sabato 8 ottobre 2016
restare o scappare? Con che mezzo?
categoria: mezzi di trasporto
restare o scappare? Con che mezzo?
Bug out Bag
A volte non ci sono alternative e bisogna scappare velocemente, portandosi via l'indispensabile, magari avendo già in mente dove cercare rifugio.
Piano A: "carico la macchina e mi dirigo verso il posto X"
Il problema è che fatti i primi cento metri si trova il primo ingorgo, perché tutti hanno avuto la stessa idea, ma non c'è nessuno che regola il traffico o sposta la macchina andata in panne. Dopo due ore di attesa si prende qualcosa e si scappa, incolonnandosi insieme a gli altri disperati.
Dopo qualche ora si è finita l'acqua portata dietro e le poche scorte di cibo, si fa sera e non si è percorso che qualche chilometro.
Dopo qualche ora si è finita l'acqua portata dietro e le poche scorte di cibo, si fa sera e non si è percorso che qualche chilometro.
Piano B: parto in macchina, ma penso ad un sistema per trasportare a piedi un carico "pesante", da utilizzare se la strada è irrimediabilmente bloccata (carrello/carrozzino)
Il carico trasportabile solo sulla schiena (zaino) o a mano non permette di andare troppo lontano, a meno di essere persone allenate. Il carico "indispensabile" è notevole, rende il gruppo lento e troppo "visibile" per i malintenzionati/disperati rimasti senza niente.
Per un viaggio di 72 ore (tre giorni) una famiglia di quattro persone necessita di 24 litri di acqua (2 litri a testa il giorno)
cibo in scatola
medicine
cambio di vestiti e intimo
coperte
attrezzi
armi
armi
....
Questa tipologia di trasporto deve essere chiudibile/ripiegabile per poter essere stivato in auto e caricato in caso di necessità; si tratta di mezzi "dedicati" o si adatta alla bisogna un carrozzino da bambini, un carrello porta mazze da golf, un carrellino da pescatori.
Questa tipologia di trasporto deve essere chiudibile/ripiegabile per poter essere stivato in auto e caricato in caso di necessità; si tratta di mezzi "dedicati" o si adatta alla bisogna un carrozzino da bambini, un carrello porta mazze da golf, un carrellino da pescatori.
Piano C: QUAD e motociclette da enduro
Il quad è un mezzo piccolo, ma potente, in grado di portare carichi grandi fuoristrada.
La motocicletta enduro ha meno capacità di carico e non è adatta a molte persone.
Vantaggi: velocità, possibilità di aggirare ostacoli impossibili per una normale autovettura
Svantaggi: rumore, dipendenza dal carburante
Piano D: biciclette o "ibridi"
Il vantaggio della bicicletta è essere indipendente dal carburante e di non produrre rumori (si passa inosservati). Si attrezza un mezzo "dedicato" o si adatta alle proprie necessità un mezzo commerciale da trasporto (sono poco frequenti ormai in giro), un pedalò o un carrello porta bambini da agganciare alla bicicletta
Piano D: parto a piedi utilizzando un carrello da giardino
how to make a woman safety device or stun gun by use of mosquito racket...
categoria: difesa personale, fai da te
Difesa personale contro malintenzionati o animali selvatici fai da te. Spunti da YouTube
Dovrebbero essere illegali in Italia, ma il video è comunque di buona qualità ed è utile saperlo fare in situazioni di emergenza.venerdì 7 ottobre 2016
Aerosilurante italiano disperso nel 1941 nel deserto libico. Aviere percorre 90 km nel deserto a piedi.
categoria: episodi di sopravvivenza
Aerosilurante italiano disperso nel 1941 nel deserto libico. Il sergente maggiore Romanini percorre più di 90 km nel deserto per cercare soccorsi prima di soccombere.
ricostruzione del relitto dell'aereo italiano presso "Volandia" |
Il 5 Ottobre 1960 un gruppo di geologi italiani ritrova il relitto dell'aerosilurante S79 disperso nel deserto libico nel 1941, al rientro di una missione contro un convoglio inglese. Il pilota non aveva potuto usare la radio in avaria e le condizioni meteo avverse avevano fatto sbagliare la rotta di rientro all'aeroporto di Bengasi.
