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lunedì 14 marzo 2016

I principi attivi delle piante

categoria: farmacologia

I principi attivi delle piante

antica farmacia

piccola farmacia portatile

Il metabolismo della pianta produce innanzitutto glucidi e protidi; una parte dei glucidi è poi trasformata in altri composti, tra cui i lipidi. Come elementi secondari sono prodotti anche glucosidi, alcaloidi, oli essenziali e tannini, vitamine, oligoelementi ed antibiotici.

Glucosidi
Questi composti sono costituiti dall'unione di un glucide e di un elemento non zuccherino (genina o aglicone). Si ritiene che le genine siano dei prodotti di escrezione la cui tossicità è neutralizzata dall'associazione con i glucidi.
I glucosidi sono classificati secondo la natura delle loro genine, esistono quindi glucosidi cianogenetici, fenolici, cumarinici, steroidici e flavonici.
Molti glucosidi hanno attività farmacologica:
  • digitalina (cardiotonico)
  • salicilato (precursore dell'aspirina)
  • amigdalina (acido cianidrico; potente veleno)
Alcaloidi
Composti azotati di composizione complessa la cui funzione nella pianta non è ben chiarita (forse sono residui). Gli alcaloidi hanno spesso un sapore amaro. Gli alcaloidi si localizzano in vari punti della pianta:
  • nicotina (foglie di tabacco)
  • alcaloidi del papavero (frutto)
  • chinino (corteccia)
  • caffeina (seme)
Tutte queste sostanze hanno potenti effetti sull'organismo umano e costituiscono una fonte importante di medicine.

Oli essenziali
Gli oli essenziali sono composti terpenici (idrocarburi composti da lunghe catene) considerati residui del metabolismo della pianta; si distinguono due forme: essenze vegetali e le resine.
Gli oli essenziali hanno una azione antisettica in grado di ritardare la putrefazione del legname.
Usi farmacologici:
  • le gemme dei pini (ricche di resina) costituiscono un antisettico per le malattie polmonari
  • l'hascish, una resina estratta della pianta di Cannabis (canapa è il nome comune), è una sostanza stupefacente psicotropa
Tannini
I tannini sono sostanze fenoliche che colorano di bruno-rossastro gli organi in cui sono contenute. Si pensa che i tannini siano dei residui del metabolismo della pianta.
Il tannino è utilizzato nell'industria dei pellami perchè rende imputrescibili le pelli animali; in medicina i tannini sono impiegati per le loro proprietà astringenti.

Flavoni
I flavoni sono pigmenti gialli usati per curare la fragilità dei capillari venosi.

Vitamine
Le vitamine sono catalizzatori biochimici indispensavili che l'oumo non può sintetizzare ma deve cercare all'esterno, con l'alimentazione (frutta e verdure fresche).

Minerali
I vegetali forniscono all'uomo elementi minerali indispensabili: azoto, calcio, potassio, sodio, ferro, zinco, cobalto, rame, manganese, ecc.

Antibiotici
La pennicillina (estratta da una muffa), essenze solforose estratte dall'aglio, glucosidi della senape

Parti delle piante con valore terapeutico

Le molecole attive non sono distribuite omogeneamente in tutta la pianta, ma si concentrano in genere in parti specifiche (dette “droghe vegetali”), a volte in momenti particolari (ad esempio durante la fioritura, nei fusti sotterranei all'inizio dell'inverno; si parla di “tempo balsamico”).
antico laboratorio di estrazione

alambicco
schema di un alambicco


La foglia è il centro principale di tutte le sintesi chimiche ed è la parte in genere più usata della pianta (in essa si concentrano glucosidi ed alcaloidi).


Il fusto collega le radici alle foglie; i principi attivi sono contenuti soprattutto nella corteccia e nell'alburno (la parte del fusto tra il cilindro centrale e la corteccia). Il fusto termina apicalmente con la gemma, dove si raccoglie tutta l'energia vegetativa della pianta e dove si concentrano molti elementi utili per l'uomo.


