categoria: conservazione degli alimenti, refrigerazione
QUANDO NON C'ERA... IL FRIGORIFERO
Nella villa di Adriano a
Tivoli (Il secolo d. C.) esiste una galleria scavata nel tufo dove
veniva accumulata la neve ed il ghiaccio raccolta in montagna,
utilizzata per la conservazione dei cibi. Neve e ghiaccio erano
mantenuti sotto strati di paglia, foglie secche o stracci di lana;
queste strutture sotterraneee e di cilindrica, con un'unica apertura
a nord prendono il nome di neviere. L'isolamento termico era favorito
da un cumulo di terreno soprastante e da alberi piantati intorno per
fare ombra.
Dal Rinascimento le
neviere furono costruite in mattoni: le più grandi assomigliavano a
coni rovesciati attorno a cui si costruivano gallerie di deposito.
Tra il '600 e l'800 si
sviluppò un florido commercio di ghiaccio, che veniva venduto di
porta in porta in città.
Il ritorno delle ghiacciaie
In una situazione di
sopravvivenza prolungata, dove non è possibile disporre della
corrente eletrica, la conservazione degli alimenti potrebbe tornare a
essere affidata alle ghiacciaie. Soprattutto
in paesini e case di montagna, dove è possibile raccogliere la neve
in inverno, si possono ottenere dei blocchi di ghiaccio pressandola
per togliere l'aria al suo interno. In pianura l'acqua piovana o
quella dei fiumi, esposta al gelo notturno, può fornire ghiaccio
sufficiente per la conservazione di piccole quantità di cibo.
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