Categoria: grandi imprese
Il 12 giugno 2006, da Yokohama,
l’italiano Alessandro Di Benedetto parte per la traversata transpacifica
settentrionale in solitario, senza scalo e senza assistenza, facendo rotta per
San Francisco su One World, un minicatamarano sportivo a vela non abitabile
appartenente alla categoria "catamarani inferiori ai 20 piedi", lungo
5,67 m del peso di 760 kg. a pieno carico.
A bordo sono stati imbarcati 80
litri di acqua, due dissalatori che funzionano grazie ai pannelli fotovoltaici
e uno a mano. Inoltre è stato fatto un abbondante stivaggio di limoni,
gallette, miele, cioccolato, latte, integratori energetici e vitaminici.
All'interno dei due scafi sono
stati sistemati: un ricevitore INMARSAT che trasmette a un computer analisi
meteo, 4 GPS, carte nautiche, un binocolo, un sestante, due bussole, un EPIRB,
medicinali, mute stagne e bombolette di camping-gaz.
Al traguardo intermedio delle
1.000 miglia, l’imbarcazione si dimostra affidabile, nonostante le difficili
condizioni del mare; i problemi sono piccole e medie avarie: una randa che ha richiesto qualche cucitura, l’ancora
galleggiante "scoppiata", problemi al secondo autopilota (che poi si romperà
definitivamente) e all'antenna satellitare dell'apparato IRIDIUM (un sistema
di telefonia satellitare).
Il cattivo tempo, con nebbia e
pioggia frequente, ha sovente impedito ai pannelli solari di produrre energia e ricaricare le batterie.
Di
Benedetto, nonostante tutto, riesce anche a dormire, a tratti, sommando i quali
si arriva alle sei ore al giorno. Durante il percorso ha dovuto assumere
antibiotici per curare una patologia di carattere respiratorio. Il mare
comunque regala forti sensazioni che ripagano il navigatore di tenti sacrifici.
Durante una comunicazione via IRIDIUM: "Ora navigo su bolle luminose. Sto
attraversando sacche con grande
concentrazione di plancton e il passaggio degli scafi di One World
smuovendo l'acqua genera esplosioni di luce, di ghirlande luminose, di
scintille stellate che si disperdono sulla superficie dell'Oceano e si
rilanciano in volo confondendosi prima di svanire con gli astri del firmamento.
Uno spettacolo che mi conforta, mi ripaga degli sforzi, del freddo, della
impossibilità di riposare. Alla via così, la strada è ancora lunga e le miglia
da percorrere ancora tante".
Il 5 luglio si taglia il 180°
meridiano: è la linea del salto di data.
I problemi continuano: Il
navigatore è costretto a cambiare la muta stagna per un inconveniente agli
alluci, per essere stati troppo a lungo costretti negli stivali di neoprene.
L’alternanza di sole, nebbia,
pioggia crea condizioni molto pesanti per chi non dispone di un sia pur
precario riparo.
Durante la giornata Di Benedetto
passa il tempo pescando alla traina, riparando le vele e sartiame, danneggiate durante
le burrasche succedutesi nel tempo.
Le vele sono ancora efficienti e
non deformate malgrado la navigazione dura. Così l'attrezzatura in tessile e le
dormienti.
Quando si avvicina alla meta un
forte vento laterale e pericolosi frangenti, con onde spesso che superano i 5
metri di altezza, fanno rischiare il rovesciamento.
Alla fine la piccola imbarcazione
passa sotto i rossi piloni del Golden Gate.
Il rappresentante del WSSRC certificherà
l’arrivo di One World a San Francisco, l'11 agosto 2006 alle 20 GMT, dopo 62
giorni e 17 ore 51 minuti 55 secondi di navigazione.
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