La radice assorbe dal terreno l'acqua e gli elementi minerali che poi avvia al fusto e alle foglie. I fusti sotterranei (rizomi, tubrti e bulbi) hanno una funzione di riserva e si arricchiscono di molecole zuccherine (amido), vitamine ed alcaloidi. Essenze solforose si accumulano nei bulbi dell'aglio e della cipolla. 







martedì 6 ottobre 2015

la resistenza agli antibiotici


categoria: medicina

La resistenza agli antibiotici emergenza mondiale: il rapporto globale del WHO


“L’era post-antibiotici – nella quale infezioni comuni e lievi ferite possono diventare mortali – ormai lontana dall’essere considerata una fantasia apocalittica, è diventata invece una reale possibilità del XXI secolo”. Così Keiji Fukuda Vicedirettore per la Sicurezza Sanitaria del WHO apre la prefazione al 1° Rapporto Globale sulla resistenza antimicrobica (AMR), pubblicato lo scorso 30 aprile dalla Organizzazione Mondiale della Sanita’ [OMS - World Health Organization (WHO)].
Come messo in evidenza ripetutamente negli ultimi anni, dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), il Report non mostra uno scenario promettente, l’utilizzo inappropriato degli antibiotici ha portato a un vasto e rapido sviluppo di ceppi di batteri resistenti a questa classe di farmaci, che rende difficile il trattamento di una gamma sempre più ampia di infezioni abbastanza comuni e facili da contrarre.
Perché i batteri diventano resistenti?
La resistenza agli antibiotici è dovuta essenzialmente ad un adattamento dei batteri di fronte all'uso-abuso degli antibiotici.
I meccanismi alla base di questo fenomeno sono molteplici e comprendono:
- modifiche da parte dei microbi delle loro strutture che erano il bersaglio di un determinato antibiotico
- aumento della produzione delle molecole batteriche che vengono inattivate dall'antibiotico
- produzione di sostanze che inattivano gli antibiotici o che impediscono la penetrazione nella cellula batterica

In tutti i casi si tratta di reazioni adattative che i batteri sviluppano quando vengono in contatto con determinati antibiotici a concentrazioni ridotte, tali da non determinare la morte dei microbi.

mercoledì 30 settembre 2015

scheda: diarrea

categoria: pronto soccorso

La diarrea



La diarrea del viaggiatore è conosciuta anche con altri nomi: "vendetta di Montezuma" o la malattia delle tre F (dalle tre parole inglesi Flies, Fingers, Food, ovvero mosche, dita, cibo, in riferimento alle tre modalità di trasmissione degli agenti infettivi).
La diarrea del viaggiatore  è un'infezione assai diffusa che può colpire in varie forme, da lievi a gravi, di origine alimentare, dovuta all'ingestione di cibi o acque contaminate da vari batteri.

E’ possibile distinguere una "diarrea semplice", con feci acquose per difficoltà della mucosa intestinale infiammata ad assorbire acqua, e la "dissenteria" caratterizzata da feci mucose e sanguinolente, accompagnata da febbre e dolori addominali crampiformi.

Cause
Cibi mal preparati con cotture imperfette o mal conservati, mani sporche, ingestione di acqua contaminata, sono le cause più frequenti della diarrea.
A volte basta un po' di accortezza, per evitare spiacevoli forme di diarrea:
- attenzione ai cibi, anche quelli apparentemente ben cotti;
- bere in bottiglie sigillate ed aperte davanti a voi, non appoggiare le labbra ma usare cannucce, evitare il ghiaccio;
- preferire la frutta da sbucciare a quella già sbucciata;
- evitare di mangiare uova e derivati come maionese.
Un ulteriore consiglio medico è quello di non bere molto durante i pasti, per favorire il mantenimento dell'acidità gastrica, o di assumere bevande con succo di limone o integrate con vitamina C, sempre che non si soffra di ulcera o di reflusso grastroesofageo.


