venerdì 16 gennaio 2015

Riniti, otiti, sinusiti

categoria: medicina, pronto soccorso

LE RINITI
Il naso chiuso è spesso provocato da una rinite, un processo infiammatorio che riguarda la mucosa delle cavità nasali che, in forma acuta, è per lo più riconducibile a un raffreddore o un’altra infezione virale.
Se il naso è ostruito, si è obbligati ad usare la bocca, una condizione che impedisce la filtrazione e l’umidificazione da parte del naso e impedisce una corretta alimentazione. Inoltre, il ristagno di muco può originare sinusiti e facilita infezioni che, oltre a coinvolgere il naso, possono risalire verso le orecchie, oppure raggiungere le tonsille e scendere verso la faringe e i bronchi.
La rinite cronica è un’infiammazione ricorrente delle mucose nasali, il più delle volte conseguenza di altre patologie come una sinusite, la deviazione del setto nasale o la presenza di un ingrossamento delle adenoidi. Nella rinite cronica la sensazione di ostruzione nasale si avverte continuativamente, mentre l'eccessiva secrezione di muco può anche non essere presente.
La rinite cronica può evolvere in una nella forma atrofica: le cellule che producono il muco scompaiono e si formano croste maleodoranti; il paziente lamenta senso di ostruzione nasale continuo e mal di testa.
La rinite allergica, inizialmente si presenta in forma acuta, sporadica, per poi diventare cronica. La causa scatenante è l'esposizione a sostanze particolari, gli allergeni, quali pollini, alimenti (uova, latte, bevande, eccetera), polveri, muffe, inquinanti, materiali presenti nell'ambiente di vita. I sintomi sono starnuti, eccessiva secrezione di muco acquoso, ostruzione nasale, difficoltà a percepire gli odori, prurito intorno al naso e agli occhi, lacrimazione, arrossamento delle congiuntive; sono possibili complicanze come l'asma. Questi sintomi possono essere stagionali (pollini) o presentarsi durante tutto l'anno.
Il lavaggio nasale, mantiene il naso libero dal muco ed elimina le particelle che causano allergia, ma può essere il caso di ricorrere a terapie più mirate, utilizzando prodotti specifici contro le allergie.
La rino-faringite è un processo infiammatorio che arriva ad interessare la gola. I bambini piccoli possono diventare inappetenti perché il cibo, ogni volta che passa attraverso la gola infiammata, provoca dolore. La febbre non compare quasi mai nei primi tre mesi di vita, mentre dai sei mesi ai tre anni può raggiungere anche i 39°C.

COME INTERVENIRE
Lavaggi della mucosa nasale con soluzioni a base di cloruro di sodio con diverse concentrazioni: le più comuni si ottengono con l'aggiunta di sale da cucina ad acqua purificata, oppure utilizzando acqua di mare depurata e sterilizzata. Il lavaggio nasale permette l'espulsione del muco. Il lavaggio può essere usato per l'igiene quotidiana delle cavità nasali dei bambini piccoli, anche per liberare il naso prima di ogni poppata e come aiuto in presenza di congestione nasale, starnuti e naso colante. Quando il naso è particolarmente intasato o se il bimbo è molto piccolo, può essere di grande utilità asportare il muco con appositi aspiratori. Lavaggi e aspirazioni nasali sono particolarmente indicati per i lattanti, che respirano prevalentemente con il naso (durante la poppata, poi, la respirazione con il naso è la sola possibile).

