categoria: farmacologia
I disturbi del ritorno venoso
Cenni di anatomia
Il
circolo venoso superficiale degli arti inferiori è affidato alla
piccola safena e alla grande safena, due vene che drenano un terzo
del sangue refluo proveniente dal cuore. I restanti due terzi del
sangue refluo sono affidati alle vene profonde. Le vene perforanti
mettono in comunicazione il circolo venoso superficiale con quello
profondo.
Una
serie di efficienti meccanismi assicurano il drenaggio di sangue
dalla periferia al centro vincendo anche la forza di gravità:
- le valvole venose unidirezionali impediscono il riflusso del sangue e, frazionando la colonna ematica, alleggeriscono le parti sottostanti dall'eccessivo carico pressorio;
- la rete venosa plantare, comunemente chiamata spugna plantare, viene “strizzata” continuamente durante la deambulazione, spingendo il sangue in direzione centripeta;
- la pompa muscolare, attraverso la contrazione dei muscoli del polpaccio, provoca una "spremitura" delle vene e la progressione in senso antigravitario della colonna di sangue;
- la spinta esercitata dal tono e dall'elasticità delle pareti venose e il "risucchio" esercitato dalla pressione intratoracica negativa durante l'inspirazione.
I disturbi del ritorno renoso
La
grande safena è sede di massima incidenza dei disturbi del ritorno
venoso.
Le
gambe pesanti si avvertono dopo prolungata stazione eretta e questo
può essere per anni l'unico sintomo di stasi venosa, che scompare
con la deambulazione o con il riposo a letto. Il gonfiore alle
caviglie si avverte alla sera, mentre al mattino è assente.
La
stasi prolungata a livello delle caviglie, dà luogo alla fuoriuscita
di liquido dal letto capillare e quindi edema. Il formicolio,
associato spesso al senso di pesantezza è un chiaro segnale di
ristagno venoso. Le teleangectasie, la formazione di reticoli
capillari superficiali a "tele di ragno", sono il primo
segno visibile di sovraccarico circolatorio locale. I crampi notturni
sono causati dalla liberazione di cataboliti tossici e di sostanze ad
azione infiammatoria, dalla ipossia dei tessuti extravasali. I
bruciori, sono spesso associati alla presenza delle teleangectasie o
rotture di capillari. Il prurito può indicare la liberazione locale
di istamina o iniziali sofferenze della cute.
Disattendere
questi sintomi premonitori di sofferenza venosa riduce notevolmente
la possibilità di intervento.
LE MEDICINE NATURALI
Via
orale
Aesculus
Hippocastanum MG 1 DH: è indicato sempre quando le gambe soffrono
per cattiva circolazione.
Sorbus
domestica MG 1 DH: è indicata sempre quando sono coinvolti i vasi
venosi.
Castanea
vesca MG 1 DH: è indicata sempre quando sono coinvolti i vasi
linfatici. Si suggeriscono dosaggi fino a 50 gocce tre volte al dì
prima dei pasti e si possono associare.
Olio
essenziale di cipresso: è un rimedio usato da sempre. Bastano 2
gocce di olio essenziale su una zolletta di zucchero da succhiare
prima dei tre pasti.
Uso
topico
Gel di
escina 1%
Preparazione:
a 80 g di acqua bollita e filtrata si aggiunge 1 g di escina acida,
si agita fino a completa solubilità e si aggiungono 20 g di Lubragel
DV. Si agita con la sola spatola e dopo 10 minuti si otterrà un gel
pronto all'uso. Se si desidera conservare il preparato, si aggiungono
dei conservanti tipo esteri dell'acido para-idrossibenzoico
(0,05-0,15%).
Gel di
cipresso 0,5%
Preparazione:
a 79,5 g di acqua bollita e filtrata, si aggiungono 0,5 g di olio
essenziale di cipresso: si agita, con agitatore a elica e infine si
aggiungono 20 g di Lubragel DV. Si agita con la sola spatola e dopo
10 minuti il preparato è pronto all'uso.
Consigli pratici
È
opportuno, inoltre, per accelerare la guarigione e per prevenire la
malattia venosa: camminare a passo veloce per almeno 10 minuti due o
tre volte al giorno.
ci sono preparati pronto all'uso? grazie
RispondiElimina