Trattamento
A scopo preventivo risalta utile iniziare a prendere dei fermenti lattici due o tre giorni prima della partenza.
Il primo intervento terapeutico è la reidratazione idrica e salina, bere molta acqua con l'aggiunta di bicarbonato e sali minerali.
Assai importante reintrodurre anche il potassio.
Sulle infezioni batteriche sono efficaci gli antibiotici, quali l'amoxicillina.
Farmaci adsorbenti, quali caolino e pectina, sono efficaci su diarrea cronica e sindrome dell'intestino irritabile.
I più comuni antidiarroici, quali la loperamide, hanno invece un'azione antiperistaltica, riducono cioè la motilità intestinale.
Di ultima generazione ci sono poi i farmaci antisecretivi che inibiscono l'eccessiva secrezione di acqua e di elettroliti nel lume intestinale. Non agiscono sull'attività secretoria basale e non modificano in modo significativo il transito intestinale. Tra questi uno dei più innovativi è il racecadotril caratterizzato da rapidità d' azione e minor incidenza di stipsi secondaria all'uso di farmaci antidiarroici, quali ad esempio gli antiperistaltici. Nota positiva, il racecadotril è uno dei pochi farmaci antidiarroici indicato anche in età pediatrica a partire dai 3 mesi di età.


consigli pratici: come rendere l'acqua potabile
Vi sono in commercio vari prodotti per la purificazione dell'acqua, come per esempio quelli per la clorazione, un metodo efficace contro virus e batteri ma non per larve o cisti. La si ottiene entro 30 minuti (la concentrazione ottimale dell'acqua va verificata con gli appositi indicatori contenuti nelle confezioni). La bollitura dell'acqua precedentemente filtrata è efficace se protratta per almeno 5-10 minuti (strategia utile contro la salmonella, il colera e alcuni ceppi di E.Coli).

mercoledì 4 febbraio 2015

PEDIATRI,: "ANTIBIOTICI, CALO DEI CONSUMI E' UNA POSITIVA INVERSIONE DI TENDENZA"

argomento: medicina

Gli antibiotici sono un'arma preziosa ma da utilizzare con giudizio, soprattutto nei bambini. Evitando rigorosamente di usarli, ad esempio, per curare l'influenza, le infezioni virali o i raffreddori che non hanno origine batterica. Ad affermarlo è la Società italiana di Pediatria preventiva e sociale (Sipps), che commentando i dati del Rapporto Osmed dell'Aifa, secondo cui gli italiani nei primi nove mesi del 2014 hanno diminuito l'impiego degli antibiotici, parla di vera e propria inversione di tendenza a cui guardare con entusiasmo.

"I pazienti, nel nostro caso quelli più piccoli, i bambini - spiega all'Ansa Giuseppe Di Mauro, presidente della Sipps - non dovrebbero assumere antibiotici per curare l'influenza, infezioni virali o raffreddori non provocati da origine batterica. Dovrebbero invece ricorrere agli antibiotici solo quando necessario e dietro prescrizione medica. Non solo: per non sminuirne gli effetti, la cura dovrebbe sempre essere seguita in maniera scrupolosa, rispettando dosi e tempi di somministrazione.

(Fonte: RIFday Mattinale Odf Roma)

martedì 11 febbraio 2014

Senza soldi, trascura ascesso dentale: muore a 18 anni per uno ‘shock settico polmonare’

categoria: pronto soccorso, sopravvivenza

Palermo, febbraio 2014 - Un banale mal di denti, un semplice ascesso, trascurato, si sarebbe trasformato col tempo in una «fascite» mortale, una infezione che, partendo dalla bocca, ha attaccato il collo e poi raggiunto i polmoni. La ragazza non si era curata perché non aveva i soldi per andare dal dentista. Il referto dell’ospedale parla di «shock settico polmonare».


Commento:
L’articolo è lo spunto per parlare di cosa si rischia quando non si può, a qualsiasi titolo, accedere a cure mediche appropriate.

Quando non si tratta di una situazione di sopravvivenza improvvisa e prolungata, ma si programma un soggiorno trekking in zone disabitate o una traversata in solitario nell’Atlantico, si è fatta una capatina dal dentista e si è posta sufficiente cura alla cassetta di pronto soccorso e soprattutto si sa utilizzare al meglio il suo contenuto? Si conosce se qualche membro della spedizione soffre di allergia ai farmaci o quale antibiotico è la scelta migliore per una determinata patologia?