lunedì 30 giugno 2014

Ipertensione ed evoluzione dell'uomo

400 milioni di anni fa le prime creature uscirono dal mare per colonizzare la terra ferma e per potere fare questo hanno dovuto sviluppare un sistema di vasi per fare arrivare ai tessuti l'ossigeno ed i nutrienti ed eliminare gli scarti del metabolismo cellulare. Questa particolare soluzione circolante nei vasi, il sangue, è spinta da una pompa, il cuore. Milioni di anni dopo, nel Pleistocene, nelle pianure africane vivono degli ominidi, nomadi cacciatori/raccoglitori. Queste pianure sono lontane dal mare quindi la dieta di questi ominidi è povera di sale e per ovviare a questo problema il loro organismo, nel corso delle varie generazioni, ha creato dei meccanismi renali per conservare il poco sale assunto. Oggi, 2-4 milioni di anni dopo, la nostra dieta occidentale è abbondante e molto ricca di sodio, ma i nostri meccanismi renali di ritenzione dei sali hanno mantenuto la loro efficacia costituendo ora, paradossalmente, un grave pericolo per l'organismo.

domenica 29 giugno 2014

dermatiti da fauna marina: Pastinaca comune (Dasyatis pastinaca)

La Pastinaca (Dasyatis pastinaca) è un grosso pesce squaliforme che vive sul fondale marino. I sub possono pungersi con la sua coda dentellata dotata di un aculeo velenifero e subiscono lesioni analoghe a quelle determinate dal pesce ragno, anche se di maggiore gravità. Vedere post su Pesce Ragno (Tracina)

Dermatiti da fauna marina: Pesce ragno o Tracina (trachinus drago)

La famiglia Trachinidae comprende 9 specie di pesci d'acqua salata conosciuti comunemente come tracine o pesci ragno, appartenenti all'ordine Perciformes. Sono pesci diffusi nei bassi fondali sabbiosi del Mediterraneo. Questi pesci presentano un corpo cilindrico ma appiattito sul ventre (sono pesci che vivono principalmente sul fondo), con testa arrotondata, bocca molto grande rivolta verso l'alto e occhi posti molto in alto sulla testa. Le pinne pettorali sono ampie, le ventrali piccole. La lunga pinna dorsale è preceduta da una pinna formata da 5-6 raggi-spine cavi, collegati a una ghiandola velenifera. Altre spine velenifere sono poste sull'opercolo branchiale. La livrea è variabile da specie a specie, anche se tutte presentano un ventre giallo-bianco, mentre il resto del corpo ha un colore di fondo bianco, giallo o beige marezzato di bruno o di nero. Le dimensioni variano dai 15 cm ai 53 cm secondo la specie. Solitamente si viene punti dalla Tracina quando inavvertitamente la si calpesta, camminando sulla sabbia. Il veleno iniettato determina una lesione edematosa molto dolorosa, con irradiazione lungo tutto l'arto. Il dolore raggiunge un massimo dopo trenta minuti dalla puntura e può perdurare anche ventiquattro ore, con residue parestesie e insensibilità. Il gonfiore si risolve in pochi giorni. Il veleno non è pericoloso per la vita dell'uomo, tuttavia il dolore molto forte può portare l'organismo a reagire con nausea, vomito, tremori e svenimenti. Le punture di questi pesci si curano immergendo la parte colpita nell'acqua più calda che si riesca a sopportare (ma non tanto calda da provocare un'ustione) o appoggiando la zona colpita sulla sabbia calda della riva. Questo perché la tossina è termolabile, e il forte calore la inattiva in pochi minuti. Se disponibile si può fare degli impacchi caldi con una soluzione di permanganato di potassio per neutralizzare l'ittiotossina. Risolto il dolore lancinante si passa ad osservare la ferita, perché potrebbero essere rimaste all'interno una o più spine, da rimuovere con cautela con l'uso di una pinzetta. Utile una terapia con corticosteroidi in crema e analgesici in compresse; il medico può valutare la necessità di una terapia antibiotica.