sabato 24 ottobre 2015

I coltelli da sopravvivenza della Royal Air Force realizzati da Joseph Rodgers

categoria: coltello


I coltelli da sopravvivenza della Royal Air Force realizzati da Joseph Rodgers

Dal libro: "Coltelli da combattimento"
Frederick J. Stephens
Albertelli editore

Questi coltelli sono normalmente portati sulla tuta di volo, fissati a una gamba. Esistono lame dei due tipi illustrati e qualche differenza si può notare nel disegno delle guancette di materiale sintetico. Interessante notare, ai lati dell'impugnatura, le molle di serraggio che attivano un dente di arresto nel foro sul pomello. Quando il coltello si trova nel fodero, il dente di arresto ferma saldamente il pugnale impedendo che sia perduto. Il fodero è d'acciaio ed è contenuto in un ulteriore fodero di canapa arancione. La foto n. 34 illustra la forma convenzionale di lama montata su questi coltelli; le foto n. 35 e n. 36 mostrano una lama curva col filo dalla parte concava. La parte esterna e la punta della lama sono smussate, probabilmente per precauzione nel caso che il coltello venga adoperato in situazioni di emergenza su una zattera di sopravvivenza.

Lunghezza della lama: cm 10,16; lunghezza totale cm 20,32.





Questi coltelli erano in dotazione anche al 22° Reggimento SAS inglese che assaltò l'ambasciata iraniana a Londra nel 1980, per liberare gli ostaggi dei terroristi.




Vedi anche blog: Il RAF survival knife è stato dotazione SAS, 24/10/2015

Il RAF survival knife è stato dotazione SAS

categoria: coltello

Il RAF survival knife è stato dotazione SAS

The SAS Regiment and the Iranian Embassy Siege





Il 30 Aprile del 1980, l’ambasciata iraniana a Princes Gate, Kensinghton, venne occupata da un gruppo di sei terroristi appartenenti al Fronte Rivoluzionario e Democratico per la Liberazione dell’Arabistan che presero in ostaggio 26 persone, chiedendo in cambio la liberazione di alcuni loro compagni detenuti in Iran.
Dopo l’uccisione dell’addetto stampa da parte dei terroristi il Primo Ministro Margaret Thatcher decise di inviare sul posto il 22º Reggimento SAS.
Il 5 Maggio, nell’operazione denominata Nimrod, due squadre, la Rossa e la Blu, atterrarono sul tetto dell’ambasciata: otto uomini si calarono con le corde sul retro dell’edificio, mentre quattro uomini attaccarono la facciata, utilizzando esplosivi e gas lacrimogeni.
Penetrati nell’ambasciata, gli uomini in tuta nera, ripresi in diretta televisiva dalla BBC, scoprirono che i terroristi avevano cosparso edificio di cherosene.
Un ostaggio fu ucciso durante la sparatoria, ma gli uomini dello Special Air Service, armati di pistole mitragliatrici MP5 e di granate stordenti, riuscirono ad uccidere cinque terroristi, mentre l’ultimo venne catturato e consegnato alla polizia dopo l’assedio, durato circa 17 minuti. Alla fine, i 24 ostaggi superstiti riuscirono ad evacuare l’edificio avvolto dalle fiamme.

Five years after Prime Minister Edward Heath ordered formation of the special projects team, the anti-hijacking and counter-terrorism wing of the SAS Regiment played the key role in the outcome of the Iranian Embassy Siege.
On 30 April 1980, six gunmen from the Democratic Revolutionary Front for Liberation of Arabistan (DRFLA) stormed the Iranian Embassy in London and took 26 people as hostages. Most of the hostages were embassy staff but a few visitors and a police officer who had been guarding the Iranian Embassy were also held by six members of the DRFLA that was fighting for autonomy of the Khuzestan Province in Iran.
The terrorists demanded release of Arab prisoners from jails in the Khuzestan Province and a guarantee that they will be enabled a safe passage out of the United Kingdom. The British government, however, refused to grant a safe passage to the hostage-takers and as a result, the siege continued. Meanwhile, the police negotiated with the terrorists and managed to convince them to release five hostages in return for minor concessions such as broadcasting of their demands by the British media. However, the terrorists eventually became frustrated for failing to reach their objectives and on the evening of the sixth day, they killed one hostage and threw his body out of the building of the embassy. The British government reacted by ordering the SAS Regiment to storm the embassy and rescue the hostages.
Within less than one hour after the killed hostage was thrown from the embassy, two groups of 30 to 35 soldiers from the SAS Regiment abseiled from the roof of the embassy building and forced their entry through the windows. The SAS Regiment action lasted only 17 minutes during which they killed five out of six terrorists. Unfortunately, the terrorists killed one and seriously wounded two hostages during the action but the SAS Regiment managed to rescue 24 from the remaining 25 hostages as well as to capture the surviving terrorist (he was later prosecuted in the court and sentenced to 27 years in jail). The soldiers of the SAS Regiment were afterwards accused that they unnecessarily killed two of the gunmen, however, they were cleared of any wrongdoing following an investigation of the deaths.
The SAS Regiment’s reputation increased dramatically after the action during the Iranian Embassy Siege and the Regiment received an enormous amount of applications by people who were impressed by the action with the codename Operation Nimrod. The SAS Regiment’s service thereafter also became increasingly sought after by foreign governments.