Col relitto si rinvenivano tre corpi. Uno in cabina, al posto di guida e due all'esterno, uno su un seggiolino appoggiato alla fiancata e l'altro sotto l'ala.
Il relitto era stato avvistato la prima volta il Febbraio dello stesso anno da un pilota di DC3 durante un volo di rifornimento dei campi petroliferi sparsi nel deserto.
Il 21 luglio era stata rinvenuta la salma mummificata di un aviatore italiano, identificato poi essere il sergente maggiore Giovanni Romanini di Parma, classe 1916. La salma era a più di 90 km in linea d'aria dal relitto del suo aereo!! Intorno alle spoglie dell'aviere italiano, giacevano nella sabbia un binocolo, due orologi (uno forse di un'altro membro dell'equipaggio crollato di stenti chissà dove), una pistola Very con bossolo esploso, una bussola di aereo con impostata la direzione Nord e una borraccia vuota da mezzo litro.
Un estratto del racconto di Claudio Sommaruga:
"L'aereo, ormai a corto di carburante. tentò l'atterraggio notturno nelle dune, a 500 Km da Bengasi: l'impatto dev'essere stato pesante ..... . Alcuni membri dell'equipaggio riportano fratture ..... . Allora l'armiere, il Romanini, di forte costituzione e rimasto indenne per la posizione arretrata, tenta la lunga marcia verso Nord alla ricerca di soccorsi ..... . Una marcia allucinante di 90 km in linea d'aria e molti di più effettivi, che rappresenta un drammatico primato e che lo porta, allo stremo delle forze, a crollare a 8 km dalla possibile salvezza, la carovaniera Gialo-Giarabub, fuori dalle sabbie."
Durante la marcia nel deserto Romanini era passato vicino, senza vederlo, ad un deposito dei commando inglesi del Long Range Desert Group, impegnati in missioni di disturbo contro le linee di rifornimento italo-tedesche.
Altre foto dell'aereo italiano ritrovato in Libia:
L'uso di corticosteroidi nelle terapie topiche
categoria: pronto soccorso, farmacologia
L'uso di corticosteroidi nelle terapie topiche
Benché un notissimo farmaco contenente gentamicina e betametasone in
associazione sia su prescrizione medica, cioè cedibile solo dopo
aver presentato al farmacista una ricetta scritta da un medico, una
buona percentuale di persone che vengono in farmacia lo richiedono
senza aver consultato il proprio medico, per una miriade di patologie
cutanee, senza considerare se quel farmaco è quello più indicato o,
peggio, se ci siano controindicazioni al suo uso per curare la
patologia di cui soffrono (un esempio è l'uso di cortisone sulle
lesioni di Herpes zoster).
Almeno,
quando vengono in farmacia, è possibile cercare di consigliare
terapie più mirate o rimandare il paziente dal proprio medico, ma
spesso il farmaco è già disponibile in casa o la mamma o il vicino
è sempre pronto a prestare il tubetto del farmaco, che il medico gli
aveva dato quella volta che ….. .
In
questo articolo non si vuole demonizzare nessuna classe di farmaci o
bandire la pratica dell'autocura … se questa è accompagnata da una
conoscenza adeguata del farmaco da impiegare, ma si vuole porre
l'accento sui loro effetti collaterali, soprattutto quando il loro
uso è prolungato o riguarda minori o anziani. Nell'ambito del
“survival”, inoltre, quando si prepare la cassetta dei
medicinali, il livello di conoscenza dei farmaci che si intendono
portare dietro deve essere molto più che superficiale, anche perchè
si lavora molte volte senza il rassicurante “ombrello” di un
pronto soccorso o una farmacia vicina e si devono prendere delle
decisioni anche importanti per la salute.
Introdotti
in terapia nel 1952, i corticosteroidi topici (da applicare sulla
pelle) sono i farmaci maggiormente impiegati in dermatologia grazie
alle loro proprietà antinfiammatorie, immunosoppressive e
antiproliferative. La somministrazione locale consente un'azione
terapeutica mirata e riduce il rischio di eventi avversi legati al
suo assorbimento sistemico.
