Un'arma da sopravvivenza per i cosmonauti russi, la TP-82
Tutti i veicoli spaziali russi sono stati
progettati per il rientro sulla terraferma, spesso in aree remote, con la
possibilità, per i cosmonauti di rimanere per lunghe ore in attesa della squadra
di recupero. Tale evento avvenne ad esempio nel 1965, quando il cosmonauta
Aleksei Leonov trascorse 48 ore nella taiga, assediato dai lupi, prima di poter
essere recuperato.
Inizialmente i cosmonauti russi andarono in
orbita con la pistola semiautomatica Makarov PM calibro 9 mm, ma poi i vertici
russi optarono per dotare i cosmonauti di una vera arma da sopravvivenza , la TP-82,
tecnicamente un "drilling", un'arma a tre canne (due nel calibro 32
ad anima liscia, corrispondente a 12,7 mm ed una da 5,45 mm), pesante 1,6 kg e
dotata di un calciolo in cui è alloggiato un corto machete, che porta il peso
complessivo a 2,4 kg. I portamunizioni contengono 11 cartucce a palla da 5,45
mm, dieci cartucce 10 SP-D caricate a pallini da caccia e dieci fuochi a luce
rossa.
Questa arma è rimasta dotazione corrente per
tutti gli equipaggi spaziali russi (ma, sembra, anche per quelli dei
bombardieri Tupolev Tu-22M) fino al 2007, quando ha cominciato ad essere
ritirata, per la fine della produzione delle sue munizioni.
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