venerdì 20 gennaio 2017
Gassa d'amante con una mano.... lentamente
categoria: corde, nodi
il nodo gassa d'amante con una mano sola
Ci possono essere situazioni in cui è impossibile utilizzare tutte e due le mani per fare un nodo di sicurezza e in genere si tratta di momenti molto concitati, dove non avanza tanto tempo per pensare: occorre avere la sequenza del nodo ben impressa nella mente e bisogna utilizzare qualche ritaglio di tempo per esercitarsi con questo nodo fondamentale: il nodo gassa d'amante con una mano sola
Bowline knot, gassa d'amante
The butterfly coil
categoria: alpinismo, corde
The butterfly coil
Uno dei modi per riporre o trasportare una corda ingombrante
giovedì 19 gennaio 2017
Poon Lim (1943)
categoria: episodi di sopravvivenza
Poon Lim
Poon
Lim era un marinaio cinese imbarcato come secondo steward sul
mercantile britannico “Ben Lomond”, silurato il 23 novembre del
1942 da un sommergibile tedesco in pieno Atlantico sotto l’equatore.
Lim riuscì a mettersi in salvo su una zattera di sopravvivenza in
legno dove rimase da solo alla deriva per 133 giorni, prima di essere
salvato da alcuni pescatori al largo della costa del Brasile,
guadagnandosi un poco invidiato posto nel Guiness Book of World
Records.
Quando
la nave saltò in aria, Lim ebbe solo il tempo di indossare la
cintura di salvataggio mentre correva verso la lancia di salvataggio,
ma venne sbalzato in acqua dall'esplosione. Dei 55 membri
dell'equipaggio a bordo, 11 furono salvati in seguito da altre navi,
ma Lim non vide nessuno dei compagni e restò aggrappato a dei pezzi
di legno per un paio di ore prima di riuscire a salire a bordo di una
di quelle zattere che le navi portano in coperta e che si liberano da
sole in caso di naufragio.
E'
da notare che Poon Lim non sapeva nuotare, quindi essere riuscito ad
indossare il giubbotto di salvataggio prima di finire in acqua è
stato fondamentale per tenerlo in vita fino a quando è riuscito a
salire sulla zattera di salvataggio; Lim era giustamente preoccupato
di cadere in mare e per precauzione rimase legato a una corda per
tutta la durata della permanenza sull'imbarcazione; una volta
effettivamente egli cadde in acqua, ma il mare era calmo ed egli
riuscì a tornare a bordo.
I
mancati avvistamenti
Poon
Lim non aveva alcun modo di manovrare la zattera e non poteva fare
altro che aspettare, mentre andava alla deriva, che qualcuno lo
raccogliesse, ma siccome si trovava su una rotta battuta da molte
navi pensava che ciò fosse probabile. Effettivamente nel corso dei
suoi 133 giorni in mare, Lim vide numerose navi e soprattutto una
passò vicino a lui il settimo giorno dopo il naufragio, ma nessuno
lo vide; una volta avvistò un U-Boat tedesco in emersione ed era
sicuro di essere stato visto a sua volta, tuttavia non fecero niente
per aiutarlo e alla fine lo lasciarono solo al suo destino. Più
volte avvistò gli aerei e una volta uno di essi volò a bassa quota
sopra di lui e torno anche indietro, ma poi volò via. Più tardi, il
pilota disse a Lim in ospedale che lo aveva visto la prima volta, ma
non essere riuscito ad avvistarlo dopo la virata di bordo.
Il
cibo e l'acqua
La
zattera di legno era dotata di razioni di sopravvivenza contenenti
scatole di biscotti secchi, 40 litri di acqua, un sacchetto di
cubetti di zucchero, cioccolato, una torcia elettrica e una manciata
di razzi.
Il
cibo durò 55 giorni, mentre l'acqua terminò dopo 65 giorni. Poon
Lim voleva pescare, ma la dotazione di sopravvivenza non prevedeva
attrezzatura da pesca, quindi iniziò a fabbricare una lenza
disfacendo il cavetto del tientibene che è fissato attorno
all'imbarcazione per agguantarsi ed estrasse uno dei chiodi zincati
dalle assi di legno ricavando un amo rudimentale. Come esca non aveva
altro che della galletta che impregnò di saliva e ne fece una
pallina che fece indurire al sole. Ebbe fortuna: prima che la pallina
si sciogliesse in acqua riuscì a pescare un piccolo nasello che si
guardò bene dal mangiare e che utilizzò come esca. Riusci a
catturare un pesce di 25 chili che mangiò crudo senza ripugnanza. Il
pesce crudo fu il solo mezzo di sostentamento, a parte gli uccelli
che gli si posavano sulla zattera o sulla sua testa, e che riusciva
ad acchiappare.