II
primo corticosteroide impiegato è stato l'idrocortisone;
successivamente sono stati sviluppati princiipi attivi più potenti,
ma spesso gravati da effetti collaterali maggiori.
Tutti
i corticosteroidi hanno una struttura chimica comune costituita da
una catena a 21 atomi di carbonio, organizzata in quattro anelli;
le modificazioni a questa struttura sono responsabili della
diversa potenza e del diverso profilo di tollerabilità delle
varie molecole.
I
corticosteroidi, una volta all'interno della cellula, vanno a
legare specifiche sequenze di DNA, provocando una regolazione di
svariati geni, con svariati effetti anche complessi per
l'organismo. In ambito cutaneo i corticosteroidi determinano una
vasocostrizione superficiale, una riduzione di permeabilità dei
capillari, una riduzione nella sintesi di citochine
pro-infiammatorie, una riduzione della migrazione leucocitaria,
una riduzione della fagocitosi e della liberazione di enzimi
lisosomiali; i corticosteroidi sono, inoltre, in grado di
interferire con l'attività delle cellule endoteliali, dei
granulociti, dei mastociti e dei fibroblasti, inibiscono la
proliferazione dei linfociti T e inducono l'apoptosi riducendo la
sintesi di fattori di crescita specifici.
|
In
base alla potenza relativa, i corticosteroidi vengono classificati in
4 classi:
classe
1 (molto potenti),
classe
2 (potenti),
classe
3 (potenza media),
classe
4 (potenza minima).
Classificazione
dei corticosteroidi in base alla potenza relativa
Principio
attivo
|
Formulazione |
Classe
1 (molto potenti)
|
|
Betametasone
dipropionato
|
Unguento
(0.05%)
Crema (0.05%)
|
Clobetasolo
propionato
|
Unguento
(0.05%)
Crema (0.05%)
|
Diflorasone
diacetato
|
Unguento (0.05%)
|
Alobetasolo
propionato
|
Crema (0.05%)
|
Classe 2
(potenti)
|
|
Amcinonide
|
Unguento
(0.1%)
Lozione (0.1 %)
|
Betametasone
valerato
|
Unguento (0,01%)
|
Desossimetasone
|
Unguento
(0.25%)
Crema
(0.25%)
Gel (0.05%)
|
Diflorasone
diacetato
|
Unguento
(0.05%)
Crema (0.05%)
|
Flucortolone
|
Crema (0.25%)
|
Fluocinonide
|
Unguento
(0.05%)
Crema
(0.05%)
Gel (0.05%)
|
Fluticasone
propionato
|
Unguento (0.005%)
|
Alcinonide
|
Unguento
(0.1 %)
Crema (0.1 %)
|
Metilpreclnisolone
aceponato
|
Unguento
(0.1%)
Crema
(0.1%)
Emulsione (0.1%)
|
Mometasone furoato
|
Unguento (0.1 %)
|
Triamcinolone
acetonide
|
Unguento
(0.5%)
Crema (0.5%)
|
Classe 3
(potenza media)
|
|
Betametasone
dipropionato
|
Lozione (0.05%)
|
Betametasone
valerato
|
Crema
(0.01%)
Lozione
(0.01%)
|
Desossimetasone
|
Crema
(0.05%)
|
Fluocinolone
acetonide
|
Unguento
(0.025%)
Crema
(0.2%; 0.025%)
Olio
(0.01%)
|
Flurandrenolide
|
Unguento
(0.05%)
Crema
(0.05%)
|
Fluticasone
propionato
|
Crema
(0.05%)
|
Idrocortisone
butirrato
|
Crema
(0.1 %)
|
Idrocortisone
valerato
|
Crema
(0.025%)
|
Mometasone
furoato
|
Crema
(0.1 %)
|
Triamcinolone
acetonide
|
Unguento
(0.1 %)
Lozione
(0.1 %)
|
Classe 4
(potenza minima)
|
|
Alclometasone
furoato
|
Unguento
(0.05%)
Crema
(0.05%)
|
Betametasone
valerato
|
Lozione
(0.05%)
|
Desonide
|
Crema
(0.05%)
|
Desametasone
|
Crema
(0.1 %)
|
Fluocinolone
acetonide
|
Crema
(0.01%)
Soluzione
(0.01%)
|
Metilprednisolone
|
Crema
(1%)
|
Triamcinolone
acetonide
|
Crema
(0.1 %
|
Come
si evince dalla tabella, oltre che da caratteristiche intrinseche, la
potenza di ciascuna molecola dipende anche dalla formulazione
impiegata. Ad esempio troviamo il betametasone valerato si trova in
tre classi diverse, a seconda se sia impiegato come unguento, crema o
lozione (in due concentrazioni diverse).
