giovedì 7 luglio 2016

Categoria: pronto soccorso

Un kit di pronto soccorso militare risalente agli anni Sessanta, ci permette di farci un'idea delle dotazioni dell'epoca

Cassetta di colore verde oliva recante al centro del coperchio una vistosa croce rossa in campo bianco e la scritta: "Cassetta di Pronto Soccorso per Raggruppamenti di frontiera", verniciata in nero con mascherina preintagliata.
L'interno del coperchio riporta il listato dattiloscritto del contenuto e la firma del Direttore di Farmacia dell'Istituto Chimico Farmaceutico militare di Firenze addetto all'allestimento, Cap. Chi. Farm. dr. Mario Russo.
Data di confezionamento delle fiale: gennaio 1961.


Il contenuto corrisponde esattamente alla lista eccetto tre preparazioni contenenti oppiati e morfina che sono state cassate con un tratto rosso, probabilmente per le norme successive che già imponevano il trasporto e la cura di queste sostanze da parte del Medico di Reparto. Si possono notare numerosi pacchetti di medicazione, R.E. mod.1931, che già allora dovevano apparire inadatti sia per efficienza che per caratteristiche di conservazione: i coevi americani contenevano una mussola più grande in un involucro impermeabilizzato ed ermetico, mentre i nostri erano avvolti in carta oleata. Buona, invece, la restante dotazione di sei pezzi ciascuna, di materiale di medicazione costituito da vari formati di garze, mussole, telini e cotone che riempiono la cassetta per circa due terzi.
Al centro sono posti dei flaconi, avvolti da cartone ondulato giallo, contenenti alcool denaturato (500 cc), soluzione jodata, ed un flacone (100 cc) di Coramina, un analettico cardiaco, due flaconi di polveri a base di sulfamidici per applicazioni topiche come batteriostatici nel trattamento d'infezioni della cute e per le medicazioni, attualmente abbandonate per complicanze allergiche e scarsa efficacia. La dotazione comprende dei preparati galenici: Lobelina in fiale da 1 cc, probabilmente proposta come antidoto ad un eventuale sovradosaggio della morfina ed in genere usata come analettico respiratorio e/o antiasmatico; chinino, antichissimo rimedio antimalarico ed antipiretico (ma da noi la malaria è stata eradicata con le bonifiche del Ventennio!); Piramidone in tavolette con caffeina, usato come analgesico ed antipiretico, ormai abbandonato in favore di prodotti più attivi; caffeina sodio-bismuto in fiale da 1 cc, coadiuvante nella terapia della depressione respiratoria da morfina e nell'insufficienza cardiaca; Bismuto sottonitrato, un astringente e disinfettante intestinale associato a sale d'oppio per l'effetto antidolorifico viscerale; canfora in fiale da 1 cc stimolante il sistema nervoso e analettico respiratorio. Laudano, antidolorifico ed antispastico intestinale, e morfina iniettabile, come già detto, non sono più presenti. Completano la dotazione una pomata per scottature, un collirio-pomata per occhi, un laccio emostatico tipo Tourniquet americano e spilli da balia.


Negli anni '60, il periodo in cui è stata allestita questa cassetta, la sperimentazione farmacologica aveva introdotto sul mercato nuovi farmaci, dagli antibiotici a gli antinfiammatori non steroidei (FANS): probabilmente l'Istituto chimico-farmaceutico di Firenze, pur conoscendo i nuovi brevetti, per una sorta di volano inerziale causato da regolamenti intemi o per fatti economici, non riusciva ad adeguarsi alle nuove possibilità e sicuramente nel computo economico della gestione militare tornava comodo il mantenimento della vecchia produzione (laudano e sali di bismuto) e l'uso delle scorte a magazzino (i pacchetti-medicazione mod.1931, R.E.1).



Un'ultima sorpresa: dopo un'energica ripulitura dell'esterno della cassetta, che oltre a sudiciume vario pareva ricoperta da uno strato di materiale appiccicoso, forse un vecchio grasso impermeabilizzante, sotto la vernice, in controluce si osserva un disco centrale contenente il caduceo e la scrittta "U.S.Army Medical Departement" ed ai lati superiore ed inferiore: "Treatment Gas Casualty, Item no.97767" (trattamento delle lesioni da gas, art.n.97767). Evidentemente faceva parte del numeroso materiale sanitario lasciato dagli Americani al nostro Esercito al termine del conflitto e da noi riciclato per vari usi: specificamente la cassetta doveva contenere una dotazione di medicamenti dermatologici ed internistici contro gli effetti dei gas bellici nervini, vescicanti, ecc.

ARMI Magazine – Osvaldo Montefusco

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