COMPLICAZIONI: OTITI
Il ristagno del muco all'interno delie narici o dei seni paranasali può originare,
soprattutto nel primo anno di vita dei
bambino, le otiti, infiammazioni o infezioni
dell'orecchio, che possono cronicizzare.
I sintomi sono mal
d'orecchio, ipoacusia (riduzione
dell'udito), acufeni (percezione di rumori
come fischi, ronzii, fruscii, crepitii, soffi), prurito. Questi sintomi principali possono essere associati a febbre, brividi, nausea, vomito, diarrea. Le otiti si differenziano a secondo della parte di orecchio interessata.
Otite esterna. È un'infiammazione diffusa nel condotto uditivo dell'orecchio, piuttosto comune negli adolescenti e nei giovani e molto più frequente nei mesi estivi (nuoto in piscina o in acqua di mare inquinata). Possono provocarla anche traumi dovuti, per esempio, all'inserimento di oggetti estranei nell'orecchio, come la pulizia effettuata con bastoncini di cotone, che irritano la cute dell'orecchio e provocano infiammazione. Inoltre, la presenza di umidità può creare condizioni per la proliferazione di funghi e predisporre l'organo a un'infezione micotica. L'inizio dell'otite esterna è spesso caratterizzato da prurito che poco a poco si trasforma in sensazione dolorosa. Se l'affezione passa allo stato più avanzato, il dolore diventa molto più vivo e si hanno abbondanti secrezioni purulente. Di solito, in un paio di settimane l'infiammazione scompare e si ristabilisce un quadro normale; talvolta il processo recidiva e si cronicizza.
Otite media. È un'infiammazione dell'orecchio medio, spesso causata da un'infezione batterica o virale. Si presenta di solito associata a un'infezione delle vie aeree superiori; sono soprattutto i bambini a essere colpiti, perché la tuba d'Eustachio del loro orecchio è più breve di quella degli adulti ed è un perfetto ricettacolo per batteri e virus. A fronte dell'infiammazione si assiste alla formazione di un secreto tipo pus, mentre il timpano si gonfia e non vibra più come prima, con conseguente temporanea perdita d'udito (acusia), dolore, irritabilità e difficoltà nel mangiare e nel dormire e sintomi quali febbre, tosse e naso che cola.

COMPLICAZIONI: SINUSITI
Un raffreddore, una rinite allergica o qualunque altro fattore che determini naso chiuso può provocare una sinusite, vale a dire un'infiammazione acuta o cronica – a volte accompagnata da un'infezione - della mucosa che riveste i seni paranasali. Questi sono quattro cavità bilaterali (sfenoidale, etmoidale, frontale e mascellare) presenti nelle ossa di faccia e cranio, tutte in comunicazione con le fosse nasali attraverso aperture (osti) che permettono il passaggio nel naso e nella gola del muco prodotto dalla mucosa che riveste i seni.
In caso di sinusite, la mucosa dei seni infiammati si gonfia e produce un’eccessiva quantità di muco. Il rigonfiamento della mucosa determina un restringimento degli osti che ostacola il normale drenaggio delle secrezioni verso le cavità del naso e della bocca: il muco ristagna allora all'interno dei seni e l’insorgere di infezioni causate da batteri, virus o funghi, che possono diffondere a tonsille e orecchie.

La sinusite acuta dura non alcune settimane, mentre quella cronica può protrarsi anche per un paio di mesi. Se gii episodi si ripetono almeno tre volte in un anno si parla di sinusite ricorrente. I sintomi della sinusite sono costituiti principalmente da dolore e senso di pressione al volto, che possono accentuarsi con i movimenti del capo. La localizzazione precisa del dolore varia in base ai seni interessati inoltre, indipendentemente dalla localizzazione della sinusite, si può accusare mal di testa, gonfiore intorno agli occhi, secrezione giallo-verdastra dal naso o nella gola, naso chiuso, tosse con catarro, febbre, mai di denti, riduzione dì gusto e/o olfatto.

giovedì 15 gennaio 2015

il "naso chiuso"

categoria: medicina, pronto soccorso

Il naso è la porta d'ingresso delle vie respiratorie. Le narici sono provviste di peli che servono a trattenere i corpi estranei di una certa dimensione presenti nell'aria. Le pareti interne del naso sono umide, ricche di vasi sanguigni e rivestite da cellule che producono muco, provviste di ciglia vibratili in grado di muoversi.
Polvere, particelle minute e microrganismi patogeni (virus e batteri) presenti nell'aria sono intrappolati dal muco, mentre le ciglia vibratili, con il loro movimento, svolgono una vera e propria azione di pulizia, indirizzando le particelle intrappolate verso la faringe, dove sono eliminate con la deglutizione.
Dopo il passaggio attraverso le vie nasali, l’aria è filtrata, riscaldata e umidificata.
L'inquinamento, il fumo, le infezioni virali e batteriche possono modificare il normale funzionamento del naso provocando un aumento della secrezione di muco e della consistenza. Il contatto con virus e batteri può provocare processi infettivi acuti e cronici delle prime vie aeree.

