categoria: pronto soccorso
Le emorragie e l'uso dell'acido tranexamico
I traumi rappresentano una delle principali cause di morte al mondo. Circa un terzo delle morti per trauma che avvengono in ospedale sono riconducibili ad una emorragia. I lacci emostatici e gli agenti emostatici (Combat Gauze) sono inutili nelle emorragie interne, mentre l’acido tranexamico (TXA) aiuta a fermare l'emorragia.
Il meccanismo dell’emostasi
L’emostasi è il processo
fisiologico mediante il quale si arresta il sanguinamento da un vaso sanguigno
leso. L’emostasi richiede l’attività combinata di fattori vascolari,
piastrinici e plasmatici; parallelamente si attivano i meccanismi che limitano l’accumulo
di piastrine e di fibrina all’area danneggiata.
L’attività fibrinolitica, basata
sulla conversione del plasminogeno in plasmina, degrada per via enzimatica la
fibrina riuscendo a dissolvere i coaguli di sangue. In caso di intervento
chirurgico maggiore o trauma, il danno ai tessuti fa prevalere il processo
della fibrinolisi; gli agenti antifibrinolitici si usano in chirurgia per
ridurre la perdita ematica nei pazienti con fibrinolisi normale o accentuata e diminuire
la necessità di trasfusioni, apparentemente senza aumento del rischio di
complicanze postoperatorie, legati alla formazione di microcoaguli all’interno
delle arterie e delle vene.
L’acido tranexamico (TXA)̀, un derivato sintetico dell’aminoacido lisina, si lega
competitivamente ai siti di legame della lisina sulla molecola del
plasminogeno, bloccando la trasformazione l’attivazione in plasmina.
Il farmaco è impiegato
prevalentemente per trattare la menorragia e a scopo preventivo negli emofilici
che devono sottoporsi ad estrazioni dentarie. Alcuni odontoiatri lo usano per
via topica nelle sedi cavitarie che sanguinano abbondantemente.
L’analogia delle risposte
emostatiche in caso di intervento chirurgico e di trauma ha portato alla
realizzazione di uno studio su una casistica molto ampia, che ha coinvolto 274
ospedali in 40 paesi e 20.000 pazienti.
Lo studio, denominato CRASH-2 (Clinical Randomisation of an
Antifibrinolytic in Significant Haemorrhage), pubblicato su The Lancet, ha
analizzato gli effetti della somministrazione precoce di acido tranexamico, il
rischio di eventi occlusivi vascolari e la necessità di trasfusioni in pazienti
traumatizzati con emorragia grave in atto o attesa.
I pazienti hanno ricevuto una
infusione endovenosa di 1 g di acido tranexamico in 10 minuti con 100 cc di
soluzione fisiologica o Ringer lattato, seguita da una infusione di 1 g in 8
ore. I casi di controllo sono stati trattati con soluzione salina allo 0,9%. L’acido
tranexamico è somministrato mediante infusione lenta, per ridurre il rischio di
ipotensione.
Il principale criterio di
valutazione di efficacia era rappresentato dalla percentuale dei decessi per
qualsiasi causa avvenuti in ospedale nelle 4 settimane successive al ricovero.
La mortalità totale è stata del 16% nei pazienti trattati con placebo e del
14,5% in quelli trattati con acido tranexamico. La differenza a favore
dell’acido tranexamico, corrispondente ad una riduzione del rischio assoluto
dell’1,5%, significativa sotto il profilo statistico (una vita salvata ogni 66
pazienti trattati).
L’incidenza di eventi occlusi
vascolari fatali e non fatali (ictus, infarto miocardico, embolia polmonare) è risultata 0,3% e
1,4% nel gruppo placebo contro 0,5% e 1,5% nel gruppo acido tranexamico.
Adottando come criterio di
valutazione solo la mortalità specifica per emorragia e analizzando la
tempistica del trattamento con gli esiti clinici, lo studio ha dimostrato che
tanto più precocemente l’acido tranexamico è somministrato tanto maggiore è
il beneficio. Il trattamento effettuato entro un’ora dal trauma ha diminuito il
rischio di morte per emorragia dal 7,7% al 5,3%, pari ad una riduzione del
rischio assoluto del 2,4% (una vita ogni 42 traumatizzati gravi); la
somministrazione è ancora utile quando fatta entro tre ore dal ferimento. La
somministrazione oltre tre ore dal trauma ha aumentato il rischio di morte per
emorragia: i decessi sono infatti risultati 144 (su 3.272 pazienti) contro 103
(su 3.362 pazienti) trattati con placebo, pari al 4,4% contro 3,1%.
Possibili effetti indesiderati
nausea, vomito, diarrea
disturbi visivi
possibile aumento del rischio di
coaguli post-infortunio
ipotensione, se somministrato come
bolo endovenoso
Conservazione e trattamento
Intervallo di temperatura
consigliato per la conservazione: 15 – 30°C. Proteggere questo farmaco da
condizioni ambientali estreme (conservare e trasportare in strutture con aria
condizionata; in missione i militari portano il farmaco in un piccolo
contenitore coibentato nello zaino di pronto soccorso e, in caso di temperature
molto rigide, portano il TXA accanto al corpo).
Un recente editoriale pubblicato
su “The Medical Journal of Australia” dal
titolo “Trauma and
tranexamic acid” a firma di Russell L Gruen, Ian G Jacobs e Michael
C Reade pone alcuni dubbi sia sul metodo che sul merito dello studio CRASH-2.
In particolare lo stato ipercoagulativo indotto dall’Acido Tranexamico potrebbe
(teoricamente) favorire l’insorgenza di complicanze spesso fatali, come
l’embolia polmonare e la trombosi venosa profonda, tipiche del paziente
politraumatizzato. Complicanze risultate molto rare nel CRASH-2, ma più
numerose nello studio parallelo condotto in ambito militare (Military
Application of Tranexamic Acid in Trauma Emergency Resuscitation; MATTERs study):
rispettivamente 9 e 12 volte maggiori nella popolazione trattata con Acido
Tranexamico rispetto a quella di controllo. (www.ncbi.nlm.nih.gov)
La riduzione dell’azione
fibrinolitica della plasmina tende ad indurre una coagulopatia acuta post-traumatica
(ATC), soprattutto nei pazienti politraumatizzati massivamente trasfusi. Poiché
l’acido Tranexamico fa parte dei protocolli in cui sono previsti alte dosi di
emazie concentrate o di altri fattori ematici, il dubbio sorge spontaneo, ma lo
studio CRASH-2 non indaga in maniera soddisfacente su questo punto.
A tal proposito sono già in programma (negli USA ed in
Australia) altri trial che prenderanno in considerazione i dubbi lasciati
irrisolti da CRASH-2.