Indicazioni
terapeutiche
Grazie
alle loro proprietà antinfiammatorie e immunomodulanti, i
corticosteroidi sono impiegati nel trattamento delle dermatiti
eczematose come la dermatite atopica, la dermatite da contatto
irritativa o allergica.
Clinicamente
si distinguono forme acute e croniche; le prime sono caratterizzate
dall'insorgenza di eritema, edema, vescicole che, rompendosi, causano
una essudazione che si rapprende poi in croste. Le forme croniche
sono caratterizzate dall'attenuazione delle precedenti manifestazioni
e comparsa di desquamazione e lichenificazione*; il prurito, spesso
intenso, che accompagna queste dermatiti causa inoltre delle lesioni
da grattamento che aprono la via a infezioni batteriche o mitotiche.
*Lichenificazione: Processo patologico localizzato a carico della cute, consistente in un aumento di spessore dell’epidermide la quale risulta dura, secca, con una accentuazione delle sue normali linee e rilievi. Una l. può manifestarsi in seguito al grattamento indotto da stimoli irritativi cronici, o da malattie della pelle (per es. eczema).
I corticosteroidi sono utilizzati vantaggiosamente anche per il trattamento di altre patologie infiammatorie quali la psoriasi, il lichen planus, la dermatite seborroica, l'eritema solare, il trattamento di patologie autoimmunitarie come il pemfigoide e il lupus eritematoso.
*Lichenificazione: Processo patologico localizzato a carico della cute, consistente in un aumento di spessore dell’epidermide la quale risulta dura, secca, con una accentuazione delle sue normali linee e rilievi. Una l. può manifestarsi in seguito al grattamento indotto da stimoli irritativi cronici, o da malattie della pelle (per es. eczema).
I corticosteroidi sono utilizzati vantaggiosamente anche per il trattamento di altre patologie infiammatorie quali la psoriasi, il lichen planus, la dermatite seborroica, l'eritema solare, il trattamento di patologie autoimmunitarie come il pemfigoide e il lupus eritematoso.
ustione di 1°grado |
Effetti
collaterali
Gli
effetti collaterali dei corticosteroidi topici, piuttosto rari,
possono essere sistemici, dovuti al suo assorbimento attraverso la
cute e all'influsso dei corticosteroidi sull'asse
ipotalamo-ipofisi-surrene, o più frequentemente locali. Gli effetti
collaterali sono generalmente causati dall'utilizzo del farmaco su
ampie superfici o pelle lesa, per lunghi periodi di tempo e,
soprattutto, se in medicazione occlusiva. Le categorie più a rischio
sono:
- i bambini, soprattutto neonati, in cui l'elevato rapporto superficie cutanea/volume corporeo espone al rischio di assorbimento sistemico;
- gli anziani, che fisiologicamente hanno una cute più atrofica e fragile.
