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martedì 21 novembre 2017

Influenza e raffreddore. Il ruolo del vaccino per l'influenza

categoria: medicina, malattie invernali

Influenza e raffreddore. Il ruolo del vaccino per l'influenza


Non è sempre facile distinguere l'influenza dal raffreddore. In un caso su due chi crede di aver preso l'influenza è stato contagiato da uno dei tantissimi virus parainfluenzali che circolano in inverno e da cui la vaccinazione per l'influenza non protegge.

I segni tipici sono tre e perché sia vera influenza è necessario che siano presenti tutti contemporaneamente:
  • febbre improvvisa oltre i 38 gradi; la febbre è il segno più tipico, spesso il primo a comparire: soltanto negli anziani e nei bimbi al di sotto di un anno l'influenza può manifestarsi con febbre non molto elevata
  • sintomi generali (dolori muscolari, una grande stanchezza, debolezza)
  • sintomi respiratori (tosse, naso che cola)

La raccomandazione è quella di non usare antibiotici, a meno che non ci sia anche un'infezione batterica oltre a quella virale.
L'ideale è restare a casa a riposo, per evitare di spargere il contagio. Per prevenire l'attacco virale è utile evitare gli sbalzi di temperatura, coprire naso e bocca quando si è all'aperto, lavare spesso le mani e seguire un'alimentazione ricca di frutta e verdura.



Il vaccino non impedisce l'aggressione virale all'organismo, ma riduce l'entità dei sintomi della malattia e i giorni di malattia. Dopo la vaccinazione occorrono anche dieci giorni prima di avere una copertura completa.


giovedì 15 gennaio 2015

il "naso chiuso"

categoria: medicina, pronto soccorso

Il naso è la porta d'ingresso delle vie respiratorie. Le narici sono provviste di peli che servono a trattenere i corpi estranei di una certa dimensione presenti nell'aria. Le pareti interne del naso sono umide, ricche di vasi sanguigni e rivestite da cellule che producono muco, provviste di ciglia vibratili in grado di muoversi.
Polvere, particelle minute e microrganismi patogeni (virus e batteri) presenti nell'aria sono intrappolati dal muco, mentre le ciglia vibratili, con il loro movimento, svolgono una vera e propria azione di pulizia, indirizzando le particelle intrappolate verso la faringe, dove sono eliminate con la deglutizione.
Dopo il passaggio attraverso le vie nasali, l’aria è filtrata, riscaldata e umidificata.
L'inquinamento, il fumo, le infezioni virali e batteriche possono modificare il normale funzionamento del naso provocando un aumento della secrezione di muco e della consistenza. Il contatto con virus e batteri può provocare processi infettivi acuti e cronici delle prime vie aeree.

“Naso chiuso”
Raffreddore, sinusite e allergia portano all’accumulo di muco nelle narici e/o a rigonfiamento (edema) delle mucose nasali, queste sono alcune delle possibili cause del “naso chiuso”, l’ostruzione delle vie nasali che rende difficile la respirazione.
Neonati e bambini piccoli sono particolarmente indifesi nei confronti di questo disturbo per lo scarso calibro delle cavità nasali e la difficoltà  di liberarle per l’incapacità di soffiarsi bene il naso. Inoltre i bambini piccoli non hanno un sistema di difesa ancora ben sviluppato e sono più esposti alle infezioni che il naso chiuso può favorire, soprattutto a carico dei canali uditivi e respiratori.