“Naso chiuso”
Raffreddore, sinusite e allergia portano all’accumulo di muco nelle narici e/o a rigonfiamento (edema) delle mucose nasali, queste sono alcune delle possibili cause del “naso chiuso”, l’ostruzione delle vie nasali che rende difficile la respirazione.
Neonati e bambini piccoli sono particolarmente indifesi nei confronti di questo disturbo per lo scarso calibro delle cavità nasali e la difficoltà  di liberarle per l’incapacità di soffiarsi bene il naso. Inoltre i bambini piccoli non hanno un sistema di difesa ancora ben sviluppato e sono più esposti alle infezioni che il naso chiuso può favorire, soprattutto a carico dei canali uditivi e respiratori.

Se la causa è il raffreddore
Il raffreddore è una infezione virale il cui contagio avviene attraverso le goccioline emesse con starnuti e colpi di tosse dalle persone ammalate, oppure per contatto diretto con una persona raffreddata o  oggetti contaminati: i virus possono sopravvivere su questi per oltre tre ore e, attraverso le mani, arrivare al naso e gli occhi, per poi diffondere a gola e trachea. Dopo 1-3 giorni d’incubazione, compare malessere generale, mal di gola, tosse, raucedine, occhi rossi, starnuti, eccessiva secrezione dalla mucosa nasale, ostruzione delle vie nasali, incapacità di percepire gii odori. Nei bambini il raffreddore si presenta con più disturbi rispetto all'adulto e si protrae per più tempo, anche settimane (la tosse può durare anche tre settimane). Nei lattanti l'ostruzione nasale può interferire sulla capacità di succhiare, causando nervosismo e irritabilità.
Poiché esistono numerosi virus del raffreddore, molti bambini, soprattutto se frequentano la scuola materna, possono avere più episodi in un anno. Con l'età scolare, il numero di episodi per anno comincia a diminuire.
La pulizia nasale è importante, a qualsiasi età: lo è ancora di più nel lattante, che non riesce a respirare dalla bocca e contemporaneamente a succhiare.
Le complicazioni di un banale raffreddore sono molto comuni nei bambini durante il primo anno di vita; per questo occorre innanzitutto prevenire il contagio con alcune precauzioni:
-       evitare i contatti con coetanei o adulti che abbiano questa infezione e, in generele, i luoghi affollati come gli asili;
-       lavare frequentemente le mani ed evitare di metterle (o farle mettere) in bocca o nei naso;
-       usare un umidificatore per l'ambiente in modo da evitare ìa secchezza che rende le vie nasali più suscettibili alle infezioni;
-       insegnare al bambino a coprirsi il naso e la bocca quando starnutisce.

mercoledì 14 gennaio 2015

trovare posizione mediante carta topografica e bussola: azimut e azimut reciproco

categoria: cartografia

Per trovare la posizione si può usare un GPS oppure utilizzare la carta topografica e una bussola per fare una triangolazione.
Per prima cosa si orienta la carta con il Nord, poi si cercano almeno tre punti, non troppo vicini, facilmente riconoscibili sulla carta e si ricavano il loro azimut e il loro azimut reciproco (basta togliere o aggiungere 180°):
PUNTO                                 AZIMUT                                    AZIMUT RECIPROCO
-       castello A                              330°                                            150°
-       campanile del paese B           30°                                            210°
-     cima monte c                             5                                            230°

Fatti questi calcoli, partendo dalle tre località note, si traccia una retta avente come azimut il valore dell'azimut reciproco e l’incrocio delle tre rette corrisponde alla nostra posizione. Se ci troviamo su un luogo elevato e si dispone di un altimetro, è possibile avere una ulteriore riprova per confermare quanto ricavato dai calcoli e dal lavoro con le squadrate.



