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sabato 15 ottobre 2016

L'intossicazione da monossido di carbonio

categoria: farmacologia, pronto soccorso, avvelenamento

L'intossicazione da monossido di carbonio


Il monossido di carbonio (CO) è un gas incolore, inodore, insapore e non irritante che si forma come un sottoprodotto di combustione incompleta.
La concentrazione media di CO nell'atmosfera è di circa 0,1 ppm, ma, in condizioni di traffico cittadino intenso la concentrazione può superare 100 ppm.


Meccanismo di azione
Il CO si combina in maniera reversibile con il sito di legame per l'ossigeno della emoglobina; la sua affinità per questo sito è circa 220 volte quella dell'ossigeno. Il prodotto che si forma, la carbossiemoglobina, non può trasportare l'ossigeno ed interferisce con la dissociazione dell'ossigeno dalla rimanente ossiemoglobina, riducendo ulteriormente il trasporto di ossigeno ai tessuti. Gli organi più interessati sono il cervello ed il cuore.
Gli adulti normali non fumatori hanno livelli di carbossiemoglobina con saturazione inferiore all'1%, mentre i fumatori possono avere il 5-10% di saturazione. Un individuo che respirasse aria con un contenuto di CO pari allo 0,1% (1000 ppm) avrebbe un livello di carbossiemoglobina di circa il 50%.



Effetti clinici
L'intossicazione da CO causa ipossia secondo questa sequenza:
  • alterazioni psicomotorie
  • cefalea e senso di tensione nell'area temporale
  • confusione e perdita dell'acuità visiva
  • tachicardia e tachipnea, sincope e coma
  • coma profondo, convulsioni, shock ed insufficienza respiratoria.
Gli individui rispondono in maniera diversa ad una data concentrazione di carbossiemoglobina: livelli di carbossiemoglobina inferiori al 15% raramente causano sintomi; i livelli intorno al 40% causano collasso e sincope; al di sopra del 60% può insorgere la morte per danno irreversibile al cuore ed al cervello.


Gli effetti clinici possono essere resi più gravi dallo svolgimento di lavori pesanti, dall'altitudine e da una temperatura ambientale elevata; anche la concomitanza di malattie cardiovascolari aumenta il rischio associato ad esposizione al CO.
Anche l'esposizione cronica a bassi livelli può causare effetti indesiderati, compreso lo sviluppo di una coronaropatia aterosclerotica nei fumatori.
Anche il feto può essere piuttosto suscettibile agli effetti dell'esposizione al CO.


Trattamento

in caso di intossicazione acuta è essenziale allontanare l'intossicato dalla fonte di esposizione e mantenere la respirazione; successivamente si somministra ossigeno, antagonista specifico del CO entro i limiti della tossicità dell'ossigeno stesso. In un ambiente con aria a 1 atmosfera, l'emivita dell'eliminazione del CO è di 320 minuti; con il 100% di ossigeno l'emivita è di circa 80 minuti e con l'ossigeno iperbarico (2-3 atmosfere) l'emivita può ridursi a circa 20 minuti.


lunedì 3 marzo 2014

La tosse e lo starnuto: meccanismi di difesa dell’organismo da conoscere e non sedare semplicemente

categoria: pronto soccorso


Il colpo di tosse è costituito da un'inspirazione profonda al termine della quale la glottide, la fessura situata nella laringe, viene chiusa; quando la grande quantità d'aria introdotta spinge contro la glottide, ne causa l'apertura improvvisa uscendo in modo violento a una velocità molto elevata, che può raggiungere i 12 metri al secondo ossia una velocità oraria superiore ai 40 km/ora.
La tosse serve a rimuovere dalla trachea e dai bronchi il materiale che può ostruire le vie respiratorie. Quando un piccolo oggetto è ingoiato inavvertitamente, oppure quando sostanze prodotte dall'organismo (come il catarro) si accumulano ostacolando il passaggio dell'aria, le terminazioni nervose poste nella trachea e nei bronchi generano un riflesso che causa i colpi di tosse, con cui l'organismo cerca di liberare le vie respiratorie.
Lo stesso riflesso si attiva anche quando si fuma la prima sigaretta o quando si respira aria che contiene sostanze inquinanti: l'organismo, infatti, cerca di liberarsi con lo stesso meccanismo dalle particelle irritanti che sono introdotte con la respirazione.
L'impulso nervoso parte dai recettori locali e arriva al cervello che, dal centro della tosse situato nel tronco cerebrale, manda ai muscoli respiratori il segnale che attiva la tosse.

Un atto riflesso simile alla tosse è lo starnuto: si tratta anche in questo caso di un passaggio d'aria molto veloce, provocato dalla stimolarione di recettori situati all'interno del naso, che serve a liberare le cavità nasali da ciò che può ostacolare il passaggio dell'aria.
La tosse non va semplicemente combattuta con un sedativo, ma occorre prima di tutto riconoscerne la causa. Alcune categorie di pazienti, in primo luogo bambini e donne in gravidanza non possono usare/abusare dei farmaci sintomatici della tosse, ma anche i pazienti diabetici o sofferenti di ulcera devono essere valutati con attenzione prima di decidere di dare uno “due cucchiai di sciroppo”.
L'importanza di una sufficiente idratazione: bere acqua nelle giuste quantità permette di tenere idratate le mucose delle vie aeree e sufficientemente fluide le secrezioni bronchiali, una ottima prevenzione della tosse, poco costosa ma trascurata da moltissime persone.