venerdì 9 giugno 2017

Un estratto da uno studio condotto da ricercatori italiani sull'utilizzo della propoli nel trattamento delle infezioni da Helicobacter Pylori

categoria: farmacologia, fitoterapia

Un estratto da uno studio condotto da ricercatori italiani sull'utilizzo della propoli nel trattamento delle infezioni da Helicobacter Pylori

L'introduzione della propoli a fianco del protocollo farmacologico convenzionali nel trattamento delle infezioni da Helicobacter Pylori ne migliora l'efficacia, riduce il rischio di recidive e diminuisce gli effetti collaterali degli antibiotici con ripercussioni positive nella vita del paziente trattato. Di seguito un estratto da uno studio pubblicato da ricercatori italiani che mette in risalto l'importanza della propoli anche nei confronti di patologie importanti, come quelle derivanti dall'infezione da Helicobacter pylori.

ATTIVITÀ ANTIBATTERICA DELLA PROPOLI E SINERGIA CON GLI ANTIBIOTICI DI I E II LINEA UTILIZZATI NEL TRATTAMENTO DELLE INFEZIONI DA HELICOBACTER PYLORI
Lucia Montini1, Valeria Tilli2,3, Natale Figura4, Elisabetta Miraldi3, Daniela Giachetti3, Marco Biagi3.
1Department Plant Environmental Science, Sectionfor Plant Biochemistry, Copenhagen University.
2Department of Micro and Nanotechnology, Bioanalytics group, Technical University of Denmark.
3Dipartimento di Scienze Fisiche, della Terra e dell'Ambiente, U. O. Biologia Farmaceutica, Siena, Università degli Studi di Siena.
4Dipartimento di Medicina Interna, Divisione di Gastroenterologia, Università degli Studi di Siena.

Helicobacter pylori (HP) è un batterio che colonizza le mucose dello stomaco di circa la metà della popolazione mondiale e si ritiene fattore eziopatogenetico delle più gravi patologie gastriche ed extragastriche. L'importanza dell'infezione da Helicobacter pylori e il quadro sintomo patologico con essa connessi, impongono di porre l'attenzione su quei motivi che comportano l'insuccesso terapeutico, spesso non inferiore al 20% dei casi.
A differenza degli altri batteri, l'Helicobacter pylori riesce a sopravvivere nell'ambiente acido dello stomaco e aderendo alla mucosa gastrica, la danneggia provocando un innesco infiammatorio che può evolvere in gastrite, ulcera, ma anche linfoma e carcinoma gastrico.
Sono previsti nella terapia detta "di prima linea" un inibitore di pompa protinica (PPI) e l'uso di antibiotici (claritromicina, amoxicillina, levofloxacina o metronidazolo). Nel caso in cui invece non sia avvenuta l'eradicazione del batterio la seconda scelta terapeutica (terapia detta "di seconda linea") prevede trattamento triplice con PPI, amoxicillina o tetraciclina e metronidazolo.
II trattamento è destinato a protrarsi per una o due settimane nel caso di una eradicazione avvenuta con successo e dalle tre alle quattro nel caso in cui si presentino recidive. Il protrarsi della patologia e della terapia antibiotica porta molto spesso il paziente ad uno stato di debilitazione e squilibrio intestinale.
Il fenomeno della resistenza batterica, in continua crescita, è principalmente la conseguenza dell'indiscriminato uso di antibiotici per differenti infezioni, tra cui proprio i tentativi di eradicare lo stesso Helicobacter. Queste problematiche, insieme all'importanza epidemiologica dell'infezione da Helicobacter pylori, hanno spinto la ricerca farmaceutica ad occuparsi di individuare farmaci sempre più specifici e principi attivi in grado di agire sui diversi meccanismi d'azione della complessa patogenesi che HP comporta. La ricerca si è allargata anche alla fitoterapia e la sperimentazione con la propoli ha dato risultati interessanti.
Questo prodotto apistico possiede tutte le caratteristiche specifiche per l'attività anti-HP: una composizione chimica con un alto contenuto in flavonoidi, una dimostrata attività antibatterica ed antiossidante, sicurezza di utilizzo l'incapacità dei patogeni di sviluppare resistenza nei suoi confronti.
Questo studio ha sperimentalmente dimostrato che un prodotto standardizzato a base di propoli può svolgere un ruolo importante e fornire un contributo non secondario nelle patologie sviluppatesi a causa del batterio. Sono stati confrontate diverse preparazioni presenti sul mercati e utilizzare un prodotto innovativo a base di propoli, Propolfenol®, un fitocomplesso integrale e sinergizzato di Propoli europea certificata, titolata al 50% in polifenoli totali. Sono stati valutati aspetti come la cinetica battericida, l'influenza della concentrazione batterica e la sua possibile sinergia ottenuta con gli antibiotici convenzionali utilizzati per le infezioni da Helicobacter pylori in Europa: claritromicina, amoxicillina, tetraciclina, levofloxacina e metronidazolo.
La valutazione dei ceppi di HP a diversa virulenza ha evidenziato che le resistenze batteriche sono superate dall'utilizzo del fitocomplesso della propoli, dimostrando che questo prodotto apistico possa essere utilizzato come utile complemento terapeutico alla terapia convenzionale eradicante di prima e seconda linea sia su ceppi resistenti alla claritromicina che al metronidazolo.
Le preparazioni più ricche in polifenoli e flavonoidi hanno evidenziato una maggiore attività antibatterica. La concentrazione minima inibente (MIC) e la concentrazione minima battericida (MBC) di Propolfenol® risultano identiche per tutti i ceppi testati, indipendentemente dalla resistenza a claritromicina o metronidazolo e dall'espressione di fattori di virulenza del batterio (VacAe CagA).
La propoli inoltre ha un importante ruolo nella protezione gastrica, come l'attività antinfiammatoria e l'attività antiossidante, fondamentale considerando la completa deplezione degli antiossidanti endogeni a livello gastrico in seguito all'infezione.

