Categoria: medicina, malattie infettive
CENNI
CLINICI E EPIDEMIOLOGICI
La scabbia
è una dermatosi parassitaria provocata dall’acaro Sarcoptes scabiei, piccolo
artropode che misura 0,40 x 0,25mm; non comporta rischi per la vita, ma il
prurito grave e persistente e le infezioni secondarie possono essere
invalidanti.
L'acaro
della scabbia è un parassita umano obbligato: il suo ospite naturale è cioè
l'uomo, al di fuori del quale sopravvive solo pochi giorni specie a temperature
inferiori ai 20°.
Il ciclo
biologico del parassita, da uovo a larva ad individuo adulto, si compie in
circa 20 giorni.
Il
contagio è prevalentemente interumano diretto (stretto contatto: dormire nello
stesso letto; rapporti sessuali) più raro il contagio indiretto (contatto con
indumenti, lenzuola, bagni usati dalla persona infetta).
Il periodo
di incubazione dura da pochi giorni ad alcune settimane.
Negli
ultimi anni si è assistito ad un incremento dei casi di scabbia nei pazienti
immunocompromessi (in particolare affetti da HIV), con numerosi casi di
trasmissione al personale sanitario, pazienti e familiari.
L’infezione all'interno di un ospedale avviene per contatto cutaneo con persone affette da tale
malattia (anche per breve periodo), specialmente durante i compiti che
richiedono la cura del paziente: bagno, trasporto, applicazioni di lozioni al
corpo.
La
trasmissione per contatto casuale non avviene frequentemente (es. tenere le
mani del paziente, toccare vestiti o lenzuola)
La
corretta applicazione delle misure di prolassi igieniche ed ambientali da parte
del personale che assiste i paziente affetti da scabbia (o sospetti) riduce la diffusione dell'infezione.
Nelle persone anziane, debilitate immunocompromesse
(neoplasie, infezioni da HIV, trapianti d’organo), si può verificare la
cosiddetta scabbia norvegese, forma rara e atipica dal punto di vista clinico,
caratterizzata da un'estrema abbondanza di acari a livello delle lesioni e e conseguente alta
contagiosità che causa vere e proprie
epidemie negli ambienti in cui si verifica.
Una immunosoppressione localizzata, trascurata da molti,
sanitari compresi, deriva dall’uso estremamente diffuso e spesso incongruo, di
cortisonici topici.
MODALITA’
OPERATIVE
Sintomatologia
Prurito intenso, generalizzato (ma con
risparmio di alcune sedi) e prevalentemente notturno; eruzioni cutanee.
Si ritiene
che l’imponente proliferazione dei parassiti, in taluni casi, sia legata ad una
inibizione dello stimolo del prurito e di conseguenza del grattamento.
Grattare
vigorosamente la cute, pur causa di soprainfezioni batteriche, determina la
distruzione dei canalicoli sottocutanei fatti dagli acari e la loro eliminazione.
L'eruzione
cutanea è costituita da cunicoli scabbiosi, vescicole perlacee ed altre
lesioni, accompagnate da quelle causate dal grattamento (soprainfezioni batteriche: papule, noduli,
escoriazioni e croste).
La
localizzazione delle lesioni è caratteristica: superfici laterali delle dita e
spazi interdigitali, regioni flessorie dei polsi ed estensorie dei gomiti,
pilastri ascellari, ombelico, glutei, genitali nell'uomo, capezzoli ed areole
mammarie nelle donne. Il capo ed
il collo, le palme delle mani e la pianta dei piedi sono generalmente
risparmiate.
La scabbia
non compromette lo stato generale, ma può persistere cronicamente. Le complicanze
sono rappresentate dalle sovrapposizioni batteriche legate al grattamento o le
reazioni eczematose dovute all'uso prolungato di farmaci antiscabbia.
Terapia
La terapia è esclusivamente locale; se ben condotta permette di ottenere la guarigione in
pochi giorni.