Possibili
effetti collaterali sistemici e locali dei corticosteroidi
EFFETTI
COLLATERALI EFFETTI COLLATERALI
SISTEMICI LOCALI
|
|
Sindrome di
Cushing
|
Atrofia cutanea
|
Sbilanci
elettrolitici
|
Teleangectasie
|
Ipertensione
arteriosa
|
Rosacea da
steroide
|
Diabete mellito
|
Dermatite
periorale
|
Iperaldosteronismo
pseudoprimario
|
Smagliature
|
Ritardi di
crescita
|
Ulcerazioni
|
Osteoporosi
|
Ipertricosi
|
Ulcera gastrica
|
Ipopigmentazioni
|
Per
ridurre il rischio di effetti collaterali, la prescrizione di un
corticosteroide dovrebbe essere fatta tenendo conto di alcune regole:
- l'assorbimento dello steroide è minore dove la cute è più spessa e maggiore dove la cute è più sottile; l'assorbimento varia, quindi, in base ai vari distretti corporei: è massimo a livello delle mucose, minimo in sede palmo-plantare;
- a livello delle pieghe cutanee, caratterizzate da maggiore umidità e temperatura, l'assorbimento dei corticosteroidi è maggiore;
- i corticosteroidi più potenti vanno riservati alle condizioni patologiche che rispondono meno alle terapie, dove altri farmaci hanno fallito e andrebbero usati per periodi brevi (fino a 20 giorni di terapia) oppure a intermittenza;
- i corticosteroidi non andrebbero utilizzati su cute ulcerata o atrofica;
- in caso di terapie steroidee a lungo termine, o su ampie superfici, sarebbe opportuno effettuare un monitoraggio degli esami bioumorali.
Scelta
del corticosteroide e della formulazione
La
scelta del corticosteroide dipende da molti fattori, come la
categoria, la sede e l'estensione della cute da trattare (tenendo
presente che maggiore è l'estensione e maggiore è l'assorbimento
del principio attivo).
Oltre
alla molecola, è importante la scelta della formulazione, che varia
in base al tipo di lesione che si deve trattare: le creme e le
emulsioni sono utili per il trattamento di ampie superfici, lesioni
essudanti o utilizzi prolungati, mentre le pomate e gli unguenti sono
utili per lesioni secche o quando si voglia ottenere un effetto
terapeutico più rapido; lozioni e schiume sono indicate per le zone
cutanee ricoperte da peli.
Modalità
di utilizzo
Il
numero di applicazioni giornaliere e la durata del trattamento dei
corticosteroidi da prescrivere, non sono ancora del tutto terapie
standardizzate tra la classe medica. Di norma si ricorre a 1 o 2
applicazioni giornaliere in fase acuta, fino al controllo della
sintomatologia, per poi passare a una terapia di mantenimento che può
essere effettuata secondo lo schema "a scalare", "short
therapy" o "week-end therapy". Lo schema "a
scalare" prevede una progressiva riduzione nel numero di
applicazioni (prima quotidiana e poi a giorni alterni), la "short
therapy" prevede l'applicazione del farmaco 5 giorni alla
settimana (per esempio: da lunedì a venerdì), mentre la "week-end
therapy" prevede l'utilizzo del farmaco solamente 2 giorni
consecutivi alla settimana (per esempio: sabato e domenica) per
periodi di tempo anche lunghi. Tutti questi schemi hanno lo scopo di
evitare il rebound* conseguente alla brusca sospensione del
trattamento farmacologico e mantenere, quando serve, un effetto
terapeutico prolungato.
*Con
il termine effetto rebound si indica il ripresentarsi o
l'inasprimento di una malattia dopo la sospensione di un trattamento
farmacologico o la riduzione del suo dosaggio. La gravità dei
sintomi è spesso peggiore rispetto ai livelli di pretrattamento.
Le
dermatosi “complicate”
La
cute, per definizione, non è sterile, ma alberga circa 10.000
microrganismi per cm2, con una composizione qualitativa e
quantitativa che varia da un individuo all'altro in relazione ad
alcuni fattori, tra cui l'età e i differenti distretti anatomici.
La
cute svolge un ruolo di barriera nei confronti della penetrazione di
microrganismi patogeni, fino a quando si verificano quelle condizioni
patologiche in grado di alterarne l'integrità o l'equilibrio della
flora normalmente residente, che naturalmente fa da schermo
all'ingresso di batteri estranei, patogeni.
Qualsiasi
processo infiammatorio a livello cutaneo, indipendentemente dalla sua
natura, può essere complicato da una sovrainfezione batterica e/o
micotica. Allo stesso modo le patologie infettive, soprattutto
micotiche, possono essere complicate da processi infiammatori. Per
fare fronte a questri quadri patologici complessi, la ricerca
farmacologica ha elaborato delle associazioni precostituite di
principi attivi utilizzati per il trattamento delle dermatiti già
sovrainfette e quelle a rischio di sovrainfezione.