Bibliografìa
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Fischbach L, Evans EL. Meta-analysis: the effect of antibiotic resistance status on the efficacy of triple and quadruple first-line therapies for Helicobacter pylori. Aliment Pharmacol Ther. 2007 Augi; 26 (3): 343-57.
Broutet N, Marais A, Lamouliatte, H, de Mascarel A Samoyeau R, Salamon R, Mégraud F. CagA Status and eradication treatment outeome of anti-Helicobacter pylori triple therapies in paticnts with nonulccr dyspepsia. J Clin Microbiol. 2001, 39 (4): .13191322.4.
Biagi M, Miraldi E, Figura N, Giachetti D. Antiradical activity and in vitro inhibition of Helicobacter pylori by Italian red wines. Nat Prod Commun. 2009,4 (2): 255-60. Gertsch J. Botanical drugs, synergy, and network pharmacology: forth and back to intelligcnt mixtures. Pianta Med. 2011,77 (11): 1086-98.
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Speciale A, Costanzo R, Puglisi S, Musumeci R, Catania MR, Caccamo F, Iauk L. Antibacterial activity of propolis and its active principles alone and in combination with macrolides, beta-lactams and fluoroquinolones against microorganisms responsible for respiratory infcctions. J Chemother. 2006,18 (2): 164-171. www. helicobacter. org (ultimo accesso 27/04/2015).

sabato 29 aprile 2017

Il mimetismo animale

categoria: caccia

Il mimetismo animale


In natura i mammiferi generalmente non hanno una pelliccia di colore uniforme perchè sono in genere troppo grandi trarre vantaggio da una pelliccia di un unico colore, a meno di non considerare il nero dei predatori notturni o il bianco per confondersi con il manto nevoso. La selezione naturale ha premiato in genere i mammiferi con un mantello chiazzato, composto da tanti colori diversi, perchè questo li aiuta a mimetizzarsi e cacciare …. o non essere cacciati.



Animali verdi come le rane e le lucertole sono sufficientemente piccoli da poter utilizzare interi blocchi uniformemente verdi, come le foglie, per confondersi con l'ambiente. In genere, poi, i predatori dei mammiferi sono altri mammiferi che non riescono a distinguere i colori.



Un mimetismo efficace deve quindi prescindere dalla colorazione e basarsi su altri fattori come la lucentezza, il disegno della pelliccia e i movimenti del corpo.
L'uomo, cacciatore o militare, sfrutta gli stessi principi per nascondersi alla vista delle sue prede o dei suoi avversari.

mercoledì 19 aprile 2017

La trasformazione degli alimenti

categoria: alimenti

La trasformazione degli alimenti

La trasformazione dei prodotti alimentari ha avuto origine in tempi antichi per allungare i tempi di conservazione degli alimenti, mantenendone elevato il valore qualitativo e nutrizionale.
In origine i processi di conservazione e trasformazione utilizzavano esclusivamente l'energia fornita dal Sole, la corrente d'aria calda e il sale. In seguito per meglio tutelare gli aspetti igienico-sanitari si sono utilizzate attrezzature e impianti specifici (essiccatoi, affummicatoi, ecc.).