Manca uno
schema di trattamento standardizzato. E’
opportuno trattare anche i soggetti che dormono assieme al paziente e le
persone a stretto contatto o conviventi con l’ammalato, anche se apparentemente
sani.
Il farmaco
topico più efficace e meglio tollerato è la
permetrina (Nix crema liquida 5%) utilizzabile anche su bambini e donne in
gravidanza o allattamento, perché il farmaco non è assorbito dalla cute.
La permetrina
si applica su tutta la superficie del corpo, capo e collo esclusi, dopo un
bagno caldo e una energica spazzolatura delle lesioni al fine di aprire i
cunicoli. Il farmaco si applica la sera, per due sere consecutive, lasciato per
tutta la notte e lavato con acqua e sapone il giorno successivo; è opportuno
ripetere l’applicazione a distanza di 7 giorni per aspettare la schiusa delle
uova eventualmente sopravvissute al primo ciclo di terapia.
Il
Benzoato di benzile pomata al 25% si applica sul corpo per 12/24
ore, 2 cicli di 4 giorni intervallati da 7 giorni di pausa. Il
benzoato deve essere diluito al 10% nei bambini.
La terapia
è efficace, ma causa frequentemente irritazione cutanea.
L’applicazione
della crema va effettuata la sera, dopo un bagno caldo, dopo aver grattato le
lesioni con uno spazzolino. La crema deve essere applicata su tutta la
superficie cutanea, esclusa la testa, comprese le pieghe ascellari ed inguinali
e lo spazio sotto le unghie; le unghie vanno tagliate corte e lo spazio sub-ungueale
va spazzolato con cura in quanto fonte importante di diffusione dell’acaro.
Il prurito
può persistere anche per 2 settimane dopo la terapia. In caso di persistenza
dei sintomi oltre tale periodo occorre considerare varie possibilità:
· fallimento terapeutico per resistenza al
farmaco o per errata applicazione dello stesso (ripetere il trattamento con un
prodotto alternativo)
· reinfestazione (dai conviventi o dalla
biancheria non adeguatamente trattati)
· insorgenza di una dermatite allergica
· la cross-reazione (reazione crociata) con gli
antigeni degli acari ambientali
· presenza della scabbia crostosa o norvegese,
che compare di solito nei soggetti immunodepressi o defedati, caratterizzata da una dermatite generalizzata desquamativa.
Profilassi Antiparassitaria e Misure Igieniche
Il malato
di scabbia deve essere trattato con apposita terapia ed isolato per almeno 24 ore dall'inizio del trattamento
(cioè separato da tutte le altre persone ad eccezione di coloro che lo
assistono).
Chi presta
assistenza ai malati di scabbia certi/sospetti deve essere dotato di appositi
DPI (dispositivi di protezione individuali), ovvero guanti e camici monouso con manica lunga ed elastico sui polsi, da
indossare sopra la divisa ordinaria.
Per
l'ambiente in generale non sono necessari interventi di disinfestazione, ma è
indispensabile una accurata pulizia dei locali e degli arredi con i comuni
detergenti. La detersione deve essere seguita da risciacquo e asciugatura.
Il
parassita non può vivere più di 4 giorni al di fuori dell’ospite, ma la trasmissione
attraverso gli indumenti e lenzuola si può verificare dopo intervalli più
lunghi tramite le uova.
La
biancheria personale e del letto, usata dal malato, deve essere trattata
mediante lavaggio in lavatrice ad alte temperature (60°/70°) tutte le mattine
per la durata del trattamento. La biancheria e gli effetti letterecci, che non
possono subire questo trattamento, devono essere messi da parte, in confezione
chiusa (es. in sacchetti di plastica), fino ad una settimana e poi lavati a
secco.
per disinfestare
la casa (materassi, divani, poltrone e pavimenti) è consigliabile l’uso di
strumenti a getto di vapore ad alta temperatura (es: vaporella).
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