categoria: alimenti, conservazione in casa dei cibi, tossina botulinica
La conservazione casalinga degli alimenti e il rischio dovuto alla tossina botulinica
Il
batterio Clostridium
botulinum produce
la temibile tossina
botulinica, della quale bastano pochi miliardesimi di grammo per
uccidere un essere umano. Il batterio produce la tossina negli
alimenti solo in condizione di assenza di ossigeno, in ambiente poco
acido (pH superiore a 4,6) e temperatura ambiente, caratteristiche
che si possono presentare nelle conserve vegetali fatte in casa. In
Italia comunque questo tipo di avvelenamento è poco frequente.
Le
spore del batterio, prive di tossicità, sono normalmente presenti
nel terreno e possono arrivare nei barattoli dove si ripone
l'alimento conservato in casa, insieme alle verdure non ben lavate;
le spore sono molto resistenti al calore e sopravvivono facilmente
alla bollitura che si effettua prima di mettere gli alimenti
sott'olio.
sterilizzazione dei barattoli impiegati nelle conserve |
Le
spore del Clostridium botulinum una volta germinate, producono la
tossina solamente se sono presenti le condizioni indicate
precedentemente. Si deve sospettare la presenza della tossina se si
notano a vista la formazione di bollicine, la deformazione del
contenitore, il rigonfiamento del coperchio o liquido di copertura
che cambia colore diventando opaco o biancastro In quel caso è
preferibile, per sicurezza, scartare quel particolare barattolo di
conserva e osservare con particolare attenzione gli altri prodotti (è
sempre bene scrivere su ogni contenitore la data di preparazione per
facilitare questa operazione).
La
tossina prodotta è comunque sensibile al calore, quindi è bene
sottoporre il prodotto conservato a una cottura a 100 °C per essere
sicuri di gustare un prodotto sicuro.
Poichè
manca la condizione di assenza di ossigeno, la tossina botulinica non
si svilupperà in un barattolo sia già aperto, ma il prodotto deve
comunque essere consumato rapidamente, per evitare lo sviluppo di
altri batteri e muffe.
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