The Iranian government evaluated the outcome of the siege as successful and expressed gratitude to the British government for its reaction to the siege. The embassy building which suffered a serious damage due to a fire that broke out during the hostage rescue action, however, was reopened only in 1993.
(sito internet del SAS)

Gli uomini in tuta nera del SAS tenevano fissato al petto, cucito sulla tuta da combattimento,  il RAF survival knife.









coltello: uso e manutenzione

categoria: coltello


coltello: uso e manutenzione



I coltelli e i machete che hanno accompagnato gli astronauti americani nello spazio

Categoria: coltello, machete, aviazione, missioni spaziali, sopravvivenza



I coltelli e i machete che hanno accompagnato gli astronauti americani nello spazio


I primi astronauti americani venivano tutti dalle fila dei piloti militari; dalla loro esperienza come pilota sapevano come i coltelli siano uno degli strumenti più preziosi da portare con sé per fare fronte a situazioni di sopravvivenza. Queste evenienze non erano da trascurare perché dopo un lancio abortito o dopo un rientro a Terra fuori dall'orbita prevista poteva lasciare soli gli astronauti per molte ore senza aiuti su una zattera in mare, nella giungla, sulle montagne o nel deserto.





Gli astronauti, prima di partire, seguivano dei corsi di sopravvivenza nei vari ambienti dove la loro navicella poteva ammarare/atterrare











Le "lame" che gli astronauti americani hanno portato con sé durante i loro voli nello spazio sono un coltellino multiuso, un coltello da sopravvivenza e un machete.

                                   Pocket knife, Camillus Cutlery Co



 




Catalogo Camillus


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"Astro" survival knife, Randall Knives Co

Copia del coltello da sopravvivenza fatto dalla Randall Knives Co. Questo coltello faceva parte dell’equipaggiamento della “Freedom 7”, la missione Mercury di John Glenn nel Febbraio 1962. Il coltello originale è stato smarrito durante le fasi dell’ammaraggio e recupero nell’Oceano Atlantico. Il coltello è stato donato da W.D. Randall Jr. al National Air and Space Museum, Washington, DC

Materiali: acciaio, cuoio, micarta
Dimensioni : 24,1 x 8,3 x 2,5 cm (9 ½ x 3 ¼ x 1 in.)


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                                              M-1 Knife, W.R. Case &Sons Cutlery



Questo machete ha fatto parte dell’equipaggiamento di sopravvivenza dell’Apollo 15 nel periodo Luglio/Agosto 1971. Fodero e impugnatura in alluminio, un lato utilizzabile come una sega.
Dimensioni: 44,5 x 8,9 x 2,5 cm (17 ½ x 3 ½ x 1 in.)
Il produttore è W.R. Case &Sons Cutlery
Nel museo Smithsonian dal 1978
Dalle missioni Apollo in poi l'impugnatura di plastica fu sostituita da una di alluminio per evitare, in caso di incendio a bordo, la presenza di fumo nell'abitacolo dovuta alla combustione della plastica.





These knives were flown on all of the Gemini, Apollo, Skylab, and ASTP missions. On Gemini they were stowed in a compartment on the outboard side of each crewmember's ejection seat. In the event that they ejected, once the astronaut separated from the seat, the knife would be pulled out of the compartment by a lanyard and hang below the survival kit.




On Apollo and subsequent flights, only one M-1 knife was carried in the survival kit which remained stowed on the CM throughout the flight. One modification to the Apollo models was the change from a plastic handle to an aluminum one. This was done post- Apollo 1 to prevent outgassing fumes from melting plastic.
Several of these flown knives are on display around the country: the National Air and Space Museum has two, one part of the entire kit from Apollo 15, I believe. Kansas Cosmosphere has one flown on a Skylab flight. Interestingly, the one displayed at the Astronaut Hall of Fame was found still inside the ejection seat of Jim McDivitt during a 1983 inspection and cleaning of Gemini 4 by the Smithsonian staff.

Anche la controparte russa addestrava i suoi astronauti alla sopravvivenza e li dotava di materiale per far fronte agli imprevisti legati a un lancio fallito o a un ritardo nel loro recupero in zone isolate.




vedi anche blog: "un'arma da sopravvivenza per i cosmonauti russi, la TP-82. 13/12/2014

Vedi anche blog: film "Capricorn One". 31/03/2014