Categoria: pronto soccorso
Un kit di pronto soccorso militare risalente agli anni Sessanta, ci permette di farci un'idea delle dotazioni dell'epoca
Cassetta
di colore verde oliva recante al centro del coperchio una vistosa
croce rossa in campo bianco e la scritta: "Cassetta di Pronto
Soccorso per Raggruppamenti di frontiera", verniciata in nero
con mascherina preintagliata.
L'interno
del coperchio riporta il listato dattiloscritto del contenuto e la
firma del Direttore di Farmacia dell'Istituto Chimico Farmaceutico
militare di Firenze addetto all'allestimento, Cap. Chi. Farm. dr.
Mario Russo.
Data di confezionamento delle fiale: gennaio 1961.
Data di confezionamento delle fiale: gennaio 1961.
Il
contenuto corrisponde esattamente alla lista eccetto tre preparazioni
contenenti oppiati e morfina che sono state cassate con un tratto
rosso, probabilmente per le norme successive che già imponevano il
trasporto e la cura di queste sostanze da parte del Medico di
Reparto. Si possono notare numerosi pacchetti di medicazione, R.E.
mod.1931, che già allora dovevano apparire inadatti sia per
efficienza che per caratteristiche di conservazione: i coevi
americani contenevano una mussola più grande in un involucro
impermeabilizzato ed ermetico, mentre i nostri erano avvolti in carta
oleata. Buona, invece, la restante dotazione di sei pezzi ciascuna,
di materiale di medicazione costituito da vari formati di garze,
mussole, telini e cotone che riempiono la cassetta per circa due
terzi.
Al
centro sono posti dei flaconi, avvolti da cartone ondulato giallo,
contenenti alcool denaturato (500 cc), soluzione jodata, ed un
flacone (100 cc) di Coramina, un analettico cardiaco, due flaconi di
polveri a base di sulfamidici per applicazioni topiche come
batteriostatici nel trattamento d'infezioni della cute e per le
medicazioni, attualmente abbandonate per complicanze allergiche e
scarsa efficacia. La dotazione comprende dei preparati galenici:
Lobelina in fiale da 1 cc, probabilmente proposta come antidoto ad un
eventuale sovradosaggio della morfina ed in genere usata come
analettico respiratorio e/o antiasmatico; chinino, antichissimo
rimedio antimalarico ed antipiretico (ma da noi la malaria è stata
eradicata con le bonifiche del Ventennio!); Piramidone in tavolette
con caffeina, usato come analgesico ed antipiretico, ormai
abbandonato in favore di prodotti più attivi; caffeina sodio-bismuto
in fiale da 1 cc, coadiuvante nella terapia della depressione
respiratoria da morfina e nell'insufficienza cardiaca; Bismuto
sottonitrato, un astringente e disinfettante intestinale associato a
sale d'oppio per l'effetto antidolorifico viscerale; canfora in fiale
da 1 cc stimolante il sistema nervoso e analettico respiratorio.
Laudano, antidolorifico ed antispastico intestinale, e morfina
iniettabile, come già detto, non sono più presenti. Completano la
dotazione una pomata per scottature, un collirio-pomata per occhi, un
laccio emostatico tipo Tourniquet americano e spilli da balia.
Negli
anni '60, il periodo in cui è stata allestita questa cassetta, la
sperimentazione farmacologica aveva introdotto sul mercato nuovi
farmaci, dagli antibiotici a gli antinfiammatori non steroidei
(FANS): probabilmente l'Istituto chimico-farmaceutico di Firenze, pur
conoscendo i nuovi brevetti, per una sorta di volano inerziale
causato da regolamenti intemi o per fatti economici, non riusciva ad
adeguarsi alle nuove possibilità e sicuramente nel computo economico
della gestione militare tornava comodo il mantenimento della vecchia
produzione (laudano e sali di bismuto) e l'uso delle scorte a
magazzino (i pacchetti-medicazione mod.1931, R.E.1).
Un'ultima
sorpresa: dopo un'energica ripulitura dell'esterno della cassetta,
che oltre a sudiciume vario pareva ricoperta da uno strato di
materiale appiccicoso, forse un vecchio grasso impermeabilizzante,
sotto la vernice, in controluce si osserva un disco centrale
contenente il caduceo e la scrittta "U.S.Army Medical
Departement" ed ai lati superiore ed inferiore: "Treatment
Gas Casualty, Item no.97767" (trattamento delle lesioni da gas,
art.n.97767). Evidentemente faceva parte del numeroso materiale
sanitario lasciato dagli Americani al nostro Esercito al termine del
conflitto e da noi riciclato per vari usi: specificamente la cassetta
doveva contenere una dotazione di medicamenti dermatologici ed
internistici contro gli effetti dei gas bellici nervini, vescicanti,
ecc.
ARMI
Magazine – Osvaldo Montefusco
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