categoria: scenari di sopravvivenza urbana
Un cronista descrive quello che è successo a New Orleans (Uragano Katrina, 2005)
Il
Superdome in balia delle gang. Un testimone: «Donne e bambini violentati nei
bagni. Peggio di un film dell'orrore»
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«Paragonare la vita nel Superdome di New Orleans all'inferno è una mancanza di
rispetto per l'inferno, ammesso che esista». Con queste parole Katie Smithson,
una turista americana del New Mexico commenta le ore in angoscia e terrore
trascorse nello stadio di New Orleans in attesa dell'evacuazione in Texas di
migliaia di disperati.
«Per
i turisti - ha spiegato Debbie Durso di Washington - l'incubo è finito nel
momento in cui è cominciata l'evacuazione a Houston. Ci hanno finalmente
permesso di andarcene. Per migliaia di persone, senza mezzi di trasporto o
denaro per procurarseli, la tragedia durerà invece ancora parecchi giorni».
Questo
soggiorno nell'inferno dei vivi non sarà dimenticato presto. Debbie Durso, che
mercoledì sera ha chiesto a un poliziotto dove poteva mettersi al riparo, si è
sentita rispondere «va al diavolo, sono fatti tuoi. Qui ognuno deve badare a se
stesso».
Un
gruppo di studenti inglesi, trovato rifugio nel Superdome, ha raccontato ore da
incubo. Cadaveri, stupri, spacciatori di droga che offrivano crack a tutti, una
puzza insostenibile e tanta paura. Ceffi da galera non perdevano occasione di
insultare i bianchi ostentando alla cintola coltellacci affilati.
«Sembrava
il film "Il signore delle mosche" - ha raccontato Jamie Trout -. Un
momento era tutto calmo, un secondo dopo si aveva l'impressione di rischiare la
pelle in un caos indicibile».
Gli
studenti inglesi hanno raccontato d'aver visto l'arresto di un uomo che aveva
stuprato un bambino di sette anni in un bagno. Un orrore non isolato. Secondo
il Los Angeles Times anche due donne ed una bambina sono state violentate. I
morti, tra gli sfollati costretti a vivere tra cumuli di feci, Sono almeno
sette. Quando gli studenti inglesi, poi, si sono offerti di dare una mano per
pulire i lavandini dei bagni ormai stracolmi, sono insultati e minacciati.
«Eravamo così spaventati - ha raccontato una ragazza - che la notte ci siamo
disposti in cerchio. Le ragazze al centro, i maschi ai bordi con una barriera
di sedie da usare per protezione.
I
circa 30mila sfollati che hanno trascorso quattro giorni nel Superdome hanno
subito violenze morali e fisiche da parte di giovinastri in squadre che hanno
anche distrutto gli impianti dello stadio. «Hanno sfasciato i distributori di
bibite - ha raccontato Essie Alien - e se ne sono impossessati senza ovviamente
distribuirle a vecchi e bambini».
Giovedì,
quando è iniziata l'evacuazione, sui primi autobus non sono saliti vecchi donne
e bambini, come aveva disposto la guardia nazionale, ma giovani teppisti. Le
bande che hanno seminato panico nel Superdome non vedevano l'ora di fare la
lunga gita in pullman che li avrebbe portati in un luogo dove li attendevano
docce, brandine e bagni puliti.
Soltanto
nel pomeriggio, quando gli autisti degli autobus hanno fatto notare alle forze
dell'ordine l'assurdità della situazione, uomini della polizia militare armati
di mitra hanno cominciato a sorvegliare con attenzione la fila di gente in
attesa di partire.
Coloro
che si presentavano sull'autobus con degli animali sono stati costretti ad
abbandonarli.
Il
capo della polizia: «Molti agenti disertano, hanno paura». Un religioso: «Siamo
come animali, non si riesce a proteggere vecchi e bambini»
La
città è in piena anarchia. La governatrice della Louisiana e il sindaco di New
Orleans, impotenti davanti al caos, reagiscono con furia, annunciando d'avere
dato alla guardia nazionale la licenza di uccidere.
«Trecento
uomini della guardia nazionale dell'Arkansas, reduci dall'Irak sono da stasera
a New Orleans. Hanno il mio permesso di ripristinare l'ordine a ogni costo. Sono
armati di M16 e hanno il colpo in canna. È gente che sa sparare. Se si presenta
la necessità sono più che disposti a farlo. Mi aspetto che lo facciano».
Il
sindaco si è scagliato contro l'amministrazione Bush da cui dipendono il FEMA
(l'agenzia federale per il coordinamento delle emergenze) e il dispiegamento di
militari.
«Abbiamo
autorizzato in un baleno 8 miliardi di dollari da mandare in Irak. Dopo l’11
settembre abbiamo concesso poteri inauditi al presidente per soccorrere New
York. Qualcuno mi deve spiegare... come mai non si riesce ad autorizzare le
risorse necessarie per portare i soccorsi in questa zona dove tra l'altro si
produce buona parte del carburante necessario all'intero paese».
L'inefficienza
con cui sono gestiti i soccorsi sta creando problemi insormontabili. Gli uomini
del FEMA, a New Orleans ormai da tre giorni, hanno in pratica sospeso il lavoro
per via degli spari e delle risse che avvengono nei pressi dei centri di
distribuzione di cibo e acqua.
«E
pazzesco - ha commentato Terry Erbert, capo del programma di emergenza della
città - non esiste un centro di comando e nessuno è in grado di imporre
controlli. Abbiamo paracadutato aiuti alle vittime dello tsunami nel giro di
due giorni ma non siamo in grado di soccorrere New Orleans».
Il
colonnello Henry Whitehorn, capo della polizia dello stato della Louisiana ha
confessato con rammarico che molti agenti di stanza a New Orleans hanno
disertato scappando con le famiglie, altri si sono presentati in caserma per
consegnare il distintivo». «È gente - ha spiegato il colonnello Whitehorn - che
ha perso la casa e tutto ciò che possedeva. Non se la sente di rimanere in
servizio per essere presa a colpi di arma da fuoco e rimetterci magari la
pelle».
Giovedì
pomeriggio un soldato della polizia militare, aggredito da un teppista che gli
voleva rubare il fucile, è rimasto ferito a una gamba.
«Una
prigione temporanea - ha annunciato il colonnello Whitehorn - allestita per
rinchiudere i fuorilegge sarà pronta a giorni. Non lasceremo il controllo della
città a questa gente».
Un
elicottero militare che giovedì tentava di atterrare nei pressi del centro
congressi per distribuire acqua e cibo ha rinunciato alla manovra per via della
folla esasperata che tentava di impossessarsi del carico. I soldati a terra non
riuscivano a mantenere l'ordine e le provviste sono state gettate da un'altezza
di 4 metri. Vecchi, donne e i bambini non sono riusciti a prendere nulla,
mentre forzuti giovinastri facevano man bassa di bottiglie d'acqua e razioni
militari.
Il Giornale.it