Farmacocinetica (prima parte)
Una pillola presa per
alleviare un mal di testa libera un farmaco che deve andare dal sito di somministrazione
a quello d’azione.
La farmacocinetica studia
il percorso del farmaco nell’organismo e modificazioni subite durante tale
percorso:
-
assorbimento
-
trasporto emato-linfatico
-
ripartizione e fissazione tissutale
-
metabolizzazione
-
escrezione
Assorbimento
Il farmaco, per produrre il suo
effetto, deve raggiungere il proprio sito d’azione e questo vuol dire, tranne i
medicinali per uso topico, passare dall’ambiente esterno al sangue superando
numerose barriere costituite da strati di cellule di vario spessore. Si
considera esterno all’organismo la cute, il tubo digerente ed il retto, le vie
respiratorie e genitali.
Il farmaco deve infine superare
la membrana cellulare, una struttura a mosaico, costituita da porzioni lipofile
ed idrofile. Le porzioni lipofile isolano e proteggono il citoplasma dall’esterno; le ridotte parti
idrofile sono proteine che funzionano da canali per il passaggio di ioni. Non
esistono sistemi di trasporto attivo per i farmaci, salvo che quest’ultimi non
riescano a sfruttare quelli creati per i metaboliti utili alla cellula, come ad
esempio il glucosio e gli aminoacidi essenziali.
Un farmaco rigorosamente lipofilo
non ha difficoltà a passare la membrana, essendo quest’ultima in massima parte
lipofila.
Un farmaco rigorosamente idrofilo
può passare solo per le piccole porzioni idrofile e, attraverso esse, non
possono passare molecole molto grosse.
I farmaci sono spesso degli acidi
o basi deboli che, quando non dissociati, hanno un carattere lipofilo, che
facilita il passaggio della membrana. Una volta all’interno della cellula, la
differenza di pH favorisce la dissociazione del farmaco e richiama all’interno
della cellula altre molecole di medicinale non dissociato. Il legame con i
substrati cellulari o il passaggio in una seconda cellula ostacola il
raggiungimento di un equilibrio e richiama alla fine tutto il farmaco
all’interno della cellula.
Figura 1: passaggio del farmaco attraverso
la membrana
Perché un farmaco manifesti la
sua azione su un organismo, deve raggiungere una certa concentrazione[1], dapprima
nel sangue e poi nell’organo sede della sua azione. Superata questa soglia,
l’azione del farmaco diventa proporzionale alla concentrazione del medicinale
nel sangue.
Ripetendo la
somministrazione del farmaco prima che si sia esaurita l’azione della
precedente dose, si ha una maggiorazione dell’azione proporzionata alla
quantità di medicinale complessivamente presente.
I fenomeni di metabolizzazione ed
escrezione allontanano il farmaco dall’organismo. Un parametro utile per
valutare l’eliminazione del farmaco è la clearance, il volume di plasma
depurato nell’unità di tempo.
Figura 2: relazione tra curva concentrazione ematica/tempo ed effetto farmacologico |
Figura 3: andamento delle concentrazioni (ematiche e
tessutali) e dell'azione del farmaco in rapporto alla velocità di assorbimento
e di eliminazione dello stesso, somministrato per 5 volte a distanza di 24 ore
tra loro ma sempre alla stessa dose, con la possibilità di equiattività (A), abitudine
(tolleranza) (B) o accumulo (C)
L’assorbimento è favorito da vari
fattori:
- molecole di farmaco piccole
- buona solubilità del farmaco in
acqua o lipidi
- favorevoli condizioni di
permeabilità nel punto di somministrazione
- una buona irrorazione sanguigna
nella zona di assorbimento
Quando si vuole graduare l’azione
di un farmaco (formulazioni
“ritardo”) si interviene sulla forma farmaceutica, la via di somministrazione,
il grado di dissociazione della molecola.
In generale le forme
farmaceutiche liquide consentono un assorbimento più rapido rispetto a quelle
solide, dato che quest’ultime devono prima disgregarsi e solubilizzarsi.
Le forme solide sono variamente
rivestite per ottenere formulazioni a cessione controllata, mentre alle forme
liquide sono aggiunti o meno eccipienti oleosi[2].
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