lunedì 15 febbraio 2016

Iss: in Italia gli annegamenti causano 400 morti l’anno

Categoria: sopravvivenza in mare

Iss: in Italia gli annegamenti causano 400 morti l’anno

Uno studio dell’Istituto superiore di sanità fotografa il fenomeno. Quasi 30 mila morti negli ultimi 40 anni nelle acque italiane e anche se in calo, il numero di annegamenti rimane consistente. È il mare il luogo in cui si verificano più frequentemente e l’imperizia la causa principale.


Sono un evento raro se paragonato ad altre tipologia di incidenti, ma gli annegamenti in Italia presentano un elevato tasso di letalità.È la conclusione di uno studio sugli annegamenti e i semi-annegamenti resi noti dall’Istituto superiore di sanità, che ha analizzato i dati Istat e, quando possibile, le notizie pubblicate sulla stampa.
Nel 2007, si sono registrati 387 morti e circa 440 ricoveri. In termini di incidenza, il tasso di mortalità per il 2007 è risultato pari a 11,1 morti per milione/anno nei maschi e 2,2 morti per milione/anno nelle femmine, con un tasso medio di 6,5 morti per milione di abitanti/anno.Impressionante il dato storico: dal 1969 al 2007 risultano decedute per annegamento 27.154 persone, per l'82 per cento maschi. C’è da dire, tuttavia, che si registra un forte decremento nel numero di casi: se agli inizi degli anni Settanta si verificavano circa 1200-1300 morti/anno oggi il dato è sceso a circa 400.
Per quanto l’annegamento riguardi tutte le classi di età, è nei giovani tra i 14 e i 29 anni che si verificano con maggiore frequenza gli eventi. Il fenomeno degli annegamenti si verifica per oltre il 50 per cento dei casi in mare e appare particolarmente evidente lungo la costa adriatica centro settentrionale (da San Benedetto del Tronto a Trieste); in alcune aree della costa sud della Puglia, lungo la costa tirrenica in Liguria (tra San Remo e Savona), in Toscana (tra Carrara e Piombino), nel Lazio (tra Fiumicino e Terracina), in Campania (tra Castel Volturno e Acropoli); in Sicilia nella costa sud-orientale e a Palermo); in Sardegna (lungo la costa occidentale, nella zona di Cagliari e in quella di Olbia).
Attraverso una revisione della stampa i ricercatori Iss sono stati in grado di ricostruire le cause degli eventi mortali: è l’imperizia la prima incriminata, ma anche malori, cadute accidentali sono cause frequenti. Particolare attenzione merita la mancata sorveglianza dei bambini. Così come la frequente assenza di servizi di salvataggio in luoghi frequentati da bagnanti: tra i fenomeni registrati vi è infatti il salvataggio improvvisato da parte di persone non in grado di effettuarlo, che a volte si conclude con esiti fatali anche per i soccorritori.

Ogni anno nel mondo muoiano per annegamento oltre 380 mila persone, il che colloca l'annegamento al terzo posto tra le cause di morte per incidente dopo gli incidenti stradali e le cadute. Gran parte di questi eventi si registra Africa, Asia del pacifico occidentale e del Sud-Est asiatico ed est europeo. Circa 28 mila gli annegamenti fatali in Europa: le aree maggiormente a rischio sono quelle dell’est europeo, in particolare Bielorussia, Lettonia, Lituania, Russia e Ucraina che presentano tassi 15-16 volte superiori a quelli dell’Italia.
Il farmacista Online.it 2011

