alla resistenza all’ossidazione e più
essa è ricca di cromo e meno tagliente è il filo.
Il cromo
contenuto nell'acciaio inox forma un film sottilissimo di ossido sulla
superficie, che non permette l'ossidazione della parte sottostante. Se questo
film è rimosso per abrasione, esso si riforma spontaneamente continuando a
proteggere la parte sottostante, per il fenomeno della “passivazione”.
In ogni caso anche il coltello inox, benchè notoriamente resistente all'ossidazione, richiede manutenzione: bisogna lavarlo in acqua dolce dopo ogni immersione,
asciugarlo e ungerlo con grasso siliconico o di vaselina, per limitare il
contatto del metallo con l'acqua e quindi il suo prematuro deterioramento.
Periodicamente (di solito a fine stagione) è opportuno asportare l'eventuale
strato di grasso ed esaminare accuratamente tutte le parti metalliche, anche
quelle nascoste. E’ buona norma controllare anche gli eventuali meccanismi di
ritenzione del manico che possono essere in gomma o in tecnopolimero. Quelli in
gomma possono essere attaccati dal sale e si degradano con il tempo, quelli in
tecnopolimero hanno di solito una piccola molla in acciaio che, pur essendo
inox, richiede una piccola forma di manutenzione.
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