L'isoconazolo
nitrato è un antimicotico imidazolico efficace nei confronti di
dermatofiti, lieviti, muffe, batteri Gram+. Grazie a questo ampio
spettro d'azione, esso può essere impiegato nella terapia delle
micosi superficiali. L'ampio spettro di azione permette di instaurare
la terapia senza dover aspettare gli esiti degli accertamenti
microbiologici, alleviando rapidamente il disagio del paziente.
L'isoconazolo nitrato penetra rapidamente nella cute, con la massima
concentrazione raggiunta dopo 1 ora dall'applicazione; inoltre, la
concentrazione cutanea di isoconazolo nitrato rimane al di sopra dei
livelli di MIC* per dermatofiti e lieviti fino a 4-6 settimane dalla
sospensione del trattamento, offrendo una protezione prolungata nei
confronti delle reinfezioni
*MIC
= concentrazione minima inibente, la concentrazione più bassa di una
sostanza antimicrobica capace di inibire la crescita di un
microrganismo).
L'associazione
con diflucortolone valerato comporta una serie di vantaggi: favorisce
la rapida risoluzione della sintomatologia infiammatoria; causando
vasocostrizione, determina un aumento di concentrazione cutanea
dell'antimicotico nella zona da trattare; il corticosteroide
contrasta le eventuali dermatiti irritative causate da una
sensibilizzazione all'antimicotico stesso.
Il
diflucortolone valerato penetra rapidamente nella cute però i valori
di concentrazione nel sangue restano pressoché nulli.
L'associazione
tra un antimicotico e cortisone si dimostra utile quando la sola
terapia steroidea topica potrebbe favorire l'insorgenza di una
sovrainfezione micotica, soprattutto candidosica, ma pure batterica.
In
linea generale si consigliano due applicazioni giornaliere e una
settimana di terapia, ma già dopo i primi giorni il paziente avverte
un netto miglioramento della sintomatologia soggettiva; in alcuni
casi è possibile completare il trattamento con l'applicazione, a
seconda della patologia principale, del solo corticosteroide o del
solo antimicotico.
Le
dermatosi dell'area genitale
Le
dermatosi dell'area genitale sono molteplici, ma le più frequenti
sono quelle infiammatorie e quelle micotiche.
Le
prime, generalmente di natura irritativa, sono dovute a fattori che
inducono direttamente il danno cutaneo, senza l'intervento di
meccanismi immunitari; sono causate, tipicamente, dall'utilizzo di
detergenti aggressivi, lavaggi troppo frequenti, indumenti troppo
stretti.
Queste
dermatosi si manifestano con un eritema diffuso, vescicole, intenso
prurito e sono spesso complicate da sovrainfezioni batteriche e/o
micotiche.
La
candidosi dei genitali è causata da lieviti del genere Candida. Il
quadro clinico è caratterizzato da eritema, micropustole, vescicole
ed erosioni, prurito e bruciore intensi. Anche questo tipo di
dermatosi può manifestarsi con quadri clinici misti,
infiammatori/infettivi e, per gli stessi motivi è valida la terapia
combinata, ad esempio utilizzando l'associazione isoconazolo
nitrato/diflucortolone valerato, che offre il vantaggio di curare due
condizioni patologiche contemporaneamente ed efficacemente.
In
linea generale si consigliano due applicazioni giornaliere e una
settimana di terapia, in genere sufficienti a determinare la
guarigione in una settimana di terapia.
Tinea
corporis
La
tinea corporis è una micosi causata da dermatofiti; l'agente
eziologico più frequente è il Microsporum canis, ma possono essere
implicati anche agenti.
La
tinea corporis si manifesta con chiazze eritemato-desquamative,
rotondeggianti, a estensione centrifuga, con tendenza alla
risoluzione centrale; il bordo è netto, intensamente eritematoso,
rilevato, desquamante e talvolta circondato da vescicole. I pazienti
lamentano prurito e bruciore intensi.
