categoria: igiene
Furono i pidocchi a sconfiggere Napoleone in Russia
Più che i combattimenti contro l'esercito
russo e il terribile inverno russo, il "Generale Inverno", furono il tifo esantematico e la
"febbre da trincea" a decimare le truppe
francesi.
A sconfiggere l'esercito di
Napoleone Bonaparte in Russia furono i pidocchi. A sostenerlo è uno studio del
Journal of Infectious Deseases, che ha identificato la causa delle morie di tifo e di "febbre da trincea"
che decimarono le truppe francesi in Russia.
Napoleone si mise in marcia verso
la Russia nell'estate del 1812 con mezzo milione di soldati. Tuttavia, stremati
da freddo e malattie, quell'inverno furono solo 25 mila ad arrivare a Vilnius,
in Lituania, e ancor meno, soltanto 3 mila, a resistere fino alla disfatta.
I cadaveri dei soldati furono
seppelliti in fosse comuni e proprio in una di queste, nel 2002 a Vilnius, ritrovata
durante i lavori di costruzioni in un cantiere, furono trovati circa un
migliaio di cadaveri. Un gruppo di ricerca dell'Università di Marsiglia, ha
studiato i resti umani delle vittime di guerra, analizzando vestiti, ossa e
soprattutto la polpa dentale estratta dai denti di 35 diversi soldati.
Proprio
dalla polpa dentale è stato estratto il Dna di due batteri, la
Bartonella quintana e la Rickettsia prowazakii, all'origine di tifo
esantematico e "febbre da trincea", malattia che uccise molti soldati
anche durante la Prima Guerra Mondiale e segnalata anche in gruppi di
senzatetto di alcune aree urbane.
Una volta identificati i batteri
patogeni col Dna, gli scienziati hanno indicato la specie vettore del batterio:
un pidocchio che, dalle analisi effettuate, sembra aver colpito almeno il 29%
dei soldati seppelliti.
Approfondimento:
Tifo esantematico (o tifo petecchiale, o dermotifo). Malattia infettiva contagiosa, endemica o epidemica, causata da Rickettsia prowazeki, trasmessa dal pidocchio, e caratterizzata da una febbre ciclica, stato tifoso ed esantema maculo-emorragico. L’insetto vettore è il pidocchio umano, di solito Pediculus vestimenti, meno frequentemente Pediculus capitis, che diventa infettante 8÷9 giorni dopo aver succhiato il sangue di un malato: pungendo un nuovo soggetto e nel contempo deponendo le feci nelle vicinanze, pone le premesse per il nuovo contagio. La diffusione della malattia è favorita da condizioni igieniche precarie, in situazione di agglomerati umani. La lesione anatomopatologica caratteristica è una vasculite disseminata per invasione dell’endotelio da parte delle rickettsie, con necrosi, trombi, noduli e manicotti d’infiltrazione periarteritica. La malattia è caratterizzata, oltre che dalla comparsa di febbre elevata, da sintomi a carico della cute (esantema maculopapuloso emorragico), del sistema nervoso centrale (stato tifoso), e del sistema cardiovascolare (sintomi di ipotonia vasale periferica e danno a livello del miocardio). La terapia è antibiotica (cloramfenicolo e tetracicline). La profilassi specifica si attua con la somministrazione di vaccini associata a misure generali (disinfestazione dai pidocchi, norme igieniche).
Aver cura del proprio corpo e rispettare con scrupolo le più elementari norme di igiene è importante in una situazione di sopravvivenza, poiché non si ha a disposizione un medico per ricevere cure adeguate.
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