Lim
pescava regolarmente i pesci che nuotavano sotto lo scafo di legno
della zattera e riusciva a conservarli facendoli seccare, stendendoli
sopra i fili di canapa presi dalla piccola vela stesa sulla zattera
come copertura dal Sole, ma una volta perse tutta la sua scorta di
pesce secco (e di acqua potabile) durante una tempesta.
L'acqua
arrivava con la pioggia che Lim raccoglieva usando la tela di canapa
e i contenitori vuoti a disposizione; quando le piogge non arrivavano
era costretto a bere il sangue degli uccelli che catturava.
Quando
si liberava dei resti e delle interiora degli uccelli gettandoli in
acqua, questo finiva per attirare anche gli squali che spaventavano
ed allontanavano i pesci che avevano preso a nuotare sotto la
zattera, rendendogli difficile la pesca. Alla fine, realizzando che
gli squali non lo avrebbero più lasciato solo, decise di usare la
carne di uccelli come esca e attirare e catturare gli squali più
piccoli, finendoli a randellate; benchè Lim si coprisse con la tela,
la lotta con gli squali gli procurava molte ferite alle mani, ma alla
fine, come consolazione, poteva bere il loro sangue e cibarsi delle
loro pinne, una prelibatezza nella cucine cinese, tagliate con un
coltello ricavato da una scatola di latta per biscotti.
Il
conto del tempo che passa
Dopo
pochi mesi alla deriva, Lim rinunciò a contare i giorni che
passavano e si limitò a prendere nota delle lune piene.
Il
ritorno sulla terraferma
Dopo
128 giorni, Poon Lim ha visto la sagoma di terra molte miglia di
distanza, ma non riusciva a manovrare la zattera verso di essa,
comunque aveva capito di essere vicino alla terraferma, da una serie
di segni evidenti per un uomo ormai abituato ai ritmi del mare, come
il cambiamento del colore dell'acqua. Fu soltanto al 133esimo giorno,
molto vicino alla costa brasiliana, che non avrebbe tardato ad
avvistare poichè non distava che 10 miglia, che fu trovato da
pescatori e condotto a terra. Ai suoi salvatori si presentò nudo
perchè i suoi vestiti non avevano resistito all'usura,
all’alternarsi della pioggia, del sole violento e le raffiche del
mare equatoriale.
Il
5 aprile del 1943 Poon Lim veniva sbarcato a Belem; aveva ripreso
abbastanza forze per camminare da solo, benchè avesse perso più di
20 kg. Inviato all’ospedale, si rimise rapidamente, non soffrendo
che di un disturbo intestinale assai benigno.Il libro che descrive la sua incredibile storia |
mercoledì 18 gennaio 2017
BERNARD GILBOY
categoria: episodi di sopravvivenza
BERNARD GILBOY
1882-1883
Bernard Gilboy attraversa da solo l’oceano pacifico con una piccola
barca a vela di 18 piedi, il "Pacific", navigando per 7000 miglia in 160 giorni da
San Francisco all’Australia. Arriva fino a duecento miglia dal
continente australiano, ma deve abbandonare l'impresa dopo che un
frangente aveva fatto capovolgere la sua imbarcazione, salvato poi da una
goletta di passaggio (libro “A voyage of Pleasure”).
Bernard
Gilboy stivò nella barca provviste e materiale utile
per la traversata:
- 14-botti da dieci litri riempite d’acqua
- 165 libbre di pane
- due dozzine di lattine da quindici libbre di arrosto di manzo
- due dozzine di scatole da due libbre e mezzo di pollo arrosto
- salmone al forno
- due dozzine di lattine da una libbra di maiale disossato
- due dozzine di lattine di pesche
- due dozzine di lattine di latte
- una scatola contenente venticinque libbre di zucchero in cubo
- un gallone e mezzo di alcool
- quattro lattine di olio di noce
- cinque litri di kerosene
- una saponetta Castiglia
- tre chili di chiodi
- una pompa di legno e un tubo da 12 pollici usato come un sifone per riempire i fusti o prendere l’acqua fuori di loro
- cereali
- pesce
- un martello e una scure
- carta
- chiodini di rame
- stufa a olio di petrolio
- stufa ad alcol
- due lampade
- una libbra di candele di paraffina
- due bussole
- barometro e sestante
- un log ferroviario
- pistola e cartucce
- orologeria
- nove coltelli
- ami con circa quaranta braccia di 1 ½ di cima
- libri di navigazione
- foglio grafico del Pacifico del sud
- una bandiera americana
- abbigliamento necessario per il viaggio
- due chili di strutto
- 1 paio di remi
- “… e un ombrello, che ho trovato molto utile quando il vento era leggero e il sole forte….”