L'attività fisica regolare previene fino a quaranta patologie croniche


categoria: medicina

L'attività fisica regolare nella popolazione combatte  l'aumento del peso corporeo e previene la degenerazione di ossa e articolazioni. Uno studio dell'American College of Sports Medicine ha messo in fila ben quaranta patologie croniche, tra cui diabete, patologie cardiovascolari e oncologiche, ansia e depressione, che potrebbero essere prevenute con il movimento regolare.

movimento fisico e declino cognitivo

categoria: medicina

Numerosi studi dimostrano i benefici dell’attività fisica nei confronti del declino cognitivo e della memoria. S’inizia a tracciare meglio i meccanismi coinvolti:
- l'esercizio ha un effetto positivo sull'efficienza vascolare, favorendo una maggiore elasticità e la normale apertura delle arterie e quindi una buona circolazione del sangue
- l'esercizio libera dei neurotrasmettitori nel cervello che agiscono su attenzione e tono dell'umore; in generale si nota un miglioramento nel funzionamento dei circuiti nervosi cerebrali

L'anziano e i farmaci


categoria: medicina

La vecchiaia non è una malattia in sé, ma l’ultimo periodo della vita nel corso della quale ci si ammala più frequentemente e aumenta il numero di farmaci assunti, per la presenza contemporanea di più patologie.
Gli anziani corrono un maggior rischio di accumulo di farmaci perché i loro sistemi di eliminazione sono meno efficienti, assumono più medicine e alcuni organi, come cervello e sistema nervoso, diventano più sensibili agli effetti delle medicine.
Dover fare ricorso a più farmaci, per tempi prolungati, aumenta anche la probabilità di andare incontro a interazioni pericolose.

Il paziente anziano non sempre risponde alle medicine come il giovane: molto spesso è più sensibile, per questo motivo dovrebbe essere più attento nel rispettare le dosi stabilite dal medico e, nel caso dei farmaci di automedicazione, quelle riportate nel foglietto illustrativo o consigliate dal farmacista; nella realtà è frequente osservare invece problemi di aderenza alla terapia, cioè di rispetto di dosi e tempi nell'assunzione dei farmaci, per svariati motivi, come la difficoltà a leggere le scritte con caratteri piccoli dei foglietti illustrativi, non capire le indicazioni date dal medico o fare confusione tra scatole simili.

Farmaci in gravidanza e allattamento

categoria: medicina

La circolazione del sangue tra madre e feto è separata dalla placenta, ma i farmaci presi dalla madre attraversano facilmente questa barriera e raggiungere il feto. Con certi medicinali, e in particolari stadi della gravidanza, c'è il rischio che avvengano anomalie, ritardi nella crescita o problemi dopo la nascita.
Molti prodotti hanno effetti sfavorevoli sulla gravidanza, di altri si sa che sono sicuri, ma in molti casi non ci sono informazioni sufficienti. La regola è che le donne in gravidanza o che desiderano avere un bambino devono consultare un medico prima di prendere qualsiasi farmaco ed anche le cosiddette "sostanze di origine naturale"; ovviamente non si deve fumare e bere alcolici.
Nel caso di farmaci indispensabili da assumere regolarmente, come in certe malattie croniche (ad esempio l'epilessia, l'ipertensione, il diabete), è il medico che valuta l’opportunità di prescrivere un farmaco, in base al bilancio tra i potenziali benefici della terapia e i rischi per il feto.
La salute della donna e quella del bambino sono due aspetti che non devono essere posti in contrapposizione: se la salute della madre è trascurata, ne risente anche il figlio. Quando si è in attesa di un bambino o si sta allattando, non si deve rinunciare alla cura ma solo trovare i farmaci più appropriati alla situazione.

