martedì 24 febbraio 2015

pediculosi

MINISTERO DELLA SALUTE
DIREZIONE GENERALE DELLA PREVENZIONE UFFICIO III - MALATTIE INFETTIVE E PROFILASSI INTERNAZIONALE

Che cosa è la pediculosi?
E’ un’infestazione causata dalla presenza di pidocchi, piccoli insetti grigio-biancastri senza ali, con il corpo appiattito e le zampe fornite di uncini particolari che permettono loro di attaccarsi fortemente a
capelli e peli; il loro apparato buccale è adatto a perforare la cute e a succhiarne il sangue.
I pidocchi agiscono come parassiti (organismi che vivono “a carico” di altri organismi) e si nutrono pungendo la parte del corpo colpita (cuoio capelluto, corpo o pube), depositando un liquido che causa prurito. Caratteristica fondamentale dei pidocchi è quella di vivere, quasi esclusivamente, sul corpo umano, poiché non possono vivere a lungo lontani dall’ospite.
Il contagio avviene fra persona e persona, per contatto diretto e attraverso lo scambio di effetti personali quali: pettini, cappelli, asciugamani, sciarpe, cuscini etc.
Tra le numerose specie di pidocchi esistenti in natura, quelle che diventano parassiti dell’uomo sono: il pidocchio del capo (Pediculus humanus capitis) che causa la maggior parte delle infestazioni, quello del corpo (Pediculus humanus corporis) e quello del pube (Phthirus pubis).

Essi si riproducono attraverso le uova dette lendini. La femmina del pidocchio vive 3 settimane e depone circa 300 uova, che maturano e si schiudono in 7 giorni alla temperatura ottimale di 32° C.
Va precisato che le infestazioni sono ancora frequenti, anche nei Paesi sviluppati, nonostante le migliorate condizioni igieniche in cui viviamo.
Le infestazioni da pidocchi (pediculosi) restano ancora un problema attuale, nonostante la prevenzione da parte degli organi sanitari competenti, soprattutto nelle scuole.

Come si presenta?
Le tre specie di pidocchi parassiti dell’uomo sono molto simili tra loro: succhiano il sangue del soggetto che parassitano, vivono su un solo ospite e si sviluppano in tre stadi successivi; in condizioni favorevoli, dalle uova (lendini) si schiudono le ninfe, che attraverso tre stadi di maturazione si trasformano in pidocchi adulti.
Le uova, sono attaccate alla radice del capello con una loro colla naturale, difficilissima da sciogliere, sono opalescenti, lunghe circa 1 mm e di forma allungata.
La ninfa esce dall’uovo con già la forma dell’insetto adulto e, attraverso 3 passaggi (mute), in 7-13 giorni raggiunge la maturità, nutrendosi di sangue da 2 a 5 volte al giorno.
L’insetto adulto maschio è più piccolo della femmina. Le uova sono deposte 24 o 48 ore dopo l’accoppiamento, a seconda della temperatura più o meno favorevole.
La femmina del pidocchio del capo depone circa 5 uova al giorno.
Pediculus humanus capitis, il pidocchio del capo, di colore grigiastro, spesso si mimetizza con il colore dei capelli dell’ospite. Si ritrova solitamente sulla testa dei bambini ed in particolare nelle zone della nuca e dietro le orecchie.
L’insetto è munito di zampette uncinate che si ancorano ai capelli ed il passaggio da un ospite all’altro avviene per contatto diretto del capo o, indirettamente, attraverso lo scambio di effetti personali: cappelli, pettini, sciarpe, cuscini ecc.
Pediculus humanus corporis, il pidocchio del corpo, non si distingue per la forma da quello del capo e la diagnosi differenziale si effettua in base alla localizzazione. Si ritrova spesso negli indumenti usati da persone infestate e in questi può sopravvivere anche per un mese. Anche questo pidocchio si trasmette per contatto diretto oppure attraverso indumenti e biancheria da letto.
Phthirus pubis, il pidocchio del pube denominato anche piattola per la sua forma schiacciata, è fornito di arti e uncini molto robusti capaci di ancorarsi a peli più corposi del capello.
Il pidocchio del pube si trasmette per contatto intimo, soprattutto negli adulti.

Perché sono importanti dal punto di vista sanitario?
Gli unici pidocchi in grado di diventare possibili vettori di microrganismi patogeni per l’uomo sono i pidocchi del corpo, che presentano problemi di sanità pubblica nei periodi caratterizzati da calamità naturali o da guerre, in cui sono frequenti situazioni di promiscuità e di disagio sociale.
Quelli del capo, pur rappresentando un problema di sanità pubblica per la rapidità con cui si propaga l’infestazione, coinvolgendo spesso intere classi di alunni, presentano il vantaggio di non poter sopravvivere più di due o tre giorni al di fuori del corpo umano e di essere facilmente attaccati dai vari sistemi di disinfestazione.

Come si manifesta?
L’infestazione si manifesta con un intenso prurito al capo o al pube, secondo il tipo di pidocchio e della sua localizzazione. A un attento esame tra i capelli (per quanto riguarda i pidocchi del capo) si notano, soprattutto all’altezza della nuca o dietro le orecchie, le lendini (le uova dei pidocchi), che hanno l’aspetto di puntini bianchi o marrone chiaro, di forma allungata, traslucidi, poco più piccoli di una capocchia di spillo.
A differenza della forfora, con cui si potrebbero confondere, le lendini sono fortemente attaccate ai capelli da una particolare sostanza adesiva.

