categoria: pronto soccorso, farmacologia
Il meccanismo di coagulazione a cascata. I fattori di coagulazione
Durante il meccanismo di coagulazione
a cascata, una serie di fattori plasmatici, inattivi, si attiva in sequenza:
una determinata proteina attivata porta a trasformare la forma inattiva di una
seconda proteina in forma attiva; la seconda proteina attivata porta
all'attivazione di una terza proteina e così via. La successione di questa
cascata di eventi è strettamente specifica: la prima proteina attiva solo la
seconda, ma non può attivare la terza; tutto avviene quindi secondo uno schema
ben determinato. L'attivazione avviene alla presenza di particolari molecole
dette cofattori.
I fattori della coagulazione
I fattori della coagulazione sono di
varia natura. Per la maggioranza sono proenzimi (zimogeni) che, quando sono
attivati, svolgono una attività proteasica. Altri fattori, come l'VIII ed il V,
sono cofattori di natura non enzimatica, che servono a mantenere in adeguato
contatto un enzima con il substrato.
Altri componenti fondamentali nella
coagulazione sono:
-
i fosfolipidi, che costituiscono una
adatta superficie di reazione
-
gli ioni calcio, che favoriscono le
interazioni fra enzimi, cofattori e fosfolipidi.
Fattori Vitamina K-Dipendenti
I fattori emocaoagulativi sono
sintetizzati per lo più a livello epatico. Alcuni hanno necessità
dell'intervento della Vitamina K per essere sintetizzati: II, VII, IX e X.
Zimogeno: precursore inattivo di enzimi
proteolitici. Gli zimogeni , rispetto alla sequenza amminoacidica della
proteina matura, possiedono un frammento peptidico in più, che ne modifica la
struttura del sito catalitico così da renderlo non accessibile al substrato,
quindi inattivo. Questo frammento viene rimosso proteoliticamente o per
autocatalisi perdare la forma attiva.
Vitamina K : il nome deriva
dal termine Koagulation vitamin
Comunemente si distinguono due vie
principali che attivano il processo di coagulazione, la via estrinseca e
la via intrinseca, che convergono nella cosiddetta via comune.
La via estrinseca è la via più rapida che porta alla formazione di un coagulo in
un tempo molto breve, quantificabile in pochi secondi. Essa è attivata nel
momento in cui una lesione vasale produce la liberazione di fosfolipidi e di un
complesso di tipo proteico noto come fattore tissutale (anche tromboplastina
tissutale); gli altri fattori attivati sono i fattori plasmatici VII, X e V.
La via intrinseca della coagulazione è così denominata perché i suoi componenti
sono tutti presenti nel sangue. Questa via inizia quando il sangue viene a
contatto con superfici cariche negativamente, come quelle delle cellule
endoteliali danneggiate. La formazione di un coagulo, che richiede un periodo
di tempo di alcuni minuti, inizia con l'attivazione del fattore XII (fattore di
Hageman), i fattori XI, IX e VIII e i fattori che prendono parte alla via
estrinseca.
Dopo l'attivazione del fattore X (di
Stuart), le vie intrinseca ed estrinseca convergono in una via comune che porta alla formazione
della trombina, l'ultimo enzima della cascata che agisce sul fibrinogeno per
produrre fibrina.
Avvenuta la riparazione del vaso, il
coagulo deve essere dissolto al fine di evitare ostacoli alla circolazione del
sangue. Di questa dissoluzione si incarica la fibrinolisi, che converte, rappresenta il meccanismo fondamentale
attraverso il quale si dissolve il coagulo di fibrina, dopo che ha svolto la
sua funzione. La principale reazione della fibrinolisi è rappresentata dalla
conversione, per opera di attivatori enzimatici, del plasminogeno (proenzima
plasmatico, inattivo) nell'enzima proteolitico attivo plasmina, in grado di
degradare la fibrina in frammenti solubili.
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