Categorie: piante
Etim.: latino porcus, ma nel senso di "genitali
femminili" e dal greco "lochos = parto", giacché nella medicina
antica si usava somministrare l'infuso della pianta dopo il parto per favorire
la fuoruscita dei liquidi che si formano in tale evenienza; dal latino
olus/oleris = verdura, erba, quindi l'aggettivo = da utilizzare come verdura
commestibile.
Distribuzione: originaria dell'Asia occidentale temperata o ora diffusa
in tutte le regioni temperate del globo.
Habitat: specie spontanea, è frequente nei campi, orti, terreni
incolti, pertinenze degli abitati, ruderi, crepe dei selciati, bordi di strade
e di sentieri, difficile da trovarsi in montagna o luoghi selvatici. Pianura e fascia
collinare.
Morfologia: pianta erbacea carnosa annua, glabra, grassetta.
Dalla radice ben sviluppata si diparte il fusto cilindrico di 20 - 40 cm,
succoso, molto ramificato, talvolta rossastro, prostrato, ascendente solo
quando la pianta nasce vicino ai muri, 20-40 cm.
Le foglie carnose e succose sono
sessili, cuneate alla base, allargate e arrotondate all'apice; le foglie alla
base sono opposte, a metà altezza sono alterne, mentre le superiori sono riunite
in pseudoverticilli.
I fiori piccoli e gialli sono
solitari o in fascetti all'ascella delle ramificazioni superiori. Il calice, a coppa,
è formato da 2 sepali precocemente caduchi, la corolla di colore giallo è
formata da 4-6 petali di forma oblunga con l'apice arrotondato; gli stami sono
12 e l'ovario presenta lo stilo ramificato. Fioritura V-IX (Maggio - Novembre).
Il frutto è una capsula ovale
appuntita all'apice; a maturità si divide in due parti mediante una fessura
circolare trasversale.
Coltivazione: si coltiva a partire dal seme.
Parti da cogliere: foglie e cimette fiorite.
Mucillagini, vitamine B
e C, acidi organici, oligoelementi, saponosidi, flavonoidi.
Quando si coglie: le foglie tenere e le cimette fiorite da Maggio a
Settembre.
Pregio: il succo, stimato diuretico-depurativo, per sciacqui nelle
infiammazioni della cavità orale.
Uso: I giovani germogli striscianti e le foglie grassette e
succulente sono fra le migliori verdure da consumarsi sole in insalata, sia per
la consistenza, che per il sapore e, lessate, come ingredienti della frittata.
Le foglie e le cimette si saltano
velocemente in padella con l'odore dell'aglio e l'olio per guarnire crostini e
per i sughi per paste asciutte. Ottimi le foglie, le cimette e i rametti teneri
sotto aceto.
Bibliografia
Le erbe selvatiche
Ennio Lazzarini
Hoepli
Le insalate di
campo raccolte sull'Ambata in Toscana
G. Bonelli, A. De
Bellis, G. Nanni.
Edizioni Effigi
99 piante spontanee mangerecce
Francesco Corbetta
Alberto Perdisa editore
Nutrirsi al naturale con erbe
selvatiche
Primo Boni
Edizioni Paoline
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