Gli stadi della gravidanza
La gravidanza è convenzionalmente divisa in tre trimestri e in ognuno di essi i farmaci possono avere effetti diversi su feto.

Da un punto di vista generale, il primo trimestre di gravidanza è il periodo più critico, durante il quale i farmaci possono produrre gravi malformazioni o aborto.
Dal quarto al sesto mese alcuni farmaci possono ritardare l'accrescimento del feto (il neonato potrebbe quindi essere sottopose .
Durante l'ultimo trimestre i maggiori rischi riguardano le difficoltà respiratorie. Alcuni medicinali possono influenzare il parto anticipandolo o ritardandolo.

Allattamento
La maggior parte dei farmaci passa nel latte.

farmaci: i bambini

categoria: medicina, pronto soccorso

Farmaci e bambino
I dati forniti dai centri antiveleni indicano che i farmaci sono al primo posto tra le cause di intossicazione acuta, di queste quasi il 40% riguardano bambini che hanno trovato il farmaco alla loro portata. È quindi evidente l'importanza di insegnare ai piccoli che cosa sono i farmaci e i pericoli ad essi connessi.
I neonati e i bambini hanno in genere bisogno di dosaggi ridotti rispetto all'adulto, ma il calcolo della dose necessaria è molto più complesso.
Il farmaco deve essere stato specificamente approvato per l'uso nei bambini e devono essere indicate le dosi specifiche per loro sul foglietto illustrativo.
Molti farmaci, anche di automedicazione, non sono utilizzabili al di sotto si una certa soglia di età per il rischio di effetti collaterali gravi. Ad esempio, l'acido acetilsalicilico, è sconsigliato al di sotto dei 16 anni, mentre i farmaci decongestionanti nasali, sono controindicati al di sotto dei 12 anni. Per i bambini sotto ai due anni è sempre meglio consultare il medico.

Diversità fisiologiche
Oltre ad avere un peso minore, il bambino presenta differenze nella composizione corporea (quantità di grasso e di acqua) che può comportare, rispetto all'adulto, una diversa capacità di assorbire ed eliminare i farmaci. Inoltre, nel bambino sono in atto variazioni importanti nel grado di sviluppo e di funzionalità di organi quali fegato e reni, fondamentali per l'eliminazione dei farmaci. Vale la regola che prima di trattare qualsiasi piccola affezione, non si dovrebbe subito ricorrere a un farmaco, a meno che non sia il pediatra a stabilirlo.

Ad esempio, la febbre va trattata con un farmaco solo se la temperatura è superiore ai 38°C, se lo richiede lo stato generale del bambino, se esiste una tendenza alla convulsione.

Farmaci di automedicazione per il trattamento dei disturbi oculari: occhio secco e affaticamento visivo

categoria: medicina, pronto soccorso 

Occhio secco e affaticamento visivo
L'insufficiente produzione di lacrime, per l'incapacità delle ghiandole a produrre abbastanza liquido lacrimale, lascia l'occhio esposto al rischio di irritazioni e infezioni perché per l'insufficiente pulizia della superficie dell'occhio da corpi estranei o germi e la mancanza di una sostanza antibatterica, il lisozima, normalmente presente nelle lacrime. La mancanza di lubrificazione rende inoltre fastidioso il movimento delle palpebre.
La persona che ha la sensazione continua di corpo estraneo nell'occhio (come un granellino di sabbia), bruciore, fastidio per la luce, difficoltà ad aprire le palpebre al risveglio. Talvolta, nei casi più gravi, possono anche esservi dolore e annebbiamento visivo.
Questo disturbo è accentuato nella donna dopo la menopausa, probabilmente per squilibri ormonali e nella persona anziana, perché le sue ghiandole lacrimali sono meno efficienti.
Vento, aria secca, impianti di condizionamento dell'aria e alcuni farmaci favoriscono l'evaporazione delle lacrime.
Le lenti a contatto diminuiscono il flusso liquido lacrimale con la superficie dell'occhio.
La secchezza prolungata dell'occhio può portare anche alla lesione della cornea.
Le lacrime artificiali sono preparate in modo da avere densità e viscosità simili a quelle delle normali lacrime e da esercitare un'azione umettante (cioè mantenere bagnato l'occhio) di una certa durata.

