categoria: pronto soccorso
Emilia Romagna. I militari reclutati nei reparti più a rischio degli ospedali. Al via protocollo tra Regione e Difesa
In questo modo verranno mantenute e migliorate le competenze dei professionisti e, in futuro, si penserà a come coinvolgerli nell'organizzazione del servizio sanitario regionale. Ma si tratterà anche di un servizio ulteriore ai cittadini. “In futuro potranno essere impiegati in condizioni estreme, anche sul territorio nazionale”.
28 AGO - Un accordo che consentirà a 35 tra medici e infermieri assunti dall’esercito di operare all’interno delle strutture sanitarie pubbliche dell’Emilia Romagna. Il protocollo, secondo quanto riportato dal quotidiano 'La Repubblica' verrà firmato nei prossimi giorni dal presidente della Regione Stefano Bonaccini e dal ministro della Difesa Roberta Pinotti. Non si tratterà comunque della prima Regione a misurarsi con questa novità, dato che la strada è già stata intrapresa da Toscana e Friuli Venezia Giulia. Medici e infermieri che oggi lavorano negli ambulatori delle caserme “saranno impiegati nei reparti più a rischio: emergenza, pronto soccorso affinché non “perdano la mano – si legge nel protocollo - a causa dell'inattività nel caso debbano essere impiegati, in futuro, in condizioni estreme, anche sul territorio nazionale”.
“A noi sembra un'ottima idea – ha commentato Licia Petropulacos, direttore generale dell'assessorato alla Sanità - un bell'esempio di collaborazione tra settori della pubblica amministrazione. È un'esperienza tutta da costruire, con le dovute cautele, ma il senso è quello di mantenere e migliorare le competenze dei professionisti e, in futuro, pensare a come coinvolgerli nell'organizzazione del servizio sanitario regionale, visto che parliamo di personale formato”.
L’ottica complessiva dell’operazione è quella di fornire un servizio ai cittadini, come spiega il testo del protocollo. "Il personale sanitario militare, adeguatamente addestrato, può rappresentare una risorsa aggiuntiva del sistema sanitario regionale. Può rappresentare una sinergia virtuosa ampliando le disponibilità per i cittadini”.
“A noi sembra un'ottima idea – ha commentato Licia Petropulacos, direttore generale dell'assessorato alla Sanità - un bell'esempio di collaborazione tra settori della pubblica amministrazione. È un'esperienza tutta da costruire, con le dovute cautele, ma il senso è quello di mantenere e migliorare le competenze dei professionisti e, in futuro, pensare a come coinvolgerli nell'organizzazione del servizio sanitario regionale, visto che parliamo di personale formato”.
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