categoria: pronto soccorso
Quando
avete fatto l'ultima antitetanica? Una
domanda del genere
provocherebbe in molti di noi un vuoto di memoria. È
a causa di
questa dimenticanza collettiva che il tetano in Italia non è
stato
ancora completamente eradicato. La malattia tetanica continua
a
essere presente sul territorio nazionale con una media di circa
cento casi
l’anno e con una mortalità costante nel tempo
del
50-60 per cento. Pochi, pochissimi casi, si dirà. Ma perché
rischiare di
morire di un'orribile morte (la neurotossina prodotta
dalle spore del bacillo
del tetano ha un'azione simile a quella
della stricnina) per un banale
graffio provocato da un chiodo
arrugginito o per una puntura di una
spina?
Il
tetano è una malattia temibile provocata da un batterio (il
Clostridium tetani) che può penetrare nell'organismo attraverso
ferite provocate da oggetti contaminati dalle feci degli erbivori (in
modo particolare quella dei cavalli), nel cui intestino il germe vive
abitualmente.
La
ruggine, da sempre accusata di essere la prima causa del tetano non è
la causa della malattia, salvo che l'oggetto arrugginito che provoca
la lesione non sia anche contaminato dal Clostridium. Il vecchio
retaggio, d'altra parte, deriva dal fatto che in passato la ruggine
veniva immediatamente associata a chiodi vecchi provenienti dalla
ferratura dei cavalli e, come tali, sicuramente contaminati dalle
feci dell'animale.
Una
volta entrato nell'organismo umano, il Clostridium produce una
tossina molto potente che agisce come un veleno sul sistema nervoso.
Blocca, infatti, gli input nervosi che sono necessari ad assicurare i
movimenti dei muscoli, compresi anche quelli del torace che
garantiscono la respirazione: la malattia può perciò determinare un
blocco respiratorio ed essere anche mortale.
I
vaccini antitetanici contengono le tossine denaturate che il batterio
colpevole della malattia produce e che sono le responsabili degli
effetti della malattia nei confronti del sistema nervoso centrale.
Queste tossine inattivate stimolano il sistema immunitario
obbligandolo a produrre anticorpi specifici nei loro confronti ma,
nello stesso tempo, non espongono la salute ad alcun rischio.
L’effetto del vaccino non è però valido in assoluto: gli
anticorpi prodotti dall’organismo vanno infatti riducendosi con il
tempo e, anche se rimane una sorta di memoria immunologica, questa
non è sufficiente in caso di infezione per proteggere totalmente. E
per questo che sono previsti i richiami decennali: con una sola dose,
il corpo produce nuove sostanze di difesa e la protezione è
riattivata.
Dai
primi mesi di vita siamo protetti dal tetano perché la vaccinazione
antitetanica, prevista dalla legge, inizia con una prima
somministrazione del vaccino a due mesi di vita, seguita da una
seconda dose dopo un mese e mezzo ed una terza entro gli undici mesi.
Il ciclo vaccinale termina con una quarta somministrazione fatta a 5
anni; da questo momento sono sufficienti richiami da fare ogni 10
anni, per mantenere sempre attiva la protezione.
La
protezione immunitaria che si ottiene con la vaccinazione -
resa
obbligatoria in Italia dal 1968 - ha una durata piuttosto
lunga,
tanto che i richiami sono raccomandati a intervalli di dieci anni.
Ma
è proprio qui il punto. Nella pratica, infatti, la «scadenza» dei
dieci
anni è dai più trascurata e solo in particolari categorie
di lavoratori
è effettuato un
richiamo sistematico in età
adulta. La conseguenza è che il
tetano si manifesta
prevalentemente in persone di età avanzata e di sesso
femminile:
2,5 casi nelle donne contro uno negli uomini (si tagliano pulendo le
verdure in cucina, giardinaggio, ecc.)
In
questi soggetti è facile che la protezione sia ormai annullata,
infatti i dati statistici affermano che circa il 40 per cento degli
ultrasessantacinquenni è totalmente sguarnito di anticorpi attivi
contro l'infezione.
Che
fare, perciò, se ci si ferisce e l'ultimo richiamo della
vaccinazione non è stato effettuato o se, addirittura, l'esecuzione
del vaccino è qualche cosa di molto lontano nel tempo? E possibile
mettere nuovamente l'organismo al sicuro, o il tetano è ormai una
mina vagante? Fortunatamente, è possibile ripristinare le protezioni
del vaccino, ma gli interventi per farlo variano a seconda delle
situazioni: ecco come ci si deve comportare. Effettuare semplicemente
un richiamo al momento dell'incidente, se nel passato si è già
fatto un ciclo completo del vaccino (tre dosi somministrate a
distanza ravvicinata nell'arco di un anno e una quarta a 4 anni di
distanza), anche se questo risale al periodo dell'infanzia e
successivamente non si è mai più fatto alcun richiamo decennale.
Rifare
un nuovo ciclo vaccinale (uguale anche nelle scadenze a quello che si
fa quando si è bambini), se non si ha nessun riferimento registrato
che attesti un ciclo vaccinale completo fatto nel passato, se la
ferita è lacero contusa, o se la lesione è particolarmente sporca e
contaminata. Se il taglio è molto serio e a rischio di tetano è
prevista inoltre anche una somministrazione di immunoglobuline
antitetaniche: si tratta di concentrati biologici di anticorpi che
entrano immediatamente in azione e che offrono una copertura
immediata. Il vaccino, pur efficace, inizia, infatti, ad esplicare la
sua attività e a stimolare l'organismo a produrre anticorpi dopo un
certo arco di tempo dalla sua somministrazione. Le immunoglobuline,
però, sono iniettate solo dopo che il paziente ha dato il suo
consenso informato: anche se ampiamente testate per garantirne una
purezza e una sicurezza totale, c'è un rischio (remotissimo) che
possano trasmettere malattie virali il cui contagio avviene proprio
attraverso questa via. Il tetano, d'altra parte, è una malattia
molto grave e, ancor oggi, porta a morte circa il 50 per cento dei
soggetti che lo contraggono.
Nessun commento:
Posta un commento