Se la causa è il raffreddore
Il raffreddore è una infezione virale il cui contagio avviene attraverso le goccioline emesse con starnuti e colpi di tosse dalle persone ammalate, oppure per contatto diretto con una persona raffreddata o  oggetti contaminati: i virus possono sopravvivere su questi per oltre tre ore e, attraverso le mani, arrivare al naso e gli occhi, per poi diffondere a gola e trachea. Dopo 1-3 giorni d’incubazione, compare malessere generale, mal di gola, tosse, raucedine, occhi rossi, starnuti, eccessiva secrezione dalla mucosa nasale, ostruzione delle vie nasali, incapacità di percepire gii odori. Nei bambini il raffreddore si presenta con più disturbi rispetto all'adulto e si protrae per più tempo, anche settimane (la tosse può durare anche tre settimane). Nei lattanti l'ostruzione nasale può interferire sulla capacità di succhiare, causando nervosismo e irritabilità.
Poiché esistono numerosi virus del raffreddore, molti bambini, soprattutto se frequentano la scuola materna, possono avere più episodi in un anno. Con l'età scolare, il numero di episodi per anno comincia a diminuire.
La pulizia nasale è importante, a qualsiasi età: lo è ancora di più nel lattante, che non riesce a respirare dalla bocca e contemporaneamente a succhiare.
Le complicazioni di un banale raffreddore sono molto comuni nei bambini durante il primo anno di vita; per questo occorre innanzitutto prevenire il contagio con alcune precauzioni:
-       evitare i contatti con coetanei o adulti che abbiano questa infezione e, in generele, i luoghi affollati come gli asili;
-       lavare frequentemente le mani ed evitare di metterle (o farle mettere) in bocca o nei naso;
-       usare un umidificatore per l'ambiente in modo da evitare ìa secchezza che rende le vie nasali più suscettibili alle infezioni;
-       insegnare al bambino a coprirsi il naso e la bocca quando starnutisce.

venerdì 28 novembre 2014

Farmaci di automedicazione usati per il raffreddore

Raffreddore e decongestionanti nasali

II raffreddore, per quanto sia un'infezione banale, non deve essere trascurato perché può facilmente evolvere in un'infiammazione delle vie aeree più profonde.
II raffreddore è un'infiammazione acuta delle mucose del naso e della gola causata da virus, il cui attacco è facilitato da brusche variazioni climatiche che mettono in difficoltà i meccanismi di difesa delle vie respiratorie. Il contagio avviene tramite le microscopiche goccioline di saliva emesse parlando, tramite starnuti e colpi di tosse. Anche le mani (soprattutto dopo essersi soffiati il naso) possono trasmettere il virus.
I virus respiratori comunemente coinvolti nella sindrome da raffreddamento hanno un periodo d'incubazione di 1-4 giorni, dopo di che inizia la sensazione di gola secca e infiammata, compaiono gli starnuti e aumenta la secrezione nasale, inizialmente acquosa e poi densa e giallastra (mucopurulenta); segue poi l’ostruzione nasale (naso chiuso), il bruciore agli occhi (aumenta la lacrimazione) ed il mal di testa.
Tosse e starnuti sono, oltre che un sintomo, un'estrema arma di difesa per cercare di allontanare l'attacco esterno. Altri possibili sintomi sono la febbre, inappetenza, vomito e diarrea, mal d'orecchi e senso di ostruzione.
Dopo 6-7 giorni solitamente II raffreddore si risolve da sé, ma, soprattutto nei bambini, può occasionalmente complicarsi per infezioni batteriche, che causano otite media (mal d'orecchi), sinusite e bronchite.
L’intervento del medico diventa necessario se il malessere permane, le secrezioni divengono più spesse e giallastre, compare febbre oltre i 38 °C, tosse, forte mal di testa localizzato alla fronte, ai lati del naso o nelle fosse oculari.

Decongestionanti nasali
Quando la membrana mucosa che riveste il naso si irrita a causa di un'infezione o di un'allergia, i vasi sanguigni che la irrorano si dilatano e si accumula liquido nei tessuti; il liquido, a sua volta, stimola la produzione di muco. I decongestionanti nasali agiscono producendo una costrizione dei vasi sanguigni che riduce di conseguenza il gonfiore e la produzione di muco.
I decongestionanti nasali sono disponibili in preparazioni per applicazioni locali sotto forma di gocce, spray, pomate e gel per il naso o preparazioni per bocca. I prodotti per uso locale agiscono rapidamente, mentre i decongestionanti nasali presi per bocca agiscono più lentamente, ma con un effetto più prolungato.
L'uso prolungato di questi farmaci produce, alla sospensione della terapia, un peggioramento della congestione e del senso di naso chiuso.

I decongestionanti nasali danno effetti collaterali non solo a livello locale, perché il loro assorbimento li porta fino al cuore, causandone una accelerazione del ritmo. Questi effetti richiedono cautela negli individui ipertesi o sofferenti di cuore.