sabato 13 febbraio 2016

Piante e le informazioni reperibili su Internet

categoria: piante medicinali

Piante e le informazioni reperibili su Internet

Sulla rivista scientifica “RECENTI PROGRESSI IN MEDICINA” (www.recentiprogressi.it ) è stata pubblicata la ricerca effettuata dal dr. Fabio Firenzuoli, Direttore del Centro di Medicina Naturale dell'Ospedale di Empoli (www.naturamedica.net) , sui rischi che provengono dalle informazioni disponibili in Internet sulle erbe medicinali.
F. Firenzuoli, L. Gori, L. Di Simone, M. Morsuillo . ERBE IN INTERNET: INFORMAZIONI A RISCHIO Recenti Progressi in Medicina, 2006, vol 97, n° 4, 189-192.
Il lavoro dimostra come su più di 500 siti web italiani controllati, relativi a 4 prodotti naturali sottoposti a specifici provvedimenti da parte del Ministero della Salute, solo nel 15 % dei casi fossero riportate avvertenze ed informazioni corrette sui rischi di quelle piante, mentre al contrario nel 40 % dei siti vi erano informazioni improprie sulle loro indicazioni terapeutiche, in realtà assenti.
La ricerca è stata condotta su 4 prodotti naturali, Riso rosso fermentato, Borragine, Farfara e Camedrio. I dati più preoccupanti riguardano proprio quest'ultima pianta che, nonostante sia stata proibita dal Ministero perchè responsabile di gravi epatiti, viene ancora oggi pubblicizzata su Internet come tisana indicata per curare paradossalmente proprio l' “insufficienza epatica”, aumentando quindi di gran lunga il rischio che ad assumerla possano essere proprio coloro che dovrebbero invece evitarla in assoluto, e cioè i pazienti epatopatici.
Il Camedrio: Antinfiammatorio, aromatizzante, febbrifugo, aperitivo, digestivo, lassativo, diuretico, astringente. Perfino anticancro. Sono alcuni degli aggettivi utilizzati su Internet per descrivere le proprietà di questa pianta erbacea, tipica delle nostre campagne. “Lo spacciano anche come dimagrante e come rimedio per i disturbi bel fegato”, spiega Firenzuoli, “I problemi al fegato invece li fa venire. E anche gravi. Si sono infatti verificati casi di epatite fulminante”.
Per il Riso rosso fermentato è stata evidenziata una netta discrepanza tra le informazioni richieste dal Ministero in etichetta e quelle presenti nei siti web, dai quali si può anche acquistare online. Per la Farfara e la Borragine, piante invece proibite negli integratori, i riferimenti ai rischi degli alcaloidi pirrolizidinici, presenti in queste piante, sostanze purtroppo cancerogene, sono presenti solo nel 7,2 % dei siti.
Da questa ricerca emerge chiaramente come sia urgente una corretta informazione sulle erbe, ed in particolare sui rischi provenienti da Internet, dove sono reperibili informazioni non controllate, e talvolta molto pericolose. A questo proposito appare sempre più utile l'attività di fitosorveglianza promossa dallo stesso Istituto Superiore di Sanità (www.iss.it).


martedì 9 febbraio 2016

chinese military shovel WJQ - 308

chinese military shovel WJQ - 308





una variante del WJQ 308 ha un puntale metallico che permette l'utilizzo come punteruolo


custodia opzionale




Model: WJQ-308.
GW:1.5 kg.
NW:1.0 kg.
Hardness (work unit): HRC47-51.
Size:(Folded state):15.7"
Size(Stretch state): 23"
With Black Original Case Bag
Patent Number: ZL 99 1 15509.2
Manufacturer : ChangLin ,ShanXi
18 Functions including: digging, sawing, chopping, cutting, picking, prying, hammering, bottle opening, can opening , wire cutting, climbing, measuring, shoveling,Mini Shield




manuale fornito con la pala pieghevole

domenica 3 gennaio 2016

ritrovato aereo della seconda guerra mondiale in Africa. trovate spoglie del pilota

categoria: deserto

Ritrovato Il Curtiss P 40 Kittyhawk del Sergente Dennis Copping (Volare - Agosto 2012)



Un Curtiss P40 Kittyhawk è dato per disperso il 28 Giugno 1942 nel Sahara egiziano. Dopo 70 anni esatti i membri dell'associazione ARIDO scoprono il relitto dell'aereo, mappano con il GPS la zona e ricercano le spoglie del pilota, il Flight Sergeant Dennis Copping.
I rilievi sul relitto fanno ipotizzare che il pilota abbia tentato un atterraggio di fortuna.