I colliri conosciuti come “lacrime artificiali” risolvono efficacemente il problema dell’occhio secco, ma devono essere usati giornalmente, senza interruzione.

Farmaci di automedicazione per il trattamento dei disturbi oculari: congiuntivite


Categoria: medicina, pronto soccorso

Colliri, pomate e bagni oculari per automedicazione sono utilizzati per pulire, disinfettare, ridurre la congestione o la secchezza dell’occhio.
I colliri e le pomate vanno instillati nel sacco congiuntivale, lo spazio tra palpebra e parte bianca dell'occhio, raggiungibile tenendo abbassata la palpebra inferiore; dopo la somministrazione è utile tenere chiuse le palpebre per un paio di minuti.
Le pomate si applicano in piccole quantità che si distribuiscono sulla superficie dell’occhio con i movimenti delle palpebre.
I bagni oculari sono utilizzati per irrigare il sacco congiuntivale.
I farmaci per uso oftalmico possono irritare l'occhio quando usati in maniera prolungata o la persona è sensibile a un suo componente.
Bisogna preservare la sterilità di questi farmaci, ad esempio evitando di porre a contatto con l'occhio o altre parti del corpo il flacone contenente il collirio.
I colliri multi dose “in boccetta” sono facilmente deperibili e una volta aperti non possono essere conservati a lungo; preferire le formulazioni monodose, anche perché prive del conservante, un componente spesso causa di problemi.

E' utile
Bere regolarmente per facilitare il ricambio linfatico.
Mantenere un'adeguata umidità degli ambienti dove si vive.
In caso di secrezioni oculari, pulire ciglia e occhi con fazzolettini disinfettanti reperibili in farmacia.
Fare molta attenzione durante la manipolazione delle lenti a contatto: l'igiene è fondamentale. Il loro impiego durante la giornata non deve superare le ore indicate dalla casa produttrice. In caso di occhio irritato è bene sospendere l’uso delle lenti a contatto e tornare a utilizzare gli occhiali con lente graduata.
Proteggere gli occhi dai raggi solari, con occhiali da sole di buona qualità.

Congiuntivite
La congiuntiva è la membrana trasparente che riveste la parte anteriore dell'occhio e la superficie interna delle palpebre; quando questa membrana si infiamma (congiuntivite), questa diviene rossa e si ispessisce, provocando bruciore, dolore, aumento di lacrimazione e secrezioni, fastidio alla luce, mentre le palpebre appaiono gonfie. In caso di infezione, l'arrossamento è solitamente maggiore, le secrezioni sono più dense e giallastre e la parola passa al medico per la terapia antibiotica.
La prima terapia è un trattamento blando, con colliri disinfettanti e lenitivi o antiallergici nei casi indicati.
L'aumento della lacrimazione è un meccanismo di difesa dell'occhio, che ha l'obiettivo di allontanare gli agenti estranei.
Nella congiuntivite di tipo allergico i sintomi oculari solitamente si accompagnano ad analoghe manifestazioni a carico delle mucose nasali (oculorinite). Tra gli allergeni più comuni vi sono i pollini e gli acari della polvere.

La comparsa, di solito improvvisa, di una zona dell'occhio color rosso sangue, senza alcun altro sintomo (non ci sono bruciore e dolore) è in genere dovuta alla rottura di un capillare della congiuntiva, con conseguente emorragia sottocongiuntivale; le cause del problema sono i "colpo d'aria", gli sfregamenti dell'occhio o la fragilità dei vasi dell'occhio. Solitamente il rossore sparisce in poco tempo, ma per sicurezza, è opportuno controllare la pressione arteriosa.

