categoria: film
Il film “On the road” (2007), scritto e diretto da Sean
Penn, raccontata la storia di Christopher McCandless. Questo ragazzo arriva
alla laurea, ma subito dopo decide di lasciare la famiglia, con cui ha un
pessimo rapporto, per viaggiare due anni attraverso gli Stati Uniti ed il
Messico, con lo pseudonimo di Alexander Supertramp, per poi dirigersi verso l’Alaska, per sfuggire ad una
società consumista e capitalista nella quale non si riconosce.
In Alaska vive cibandosi di selvaggina, ma non riuscendo a
conservarne la carne e finisce per patire la fame, che lo spinge a mangiare per
errore dei frutti velenosi frutti di una pianta selvatica, che gli causeranno,
dopo pochi giorni, la morte. Durante la lunga agonia, completamente isolato,
scriverà su uno dei libri che era solito leggere "Happiness only real when
shared": la felicità è autentica solo se condivisa.
Dopo l'uscita del film nelle sale, grazie al successo
ottenuto, molte persone hanno emulato le
gesta di McCandless ripercorrendo le tappe del suo viaggio fino alla vecchia
carcassa dell'autobus dove Chris visse i suoi ultimi giorni.
Belle le inquadrature dei luoghi dove è stato girato il film
e le scene con il kayak: la discesa del fiume Colorado e quelle in mare.
Chris ha l’ossessione della vita nel selvaggio Nord,
l’Alaska, ma è impreparato a vivere da solo nei boschi: non conosce le tecniche
di conservazione del cibo, non è capace di riconoscere le piante velenose e
questo ha le sue tragiche conseguenze. Sembra trascurare qualsiasi
tentativo di pesca e guarda alle piante solo alla fine, come estrema risorsa;
gli sono sconosciute le tecniche di sopravvivenza “estrema”, tipo Bear Grylls
che mangia con gusto vermi e cavallette per il loro apporto proteico.
Chris aveva una cultura "letteraria" della vita nei boschi, ma certe conoscenze devono essere acquisite, provate e
fatte proprie, non solo essere portate dietro nella carta stampata.
Questa superficialità è pericolosa, ma comune a molte
persone, che confondono la possibilità di accesso al sapere come la conoscenza
stessa di uno specifico argomento, una facile “scorciatoia” allo studiare e
sperimentare, “teoria e laboratorio”. Spesso questa superficialità conduce alla morte.
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