categoria: alimentazione, mare
Frutti di mare, solo quelli controllati
I molluschi bivalvi, le comuni
cozze, vongole o ostriche sono in grado di filtrare attraverso le loro branchie
fino a 400 litri d'acqua al giorno, per nutrirsi del placton e di particelle
organiche, ma in questo modo possono accumulare nelle loro carni, grandi
quantità di inquinanti chimici (metalli pesanti, mercurio, pesticidi) e
biologici con gravi rischi per la sua salute.
Chi consuma molluschi bivalvi crudi
o poco cotti si espone al rischio di contrarre malattie trasmesse da batteri e
virus, perché nelle loro carni il contenuto microbico e virale può essere da
100 a 200 volte superiore a quello sospeso nell'acqua.
Attualmente il controllo per la
contaminazione microbiologica viene effettuato mediante il rilevamento di
batteri (Escherichia coli) considerati indicatori indiretti di contaminazione
fecale, ma non sempre esiste una diretta correlazione tra presenza di virus e
presenza di batteri indicatori.
L'avvenuta depurazione, secondo fa
legge, si basa su parametri batteriologici: i molluschi sono ritenuti idonei
alla commercializzazione e ai consumo se i batteri quali Escherichia coli
(individuati come marker) sono al di sotto delle 230 unità per 100 grammi di
polpa o liquido intervalvare.
Ma la riduzione di questo
parametro non assicura l'eliminazione da parte del mollusco di altri patogeni
quali vibrionacee e virus enterici.
Secondo i dati del Center for
Disease Control (CDC) nel decennio 1978-1987 si sono verificate solo negli USA
128 epidemie gastroenteriche di vario tipo e 3.747 casi associati al consumo di
molluschi.
In Italia la produzione e
commercializzazione di molluschi lamellibranchi destinati ai consumo umano è
disciplinato dal decreti legge che recepiscono le direttive europee; la
normativa vigente stabilisce che i molluschi devono essere allevati in zone di
mare classificate dalle autorità competenti e rispondenti a determinati
requisiti, limiti di tollerabilità per contaminanti chimici e biologici,
distinzione delle zone di provenienza, destino diversificato per i molluschi in
base alla zona di provenienza, e in particolare la depurazione (che avviene con
cloro o ozono) e stabulazione di tutti i molluschi provenienti da acque
classificate non idonee.
La sopravvivenza di virus enterici
nei frutti di mare è un problema esistente, preso in considerazione dalla
normativa europea e conseguentemente italiana, ma gli studiosi del settore
stanno lavorando per trovare nuovi metodi analitici, rapidi ed affidabili, per la
determinazione dei diversi virus enterici, che possano essere utilizzati per il
controllo routinario nei laboratori periferici.
Grandi sforzi sono rivolti anche
al miglioramento della qualità igienico-microbiologica di tali alimenti, anche
mediante indagini sull'efficacia dei processi di depurazione a cui i molluschi
vengono sottoposti prima di essere immessi sul mercato, in collaborazione con
analoghe istituzioni Europee. Nonostante tutto il rischio per il consumatore
non è mai completamente azzerato: alcune regole di base sono l'acquisto da
rivenditori autorizzati, non raccoglierli per proprio conto e preferibilmente
consumarli cotti.
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