La
diagnosi può essere fatta già fatta in base all'aspetto clinico
delle lesioni, ma è possibile avere una conferma effettuando un
esame micologico. La terapia si avvale di antimicotici, ma può
accadere che, per una sensibilizzazione al principio attivo stesso o
a qualche eccipiente, la componente infiammatoria peggiori
sensibilmente. Alla luce di queste considerazioni, la combinazione
isoconazolo nitrato 1%/diflucortolone valerato 0,1% risulta
particolarmente vantaggiosa nel trattamento delle tigne, specie se
infiammatorie, in quanto permette di curare l'infezione micotica e,
contemporaneamente, di alleviare con rapidità la sintomatologia
associata.
lunedì 3 ottobre 2016
M6 survival gun
Il fucile M6 è un sovrapposto pieghevole camerato nella canna superiore per il .22lr,
il .22 magnum o il .22 hornet, mentre la canna inferiore è camerata
per il .410 (simile al nostro 36).
L'arma
è tutta in metallo fosfatato, pesa scarica 1,81 kg. L'ingombro totale è di
81 cm (49 cm ripiegato).
Il
mirino è formato da un angolare, ruotabile di 90° che porta da un
lato una rudimentale diottria per la canna rigata e una tacca a V
aperta per la munizione spezzata (viene consigliato di usare sempre
la tacca a V, più facilmente acquisibile, sopratutto con scarsa
visibilità).
Il
calcio porta incernierato un coperchio rivestito in gomma e bloccato
da un pulsante, da cui si accede a un contenitore per cartucce: 12 calibro
.22 e 4 calibro .410.
L'arma
funziona a colpo singolo con selettore posto sul cane esterno:
schiacciando il bottone il percussore si predispone per il .410,
sollevandolo si può sparare il .22.
Non
esiste un vero e proprio grilletto, ma solo una manetta da
schiacciare con pressione media, corsa corta e senza collasso di
retroscatto.
scansione di appunti personali |
Il
cane è largo, non è dotato di mezza monta e lavora su una molla
compressa da una guidamolla. Una volta armato il cane aggancia con il
suo dente inferiore il grilletto, tenuto a posto da una molla a filo
con due rebbi terminali. Schiacciando il grilletto si vince la
resistenza della molla e la manetta si solleva liberando il cane che
può scattare in avanti fino a colpire la cartuccia.
La
sicura, passante, è di tipo a bottone e mostra sulla sinistra un
punto rosso (arma pronta allo sparo) e sulla destra uno verde
(sicura) quando un traversino oppone al cane la parte piena; nel
primo caso, quando l'arma è pronta alfuoco, il cane può passare
attraverso una sfinestratura.
The ammo issued with the M6, like the shotgun shells, were likewise specially made rounds with soft pointed 45-grain bullet. The only problem was, this soft-pointed ammunition was prohibited from use under the laws of war. Considered a ‘dum-dum’ round by the Geneva Convention the packets that the USAF-issue Hornets were shipped in contained a notice that read, “Under no circumstances is the ammunition to be used for offensive or defensive measures against enemy personnel. This ammunition is provided for use with your emergency survival Rifle for the Killing of Game for food under emergency survival conditions only.” Um, OK.
Durante la guerra era chiaro che la munizione calibro .22 a punta molle avrebbe potuto creare problemi agli equipaggi catturati dal nemico perché il proiettile non era mantellato ed era quindi una munizione illegale secondo la Convenzione di Ginevra, equiparabile a una "dum-dum", quindi le autorità americane imposero di stampare sulla scatola di munizioni che si trattava di un'arma da caccia a uso sopravvivenza e che tale arma non doveva MAI essere impiegata in combattimento.
Una moderna reinterpretazione dell'arma da sopravvivenza americana è quella prodotta dalla italianissima ditta Chiappa, bresciana, infatti, non a caso si chiama M6.
Durante la guerra era chiaro che la munizione calibro .22 a punta molle avrebbe potuto creare problemi agli equipaggi catturati dal nemico perché il proiettile non era mantellato ed era quindi una munizione illegale secondo la Convenzione di Ginevra, equiparabile a una "dum-dum", quindi le autorità americane imposero di stampare sulla scatola di munizioni che si trattava di un'arma da caccia a uso sopravvivenza e che tale arma non doveva MAI essere impiegata in combattimento.
Una moderna reinterpretazione dell'arma da sopravvivenza americana è quella prodotta dalla italianissima ditta Chiappa, bresciana, infatti, non a caso si chiama M6.