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venerdì 17 gennaio 2014
mercoledì 15 gennaio 2014
lightstick, starlight, Cyalume®
categoria: luce, segnalazioni
Il lightstick, noto anche come starlight, Cyalume®, è un cilindro di silicone, o altro materiale plastico morbido, auto-luminescente. Per accendere la luce è sufficiente piegare la bacchetta rompendo in questo modo la fiala contenuta al suo interno. Ciò fa mescolare i composti chimici e dà avvio alla reazione luminescente. Si ottiene una luce istantanea che ha una durata media di circa dodici ore, nei colori bianco, arancio, verde e blu.
Questa fonte di luce è autonoma e non richiede alcuna manutenzione; gli stick sono garantiti circa 4 anni se correttamente conservati. Il calore e l'umidità ne accelerano l'invecchiamento, per questo sono venduti in buste sigillate.
Non sviluppando calore, scintille o gas, questi prodotti offrono delle soluzioni di illuminazione sicure, senza rischi per la salute o per l’ambiente. La luce ottenuta, non molto intensa, può essere impiegata in ambienti chiusi (ad esempio nella tenda), per la lettura della carta topografica e come segnale di soccorso, ad esempio legando uno stick a un cordino e facendolo girare vorticosamente sopra la testa, si ottiene un segnale luminoso molto grande, visibile a grande distanza.
I pescatori usano i starlight durante la pesca notturna, per evidenziare la punta della canna da pesca quando il pesce abbocca all’esca.
Funzionamento:
1. Involucro plastico contenente l'estere fenilico dell'acido ossalico (difenil ossalato) e pigmento fluorescente da cui dipende il colore: giallo, blu, verde, viola, rosso, arancione o bianco
2. Fialetta contenente acqua ossigenata
3. Dopo che la fiala interna è rotta, le due soluzioni si mescolano e il lighstick si accende.
Si sfrutta la reazione chimica (chemioluminescenza) tra l'acqua ossigenata e l'estere per ottenere l'energia necessaria per eccitare gli elettroni del colorante fluorescente: si producono due molecole di fenolo ed una molecola di 1,2-dioxetanedione (perossiacido esterificato) che si decompone spontaneamente in acido carbonico (H2CO3) producendo l'energia necessaria ad eccitare il pigmento fluorescente che rilascia un fotone. Si tratta di una reazione chimica irreversibile e quindi il prodotto è monouso; non è possibile quindi nemmeno spegnere questi dispositivi una volta accesi, ma si può tuttavia rallentare moltissimo la reazione chimica mettendo lo stick in un freezer.
Questa fonte di luce è autonoma e non richiede alcuna manutenzione; gli stick sono garantiti circa 4 anni se correttamente conservati. Il calore e l'umidità ne accelerano l'invecchiamento, per questo sono venduti in buste sigillate.
Non sviluppando calore, scintille o gas, questi prodotti offrono delle soluzioni di illuminazione sicure, senza rischi per la salute o per l’ambiente. La luce ottenuta, non molto intensa, può essere impiegata in ambienti chiusi (ad esempio nella tenda), per la lettura della carta topografica e come segnale di soccorso, ad esempio legando uno stick a un cordino e facendolo girare vorticosamente sopra la testa, si ottiene un segnale luminoso molto grande, visibile a grande distanza.
I pescatori usano i starlight durante la pesca notturna, per evidenziare la punta della canna da pesca quando il pesce abbocca all’esca.
2. Fialetta contenente acqua ossigenata
Si sfrutta la reazione chimica (chemioluminescenza) tra l'acqua ossigenata e l'estere per ottenere l'energia necessaria per eccitare gli elettroni del colorante fluorescente: si producono due molecole di fenolo ed una molecola di 1,2-dioxetanedione (perossiacido esterificato) che si decompone spontaneamente in acido carbonico (H2CO3) producendo l'energia necessaria ad eccitare il pigmento fluorescente che rilascia un fotone. Si tratta di una reazione chimica irreversibile e quindi il prodotto è monouso; non è possibile quindi nemmeno spegnere questi dispositivi una volta accesi, ma si può tuttavia rallentare moltissimo la reazione chimica mettendo lo stick in un freezer.
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