La sua prima settimana è molto buona, copre 510 miglia, soprattutto considerando che si fermò a dormire alla cappa di notte. Tuttavia, l’avanzamento si è fermato quando ha raggiunto il 9 ° Nord, e ha fatto solo 237 miglia nei 29 giorni seguenti. Infine a 5 º Nord, ha ricominciato a navigare. Il disastro lo ha colpito quando un frangente ha fatto scuffiare la sua imbarcazione nel Pacifico meridionale vicino alle isole Figi, il 12 dicembre, la sua 116sima giornata in mare.
Nel
capovolgimento Gilboy perde un albero, il timone, il sestante e
bussola, e quasi tutte le sue provviste. Affamato Gilboy continua il
viaggio riuscendo anche a cibarsi di un uccello che si posa sulla sua
testa e che con un movimento fulmineo riesce ad acchiappare, per
cucinarlo come può con un fiammifero che gli era rimasto.
Brani estratti dalla rivista della Lega Navale Italiana
domenica 15 gennaio 2017
epistassi
categoria: pronto soccorso
EPISTASSI
Nella maggior parte dei casi (emorragie
anteriori) è possibile comprimendo da fuori per 10' fra pollice e
indice la parte antero superiore del setto arrestare l'emorragia. In
alternativa stipare delle strisce di garza introdotte in narice (il
tampone dovrà essere rimosso entro 24 h in coincidenza di una visita
specialistica).
[E' utile applicare esternamente ghiaccio e fare tenere la testa in avanti; il tampone bagnato con acqua ossigenata non aderisce e può essere rimosso con più facilità quando si è fermata l'emorragia nasale, su indicazione dell'otorino. Una volta che il sangue si sarà fermato soffiare con delicatezza per espellere eventuali accumuli o grumi presenti nel dotto nasale].
Nei rari casi (5%) in cui questo
procedimento, pur ben attuato, fallisca (emorragie posteriori) si
renderà necessario un tamponamento posteriore: si inserisca da una
narice un Foley 14-16 fino all'orofaringe, si gonfi opportunamente il
palloncino (circa 10 ce di acqua o aria) e si ritiri fino ad
avvertire resistenza e quindi gonfiare con altri 5 ce. Il palloncino
gonfiato comprimerà il vaso emorragico interrompendo il
sanguinamento. Stipare il naso anteriormente e fissare il catetere
con pinza ombelicale.
Nei casi di rischio di vita si ricorra
alla legatura dell'arteria maxillare interna o etmoidea. Un
tamponamento ben eseguito non richiederà l'uso di coagulanti. È
sempre bene ricercare le cause dell'epistassi (ipertensione, diatesi
emorragica, varici, ecc.).
Manuale pronto soccorso 2004
Note aggiuntive: rimedi naturali, alimentazione e stili di vita corretti
Rimedi
naturali
il ghiaccio o
un qualunque altro tipo di oggetto/alimento tenuto all’interno del
freezer è utile per fermare l'emorragia nasale perchè il freddo ha
un effetto vasocostrittivo.
In
emergenza si può sfruttare l'attività vasocostrittiva del limone:
alcune gocce lasciate cadere all’interno della narice possono
rallentare l'epistassi, inoltre questo rimedio naturale ha
una interessante azione antisettica.
In
mancanza di un'assistenza medica qualificata si può cercare di
fermare l’epistassi applicando alla narice interessata un tampone
di cotone imbevuto di aceto di mele, che aiuta il sangue a
coagulare in minor tempo ed impedisce di attaccare il tampone al
coagulo.
E'
importante tranquillizzare il paziente per cercare di di rallentare
il flusso sanguigno: possono essere utili tisane a base di
passiflora, melissa, valeriana e camomilla, in mancanza di farmaci
ansiolitici più potenti.
L’alimentazione
e stili di vita corretti
Mangiare
molta frutta e verdura contenenti vitamina C, così da
rinforzare i capillari e proteggere le mucose; è utile alimentarsi
con verdure a foglia larga, naturalmente ricchi di vitamina K, che
favorisce la coagulazione.
Il
fumo e l’alcol indeboliscono i vasi sanguigni, inoltre l’alcol ha
un dannoso effetto vasodilatazione.
Durante
i mesi invernali il riscaldamento eccessivo degli ambienti domestici
riduce il tasso di umidità all’interno delle pareti
domestiche ed espone le mucose nasali a stati infiammatori e rischio
di piccole lesioni.
Chi
soffre di ipertensione deve cercare di ridurre i fattori di rischio
connessi a questa patologia e misurare regolarmente la pressione
sanguigna.