Che cosa fare quando si è infestati?
Il problema è facilmente risolvibile seguendo scrupolosamente le indicazioni di trattamento che seguono, anche se bisogna dire che nessun prodotto ha effetto preventivo, per cui non si può escludere una successiva reinfestazione.
Ecco di seguito le precauzioni da seguire scrupolosamente in caso di infestazione:
- effettuare una accurata ispezione del capo, magari con l’aiuto di una lente d’ingrandimento e in un ambiente intensamente illuminato, per rimuovere manualmente i pidocchi e le lendini
- lavare i capelli con uno shampoo specifico e risciacquare con aceto (100 gr. in un litro di acqua calda)
- ispezionare nuovamente il capo e staccare manualmente con pazienza tutte le lendini rimaste, servendosi anche di un pettine fitto, pettinando accuratamente ciocca per ciocca, partendo dalla radice dei capelli
- ripetere il trattamento dopo 8 giorni, il tempo necessario affinché le uova si schiudano
- disinfettare le lenzuola e gli abiti, che vanno lavati in acqua calda o a secco (in particolare i cappelli), oppure lasciare gli abiti all’aria aperta per 48 ore (i pidocchi non sopravvivono a lungo lontani dal cuoio capelluto)
- lasciare all’aria aperta anche pupazzi o peluches venuti, eventualmente, a contatto con la persona infestata
- lavare e disinfettare accuratamente pettini e spazzole
- nel caso di infestazione delle ciglia, i parassiti e le uova vanno rimossi con l’uso di pinzette, previa applicazione di vaselina.

Il trattamento con prodotti farmaceutici
I prodotti contro la pediculosi si presentano sotto forma di polveri, creme, shampoo che, in ogni caso, devono essere consigliati dal medico, che prescriverà il trattamento più idoneo.
A tale proposito, si sottolinea che i prodotti contro la pediculosi vanno utilizzati per il trattamento dell’infestazione da pidocchi e non per prevenirla.
La permetrina risulta il prodotto più efficace contro i pidocchi.
Si tratta di un piretroide sintetico che uccide sia i pidocchi che le uova, che si mantiene a lungo dopo l’applicazione e che rende in genere sufficiente un solo trattamento. L’emulsione all’1% si può impiegare in tutti i tipi di pediculosi, applicando sui capelli puliti e sulla pelle un sottile strato di crema da lasciare agire per dieci minuti e da rimuovere con abbondante risciacquo.
All’estero la permetrina è in uso da anni e vengono riportati casi di resistenza; non essendo nota la situazione del nostro paese, a scopo precauzionale appare ragionevole aumentare i tempi di contatto.
La permetrina è ben tollerata, anche se sono possibili reazioni cutanee locali; è sconsigliato l’uso di questo prodotto sotto i sei mesi di età.
Il malathion è un antiparassitario organofosforico rapidamente attivo contro pidocchi e lendini.
Il gel allo 0,5% deve essere spalmato in modo uniforme sulla capigliatura asciutta e sulla cute sottostante e lasciato in sede per almeno dieci minuti; successivamente va asportato con un accurato lavaggio.
Nella maggior parte dei casi non è necessario ripetere l’applicazione.
Con analoghe modalità d’uso può essere impiegato contro la pediculosi del pube.
Va evitato il contatto con mucose e occhi. Non vi sono segnalazioni di effetti tossici quando sono rispettate le avvertenze d’uso.
Le piretrine naturali associate al piperonil butossido, e quelle sintetiche come fenotrina e tetrametrina, sono antiparassitari efficaci e ben tollerati che devono essere applicati sui capelli e lasciati agire per dieci minuti.
Non uccidono però tutte le uova, non possiedono una attività antiparassitaria residua e sono disponibili solo sottoforma di shampoo (troppo diluito e perciò meno efficace del gel): per tale ragione dopo 7 giorni è consigliabile ripetere l’applicazione per eliminare eventuali larve nate da lendini sopravvissute al primo trattamento.
Va evitato il contatto con gli occhi.
La comparsa di resistenze ha aumentato gli insuccessi terapeutici.
Dopo il trattamento, i capelli devono essere lavati e pettinati con un pettine a denti fitti per asportare le uova e i pidocchi morti.
La rasatura non è in genere necessaria. Quando la localizzazione fosse tra le ciglia o le sopracciglia, è necessario effettuare per parecchi giorni applicazioni locali di pomata all’ossido giallo di mercurio all’1%.
Da tener presente che per la pediculosi del pube vanno trattati, contemporaneamente, anche i partner delle persone infestate e che può essere utile la rasatura.

Come si evita
Come già accennato, non è possibile prevenire l’infestazione né i prodotti usati nel corso di una prima infestazione rendono immuni da una possibile reinfestazione. Tuttavia è possibile mettere in atto alcune precauzioni che sono le sole a poter evitare la trasmissione della pediculosi. Eccole di seguito:
- educare i bambini ad evitare che i capi di vestiario vengano ammucchiati (soprattutto nelle scuole e nelle palestre sarebbe opportuno che ad ogni bambino venga assegnato un armadietto personale ad ogni bambino)
- educare i bambini ad evitare lo scambio di oggetti personali quali pettini, cappelli, sciarpe, nastri, fermagli per capelli, asciugamani
- mettere in atto una sorveglianza accurata, con ispezioni settimanali del capo, in particolare sulla nuca e dietro le orecchie, sia da parte dei genitori che del personale sanitario delle scuole, per escludere la presenza di lendini
- in caso di infestazione scolastica, nelle famiglie con bambini in età scolastica effettuare un controllo sistematico a tutti i familiari, in particolare ai figli più piccoli, e alla scoperta di eventuali lendini, applicare in modo scrupoloso le regole descritte per il trattamento dell’infestazione da pidocchi.

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