martedì 27 settembre 2016

Mal di gola da raffreddamento

categoria: farmacologia

Mal di gola da raffreddamento


Le temperature rigide non sono, ovviamente, la vera causa ma solo un fattore predisponente perché l'aria fredda e secca:
  • diminuisce le resistenze immunitarie della mucosa delle vie aeree riducendo l’afflusso di sangue alle mucose di gola, naso e trachea ed asciugando il sottile velo liquido che le umidifica
  • favorisce lo sviluppo dei virus responsabili della larga maggioranza dei casi di mal di gola
  • aggrava l'infiammazione delle mucose

Fattori predisponenti
  1. Quando si ha il naso chiuso si respira attraverso la bocca e questo porta ad una irritazione delle prime vie aeree che vengono a diretto contatto con l’aria secca o fredda, senza essere preventivamente umidificata e riscaldata dal passaggio dell'aria attraverso il naso.
  2. I soggetti che bevono poco hanno le mucose disidratate, quindi più soggette all'infiammazione; a livello bronchiale la disidratazione comporta la presenza di secrezioni dense, che favoriscono l'insorgenza di una tosse insistente e irritante anche per la gola.

Causa del mal di gola
Esiste una chiara stagionalità nella circolazione dei virus che sono più frequentemente responsabili di infezioni delle prime vie aeree: virus respiratorio sinciziale, virus influenzali e parainfluenzali, adenovirus, rinovirus e coronavirus sono i più frequenti agenti eziologici. Più raramente queste infezioni sono sostenute da batteri.

differenza tra gola colpita da infezione batterica e virale


Terapia antibiotica
L’abitudine, purtroppo diffusa, di assumere antibiotici alla prima comparsa dei sintomi del mal di gola è assolutamente sconsigliabile perché nella larga maggioranza dei casi il mal di gola è dovuto ad un’infezione da parte di virus che non sono sensibili agli antibiotici.
L’uso di antibiotici non solo non agevola la risoluzione del quadro clinico ma facilita la diffusione del fenomeno della resistenza dei batteri agli antibiotici.
Il fenomeno della resistenza dei batteri agli antibiotici sta pericolosamente riducendo l’armamentario terapeutico per combattere le infezioni batteriche.
Secondo i risultati di una recente indagine condotta a livello comunitario sulla resistenza dei microbi agli antibiotici circa la metà dei cittadini comunitari (49%) crede ancora, sbagliando, che gli antibiotici possano essere usati per trattare i virus, mentre circa il 41% fa lo stesso errore per quanto riguarda raffreddore ed influenza. Quest’ultima, in particolare, rimane uno dei motivi più comunemente citati per l'assunzione di antibiotici.
La terapia antibiotica va riservata ai casi in cui una responsabilità batterica sia dimostrata (ad esempio con un tampone tonsillare) o presunta (ad esempio in caso di persistenza della sintomatologia per più di tre giorni) e comunque sempre su indicazione del medico che valuterà di volta in volta la terapia più adeguata.
Una volta che è stata stabilita la necessità di un trattamento antibiotico, è fondamentale che il ciclo terapeutico sia portato a termine per evitare che una incompleta bonifica del focolaio infettivo possa indurre poi le tanto sgradite “ricadute” e, soprattutto, possa favorire la comparsa del temutissimo fenomeno della resistenza dei batteri alla terapia antibiotica.

La terapia topica
Gli antisettici locali sono molto efficaci nel favorire la risoluzione della sintomatologia perché creano localmente le condizioni inospitali per i microrganismi causa del mal di gola impedendone o rallentandone lo sviluppo. Gli antisettici locali sono applicati sulle mucose impiegando pastiglie da sciogliere in bocca, spray o collutori.
Se i sintomi sono più intensi è indicato l’uso di antinfiammatori locali (nelle stesse forme farmaceutiche degli antisettici) che svolgono un’azione analgesica e antinfiammatoria mirata alle mucose del cavo orale e delle vie aeree superiori.

Tra i diversi prodotti disponibili il flurbiprofene si è dimostrato particolarmente efficace con un effetto analgesico che compare già dopo 15 minuti dalla somministrazione e permane per ore.

Rimedi della "nonna" e terapia topica farmacologica possono convivere
I rimedi  della "nonna"
catarro, mal di gola? Latte caldo con miele, e il sollievo è immediato. Quante volte, da piccoli, mamme e nonne ci hanno curato con questo delizioso rimedio, capace, oltre che di alleviare il dolore alla gola e inibire gli attacchi di tosse, di indurre un sonno dolce come la bevanda?
Sicuramente il "mito" del potere calmante del latte del miele su tosse, laringiti, tracheiti, bronchiti e qualunque affezione della gola è stato un po' ridimensionato a causa dell'aumento delle intolleranze, soprattutto alle proteine del latte e al lattosio. Eppure si continua a preferire questo rimedio naturale ai vari sciroppi e mucolitici. Chiediamoci come mai.
La risposta è che, effettivamente, funziona! E ne abbiamo anche le prove scientifiche. Infatti i ricercatori israeliani dell'Università di Tel Aviv si sono presi la briga di testare l'efficacia sedativa (sulla tosse), e antinfiammatoria del miele usando cavie umane, ovvero bambini (ben 3mila) dell'età media di circa 2 anni e mezzo, tutti afflitti dalla tosse.
Il campione è stato diviso in due gruppi: ad uno è stato somministrato un cucchiaino di miele (10 grammi) di diverso tipo mezzora prima di andare a dormire, all'altro un altro prodotto diverso dal miele. A fine sperimentazione è emerso che i bimbi che avevano assunto il miele avevano avuto un netto miglioramento dei sintomi rispetto agli altri.
Il miele, infatti, è ricchissimo di sostanze antiossidanti che contribuiscono a controllare e ridurre le classiche infezioni da raffreddamento. Inoltre, la sua consistenza vischiosa e il gusto dolce inducono la salivazione e aiutano la fluidificazione del catarro. Ecco spiegato perché anche molti prodotti contro la tosse inseriscono il miele tra i principi attivi con proprietà sedative e mucolitiche.
Il latte caldo, poi, ha a sua volta un'azione calmante che potenzia quella del miele. Questo squisito e salutare connubio è da sconsigliare solo in caso di intolleranza o allergia al latte, ma si può sostituire egregiamente quest'ultimo  con un infuso alla camomilla o con un'altra tisana sempre con effetto rilassante e calmante sulle affezioni alle vie aeree. Attenzione anche a chi soffra di diabete, perchè il miele ha un altissimo indice glicemico.