venerdì 24 novembre 2017

Gli zuccheri

categoria: alimentazione, apporto calorico, dolcificanti

Gli zuccheri


Gli zuccheri semplici non devono mancare in un'alimentazione sana, ma è meglio che non superino il 15% delle calorie totali giornaliere. Poichè un uomo ha in media un fabbisogno di circa duemila calorie al giorno, la "quota" di zuccheri semplici non dovrebbe superare 300 calorie, ovvero 75 grammi di zuccheri al giorno.
Consideriamo l'alimentazione tipo di un adulto, vediamo quanto zucchero ingeriamo ogni giorno:
  • in una tazza di latte da 300 ml ci sono 15 grammi
  • nel mezzo chilo di frutta raccomandato sono presenti 40 grammi
  • qualche grammo proviene da verdure dolce, carote o peperoni.
  • Lo zucchero “voluttuario” consentito giornalmente, a questo punto, non deve superare i 20 grammi: lo zucchero nel caffè, qualche biscotto o dolcetto.
Le donne hanno necessità caloriche diverse, circa 1700 calorie giornaliere e quindi la quota di zuccheri scende a 64 grammi. Se restano stabili le percentuali del latte al mattino e della frutta è ovvio che devono diminuire quelle voluttuarie. Quindi occorre qualche sacrificio in più.
Non ci sono differenze sostanziali tra zucchero bianco o di canna, sebbene molti credano diversamente, quindi è necessario moderare il consumo di tutti gli zuccheri, anche del fruttosio, sebbene questo non faccia aumentare la glicemia come il saccarosio.

Gli altri zuccheri naturali, i cosiddetti polialcoli, hanno un alto potere dolcificante e non forniscono troppe calorie, ma se si eccede troppo nel loro consumo, possono provocare tensione e gonfiore intestinale. Quanto agli edulcoranti artificiali, le linee guida internazionali li sconsigliano ai bambini sotto i tre anni, alle donne in gravidanza e allattamento e invitano alla cautela anche nei bambini con più di 3 anni.

martedì 21 novembre 2017

Influenza e raffreddore. Il ruolo del vaccino per l'influenza

categoria: medicina, malattie invernali

Influenza e raffreddore. Il ruolo del vaccino per l'influenza


Non è sempre facile distinguere l'influenza dal raffreddore. In un caso su due chi crede di aver preso l'influenza è stato contagiato da uno dei tantissimi virus parainfluenzali che circolano in inverno e da cui la vaccinazione per l'influenza non protegge.

I segni tipici sono tre e perché sia vera influenza è necessario che siano presenti tutti contemporaneamente:
  • febbre improvvisa oltre i 38 gradi; la febbre è il segno più tipico, spesso il primo a comparire: soltanto negli anziani e nei bimbi al di sotto di un anno l'influenza può manifestarsi con febbre non molto elevata
  • sintomi generali (dolori muscolari, una grande stanchezza, debolezza)
  • sintomi respiratori (tosse, naso che cola)

La raccomandazione è quella di non usare antibiotici, a meno che non ci sia anche un'infezione batterica oltre a quella virale.
L'ideale è restare a casa a riposo, per evitare di spargere il contagio. Per prevenire l'attacco virale è utile evitare gli sbalzi di temperatura, coprire naso e bocca quando si è all'aperto, lavare spesso le mani e seguire un'alimentazione ricca di frutta e verdura.



Il vaccino non impedisce l'aggressione virale all'organismo, ma riduce l'entità dei sintomi della malattia e i giorni di malattia. Dopo la vaccinazione occorrono anche dieci giorni prima di avere una copertura completa.