Decongestionanti e antistaminici
I farmaci decongestionanti ed antistaminici curano gli stati allergici e infiammatori della congiuntiva.
I decongestionanti simpaticomimetici (nafazolina, tetrizolina, oximetazolina) agiscono sui vasi sanguigni producendo vasocostrizione, che riduce l'arrossamento ed il gonfiore.
Gli antistaminici agiscono bloccando l'azione irritante dell'istamina (antazolina, clorfenamina, feniramina e tonzilamina)

I decongestionanti sono usati da soli o associati ad antistaminici ed antimicrobici (disinfettanti) come il benzalconio cloruro.

lunedì 12 gennaio 2015

Un ideale menù di sopravvivenza ispirato dalla alimentazione del Paleolitico

categoria: alimentazione

I nostri antenati del Paleolitico non mangiavano cereali, né derivati del latte, non essendo ancora iniziata l’agricoltura e l’allevamento. Si nutrivano solo di quello che cacciavano o raccoglievano, quindi molta carne, frutta, bacche, legumi.
Secondo gli ultimi studi sulle ossa dei nostri progenitori, da quel punto di vista stavano meglio di noi: non avevano carie, non conoscevano né diabete né cancro. Gli scienzati pensano che la l’alimentazione sia un fattore decisivo e l’uomo moderno dovrebbe tornare a ispirarci:
- meno latte e cereali
- più carne, ma magra
- insalata di fiori, verdure crude
La dieta umana è cambiata drasticamente con l'introduzione, undici mila anni fa, di agricoltura e allevamento, che ci hanno fatto conoscere cereali e latte, alzando però troppo il 
tasso di zuccheri nel sangue e favorendo l'obesità.
La carne 
odierna degli animali allevati contiene molti più
grassi di quella ottenuta
da animali cacciati: il 25%
invece del 4%.
Violette, primule, calendole, fiori di zucca, borragine contengono sostanze antiossidanti, molto utili contro l'invecchiamento e la lotta al cancro; possono essere mangiati in insalata, venire cotti come gli spinaci o usati per fare decotti. Le fibre contenute nelle verdure “puliscono” l’intestino prevenendo l’accumulo di scorie al suo interno. Le verdure crude hanno molte più vitamine e sali minerali di quelle cotte.
Nell’elenco delle prelibatezze presenti nel menù preistorico un ruolo importante era rappresentato da:
- cavallette alla fiamma, larve alla griglia e termiti
- uova di tartaruga
- noci e nocciole
- cipolle
- funghi
- rane
- macedonia di bacche rosse
- spezie
Le uova di tartarughe sono una fonte di proteine di ottima qualità, forniscono acidi grassi essenziali e carotenoidi. Attenzione, le tartarughe oggi sono protette.
Gli insetti hanno un alto valore nutritivo:
- 100 grammi di cavallette forniscono una buona quantità di proteine e pochi di grassi
- 100 grammi di termiti hanno un contenuto di 35 milligrammi di ferro, molto più degli spinaci

coronarie a rischio. Nuova terapia, ma elogio alla vecchia aspirina.

categoria: medicina, pronto soccorso
In Italia l'infarto colpisce ogni anno circa 135 mila persone, 60 mila delle quali sono poi sottoposte all'intervento di riapertura dell'arteria coronaria occlusa con l'inserimento di uno stent.
Uno studio di fase II su pazienti con infarto in corso o ad altissimo rischio, si è ottenuta una migliore riduzione dall'attività delle piastrine, gli elementi del sangue determinanti per la formazione del coagulo all'interno delle coronarie, in seguito al passaggio da clopidogrel, una volta al giorno più aspirina, a prasugrel, una volta al giorno sempre più aspirina. Lo studio quindi fa prevedere trattamenti più efficaci contro l'infarto e per la prevenzione delle sue recidive, grazie ad una maggiore inibizione piastrinica.

Merita di essere sottolineata l'importanza dell'aspirina, che infatti era associata ad entrambi i farmaci messi a confronto. La sua azione antiaggregante è notevole e già da sola riduce in modo significativo il rischio d'infarto. Negli Stati Uniti i soggetti ad alto rischio hanno sempre con se due aspirine da prendere appena si avvertono i primi dolori cardiaci.