categoria: scenari di sopravvivenza urbana
Il Blackout di New York del 1977
Il
blackout di New York del 1977 colpì questa città dalla sera del 13
luglio al tardo pomeriggio del 14 luglio. Quasi tutta l'area urbana
venne interessata dall'interruzione dell'energia elettrica, ad
eccezione di alcuni quartieri del distretto del Queens, dove operava
un'altra compagnia elettrica.
Il
blackout ebbe inizio intorno alle 21.30 del 13 luglio, a causa
dell'avaria provocata dai fulmini ad una sottostazione della
compagnia Con Edison e ad alcune linee ad alta tensione, che si
riverberò a cascata su tutto il sistema di trasmissione dell'energia
elettrica della città. Alcune aree della città, rifornite da
un'altra compagnia elettrica non vennero invece interessate
dall'oscuramento. Le procedure di emergenza vennero immediatamente
attivate, tuttavia la fornitura di energia elettrica ritornò ai
livelli normali solo durante la serata del 14 luglio. Rimase chiusi
i due principali aeroporti cittadini, Kennedy e La Guardia e la
metropolitano smise di funzionare.
Una foto emblematica: Le Torri Gemelle al buio |
In
quel periodo la città di New York viveva un periodo
difficile, duramente colpita dalla delinquenza di strada (le famose
gang), una grave crisi fiscale e un elevato tasso di disoccupazione,
soprattutto nei quartieri poveri della città. Quando la città
piombò nel buio, in alcuni quartieri della città si scatenarono
vere e proprie rivolte urbane, con scontri per le strade e razzie. I
rivoltosi scorrazzarono indisturbati per la città, appiccando
migliaia di incendi e saccheggiando circa 1.600 esercizi commerciali.
La
descrizione di un cronista dei fatti accaduti nella città:
“Era
caldo e umido quella notte di luglio. Se uno guardava dalla finestra
quella notte, la notte del grande blackout, poteva vedere le donne
tornare a casa dopo il loro shopping notturno. Alcune casalinghe si
erano riunite in gruppo e avevano fatto razzia di alimenti per
l'infanzia, prodotti in scatola e detersivi per lavatrice, ripulendo
i supermercati e negozi. Alcune donne avevano legato insieme i
carrelli della spesa usando i loro collant, formando delle colonne
cariche di refurtiva.
….
In
quartiere di Harlem troppe famiglie avevano fame e troppi padri erano
disoccupati e arrabbiati. E così, quando si spensero le luci quella
sera molti andarono per le strade a prendere quello che gli serviva.
….
Un
tizio, conosciuto come Lucky G, senza precedenti penali, insieme a
suo fratello, rubò un furgone e invece di dirigersi verso i negozi
di elettronica e le gioiellerie, come la maggior parte dei
saccheggiatori, imitò le casalinghe e si diresse verso i
supermercati e, dopo aver sfondato le vetrine con il furgone, vuotò
i reparti di pannolini Pampers, facendo più volte la spola con casa
sua, fermandosi solo il tempo di scaricare il bottino prima di
dirigersi verso il prossimo obiettivo.
Per
settimane Lucky G vendette Pampers a prezzi scontati, guadagnando
molto di più aveva rubato televisori, radio e gioielli.
Altre
persone, che vivevano in appartamenti tetri arredati con divani e
letti acquistati a rate, approfittò della confusione non per rubare,
ma per entrare nei negozi dove avevano un debito, per bruciare i
libri contabili, dove era registrato il loro contratto di acquisto.
In
qualche caso i proprietari dei negozi tentarono di creare dei posti
di blocco con le loro macchine e le armi bene in mostra, per tenere
lontano i saccheggiatori, ma si resero ben presto conto di essere
soverchiati dal semplice numero delle persone che avevano davanti.
Anche
i poliziotti si trovarono a fare i conti e si resero conto che
combattere era inutile. Per tutta la notte, si sentirono sirene e
spari. Ma erano solo colpi di arma da fuoco sparati in aria per
spaventare a distanza i saccheggiatori. Qualcuno lasciava cadere il
bottino e scappava via, altri semplicemente correvano solo più
veloci. Gli arresti furono fatti, oltre 3700, ma per ogni 20
saccheggiatori rinchiusi, 50 ne prendevano il posto”.
Una sequenza di foto scattate durante quell'episodio:
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