Essiccamento


Si tratta di una tra le più antiche tecniche di conservazione dei prodotti alimentari che ricorre all'esposizione prolungata al sole o a una corrente d'aria calda in appositi essiccatoi. Con l'essiccamento si modifica l'aspetto degli alimenti, a causa della disidratazione dei tessuti, senza però alterare eccessivamente i caratteri organolettici e il valore nutritivo, ad esclusione della vitamina C.



Salagione o salatura
La conservazione del prodotto avviene ponendo il prodotto direttamente a contatto con uno strato di sale solido o in soluzioni saline concentrate (salamoia). Il sale, com'è noto, blocca le attività indispensabili ai microrganismi per la riproduzione, rallentando in maniera evidente il processo di deterioramento degli alimenti. Spesso la salagione si combina con l'essiccamento e l'affumicatura.



Affumicatura
Processo che prevede l'esposizione degli alimenti al fumo prodotto dalla combustione controllata di legni ed essenze aromatiche. Spesso i prodotti sono sottoposti preventivamente a un leggero processo di salatura.


Due sono le tipologie di affumicatura:
  • a freddo con temperature comprese tra 20° e 45°C e con durata del trattamento anche di alcune settimane
  • a caldo con temperature comprese tra 50° e 90°C e con trattamento breve di poche ore
La conservazione è efficace grazie alla forte azione antibatterica, antisettica e antimicrobica che alcune componenti volatili del fumo, assieme agli effetti del calore, svolgono nei confronti dell'alimento da conservare.



Marinatura
Con la marinatura si cosparge l'alimento di acido (succo di limone o aceto), unitamente ad altri componenti aromatici e all'olio, il qua le provoca la coagulazione delle proteine del l'alimento in una massa più digeribile, esat tamente come avviene mediante il calore e partire dai 70° C.

Il processo può essere fatto a freddo o a cai do a seconda se la "marinata" è a tempera tura ambiente o scaldata fino a temperature prossime all'ebollizione. E' preferibile utilizzare pesci di piccola taglia o parti degli esemplari più grossi.



LO SHOCK ANAFILATTICO

categoria: pronto soccorso

LO SHOCK ANAFILATTICO

Con il termine anafilassi si indicano alcune sindromi allergiche di estrema gravità, in cui vi sia pericolo di vita. Lo shock anafilattico è una rapida sequenza di eventi, per lo più scatenata dal contatto di anticorpi (IgE) presenti sulla superficie di particolari cellule (mastociti e basofili) con un allergene, caratterizzato da una massiva liberazione di istamina e di altri mediatori dell'infiammazione allergica, che determinano una reazione infiammatoria e vasomotoria generalizzata a tutto l'organismo.

Lo shock anafilattico si sviluppa improvvisamente e può mettere in pericolo la vita del paziente: la pressione si abbassa, il respiro si fa difficoltoso in quanto il polmone è preda di un attacco asmatico grave e la pelle può presentare orticaria o angioedema. Se l'infiammazione si estende alla laringe e alle corde vocali (glottide), incombe il rischio di una ostruzione totale del passaggio del respiro.

Segni e sintomi
Lo shock anafilattico inizia con formicolio e senso di calore al capo e alle estremità; compaiono poi in sequenza: orticaria-angioedema, rinite, difficoltà respiratoria, prurito alla lingua e al palato, alterazioni della voce, edema della glottide, asma, vomito, diarrea, ipotensione, tachicardia e aritmia.

Cause scatenanti lo shock
Tra le cause più frequenti si annoverano la puntura di imenotteri (api, vespe, calabroni), l'ingestione di alcuni alimenti (latte, uovo, pesce, crostacei, arachidi, noce americana, ecc.) e la somministrazione di farmaci (es. penicillina). In alcuni soggetti allergici ad un alimento i sintomi si manifestano soltanto se si esercita uno sforzo fisico successivamente all'assunzione di un determinato alimento (anafilassi da esercizio fisico).

Terapia

Il trattamento precoce è molto importante. L'adrenalina rappresenta il farmaco salvavita ed ha un ruolo centrale nel trattamento acuto dell'anafilassi; quando è indicata, può essere somministrata a tutti i bambini a qualsiasi età per via intramuscolare (da 0,2 ml a 0,5 ml a seconda del peso del bambino, iniettati nella coscia). Sono disponìbili fiale preconfezionate con adrenalina predosata e resa resistente al calore (stabili per 18 mesi a temperatura ambiente). Superata l'emergenza, che si risolve nella quasi totalità dei casi grazie all'adrenalina, l'uso degli antistaminici (endovena o intramuscolo) risulterà vantaggioso; anche i cortisonici, a questo punto, saranno preziosi per contrastare l'infiammazione. I broncodilatatori per via aerosolica consentono di controllare l'asma.
In attesa dell'arrivo dei sanitari è utile mettere l'infortunato in posizione antishock.