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Simit:
"Ebola poco preoccupante, Sars molto pericolosa. Attenzione ai rapporti
non protetti"
Simit, Società italiana malattie
infettive e tropicali
Gli
spostamenti aerei possono rappresentare un rischio di
importazione delle malattie respiratorie pericolose, quali Sars e nuova Sars (Mers).
I
viaggi turistici sono inoltre un fattore di rischio per malattie
infettive sessualmente trasmissibili (sifilide e gonorrea e HIV), a causa di rapporti non protetti con persone
provenienti da aree endemiche.
In estate i microrganismi patogeni si riproducono rapidamente, mentre il caldo modifica
anche la suscettibilità individuale alle infezioni, provocando disidratazione
ed alterazioni della flora batterica intestinale.
Molti
fattori possono favorire l’insorgenza e la diffusione delle malattie infettive:
- il caldo favorisce
la presenza di zanzare e zecche, potenziali vettori di infezioni
- l’innalzamento
delle temperature favorisce l’inquinamento delle risorse idriche, a causa della
proliferazione di organismi infestanti
- nei paesi dove
lo smaltimento dei rifiuti è un problema, (le cronache locali non ci fanno
stare molto tranquilli!) aumenta il rischio di diffusione di infezioni per la fermentazione dei rifiuti
- l’ingestione di
acqua o alimenti contaminati causano patologie quali la amebiasi e la epatite
virale A
Ebola. L’Italia, a differenza di altri paesi europei, non ha
collegamenti aerei diretti con i paesi africani colpiti dall’epidemia.
Nonostante il rischio di importazione della malattia sia remoto, il Ministero
della Salute ha rafforzato le misure di sorveglianza presso porti ed aeroporti.
Inoltre gli Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera (Usmaf) sono
tenuti al controllo delle navi che nei ventuno giorni precedenti all’arrivo in
Italia hanno toccato i paesi africani nei quali il virus Ebola si sta
diffondendo.
Eventuali
casi sospetti a bordo degli aeromobili, su indicazione del Ministero della
Salute, devono essere segnalati, affinché l’aereo sia dirottato su aeroporti
italiani provvisti di laboratori e di attrezzature deputate al controllo.
Il
rischio di infezione per i turisti, i viaggiatori in genere ed i residenti
nelle zone colpite, è considerato molto basso se si seguono alcune precauzioni
elementari, quali: evitare il contatto con malati e/o i loro fluidi corporei e
con i corpi e/o fluidi corporei di pazienti deceduti oltre alle altre semplici
e generiche precauzioni sempre consigliate in caso di viaggi in Africa
Sub-sahariana quali ad esempio, evitare contatti stretti con animali selvatici
vivi o morti, evitare di consumare carne di animali selvatici, lavare e
sbucciare frutta e verdura prima del consumo, lavarsi frequentemente le mani.
I
migranti clandestini che giungono sulle coste italiane non rappresentano oggettivamente
un rischio di importazione della malattia da virus Ebola: il viaggio che tali
individui affrontano per raggiungere il nostro paese è lungo mesi, via terra e
via mare e la malattia, che presenta un periodo di incubazione di circa 10
giorni e che da subito è altamente debilitante, impedirebbe loro di arrivare in
Italia. Il soggetto malato presenta febbre elevata, diarrea, vomito e
manifestazioni emorragiche che impediscono rapidamente gli spostamenti e
fortunatamente portano a limitare la diffusione dell’infezione.
Le
persone che si fossero eventualmente imbarcate mentre la malattia era in
incubazione manifesterebbero i sintomi durante la navigazione e sarebbero, a
prescindere dalla provenienza, valutati per lo stato sanitario prima dello
sbarco, come sta avvenendo attraverso l’operazione Mare Nostrum”.
Rischio Sars dalla Cina. Il turismo 2014 in Italia è caratterizzato da
un elevato flusso turistico proveniente dalla Cina, positivo dal punto di vista
economico, un po’ meno da quello sanitario.
La
Cina ha negli ultimi anni promosso una campagna vaccinale per il contenimento
di malattie gravi quali l’encefalite giapponese, confinata in alcune aree rurali
del sud. Di maggior rilevanza è il rischio di diffusione della Sars e della
nuova Sars (Mers), che hanno colpito e colpiscono Asia e Medio Oriente. L’Oms
già da tempo ha comunque rafforzato il filtro aeroportuale che prevede
controlli clinici dei passeggeri in arrivo da aree infette e sorveglianza
sanitaria dei soggetti che hanno viaggiato o avuto contatti con individui
malati o sospetti.
Tubercolosi, malaria e l’Hiv. Gli individui che lasciano la loro terra d’origine
ed affrontano viaggi lunghi settimane o mesi sono per lo più giovani sani. Le
malattie, quali la Tbc, la Malaria e l’Hiv, endemiche in molti paesi asiatici
ed africani, hanno una diffusione lenta l’immigrato che affronta anche un lungo
viaggio può non manifestare sintomi al suo arrivo in Italia. Dato che non è
oggettivamente possibile arrestare la circolazione di uomini e di conseguenza
di germi, è stupido creare inutili allarmismi e scatenare 'panico' attraverso
la diffusione di false informazioni, ma sarebbe più opportuno spendere meglio i
soldi disponibili per offrire assistenza medica, favorire l’accesso di chi arriva
presso le strutture di diagnosi e cura e garantire le coperture vaccinali nella
popolazione ospite.
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