Gli uomini di ARIDO (Associazione Ricercatori Indipendenti del Deserto Occidentale) hanno ipotizzato che Copping avesse cercato di raggiungere l'Oasi di Farafra in direzione sud – est, distante circa 50 chilometri; un'altra possibilità era che il pilota avesse cercato di arrivare alla pista per Ain Dalla. Gli esperti pensavano che Copping, pur disponendo di un paio di litri di acqua, non fosse stato in grado di percorrere più di 15 chilometri con temperature di 45°C.
Squadre di due uomini si sono incamminati su tre percorsi paralleli, tenendosi a 300 metri l'uno dall'altro. La ricerca porta alla scoperta di alcune ossa umane e un tessuto proveniente da un paracadute, probabilmente impiegato da Copping per fare un riparo.


Volare Agosto 2012


Altre notizie disponibili in Rete:
- i parenti di Copping sono stati rintracciati per poter fare i test sul DNA ricavato dalle ossa rinvenute.
Copping faceva parte del 260 Squadron che aveva la sua base In Egitto durante i combattimenti in Nord Africa.
- l'aereo mostra fori di proiettile per cui Copping può essere stato costretto ad un atterraggio di fortuna dopo un combattimento aereo.
- la polizia egiziana ha smontato le mitragliatrici presenti nelle ali dell'aereo e le ha prelevate insieme alle munizioni.
- l'aereo è stato successivamente smontato e stivato in un container in attesa di trovare una sistemazione definitiva in un museo




I giornali inglesi che hanno divulgato la notizia del ritrovamento dell'aereo di Copping hanno trovato e pubblicato delle sue foto:



Altre foto del relitto dell'aereo:



Independent.ie
Mystery of lost war hero may be solved, 70 years on
By Ralph Riegel
Monday August 06 2012
THE body of a World War Two fighter pilot shot down 70 years ago has finally been discovered in the Egyptian desert, his family believe.
The Pryor-Bennett family are praying that DNA tests confirm that the remains are those of Flight Sergeant Denis Copping.
The young pilot has been missing for 70 years after he failed to return to base in his Curtiss Kittyhawk fighter in 1942.
It was initially believed that the young man was shot down by the Luftwaffe near the Egypt-Libya border -- but experts later guessed that the RAF pilot got lost in a sandstorm over the featureless desert before running out of fuel and crashing.
Incredibly, a group of Polish oil workers discovered the near-intact Kittyhawk plane three months ago.
They confirmed that the pilot survived the crash because they found his parachute but no remains.
They concluded that he must have set out on foot across the baking desert to try to reach the safety of Allied lines.
Flt Sgt Copping's nephew William Pryor-Bennett (62), was determined that his uncle's remains should be found -- and his son John (30) was prepared to travel to Egypt to help with the search.
But the Pryor-Bennetts -- who run the successful Mother Hubbards Cafe in Kinsale -- were astounded to receive word that Italian military historians have already found what they believe could be the young pilot's remains.
The discovery was made just over a fortnight ago.
"They heard about the discovery of my uncle's plane and decided to search the area around it. They have been doing a lot of research on the Italian soldiers that fought alongside Rommel," William Pryor-Bennett told the Irish Independent.
The Italians searched the area around the crash fighter plane -- and came across human remains just five miles from the Curtiss.
"They didn't recover much -- just a leg and some vertebrae. We don't know when DNA tests are going to be carried out to see if it actually is the body of my uncle," he added.
The crash site is located more than 200 miles from where the Allied front line was in 1942 -- and, without water or supplies, it was believed the young airman would only have covered 20 to 40 miles on foot.
It is now feared that he only made it five miles before perishing from heat and exhaustion.
"Unfortunately, it looks like it was just too far for him to make it," said Mr Pryor-Bennett.
"Obviously I never knew him but I heard so much about him as I grew up. The family always wanted to know what happened because all we heard at the time was that he was 'missing in action'. But we know now," he said.
The Egyptian authorities have given permission for the plane to be salvaged and brought back to the UK.
The Royal Air Force hopes to restore the fighter and put it on display at the Hendon Aviation Museum in London.
Flt Sgt Copping was assigned with a colleague from RAF's 260 Squadron to fly two US-built fighter aircraft between bases on June 20, 1942 at the height of the North Africa campaign by Hitler's
http://www.independent.ie/national-news/mystery-of-lost-war-hero-may-be-solved-70... 10/08/2012

The Independent - Print Article Pagina 2 di 2
Africa Korps.
"It is incredible that his plane has been found after all this time. We're just hoping now that the remains found are those of my uncle," added Mr Pryor-Bennett.
- Ralph Riegel