giovedì 3 aprile 2014

Fucile da sopravvivenza AR-7, versione civile di un'arma progettata per l'Air Force, l'AR-5: il Fairchild's Armalite survival gun. Passato e presente


categoria: vecchie riviste, armi da fuoco

Il fucile da sopravvivenza AR-7 e l'Henry US Survival riflessioni. Passato e presente.

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Il fucile da sopravvivenza AR-7 è un'arma smontabile e totalmente immagazinabile nel calcio, quindi adatto per essere riposto in uno zaino. Il calibro .22 LR è ideale per la piccola caccia (non in Italia). L'arma, grazie al calcio in materiale plastico è protetta dall'umidità e galleggia nell'acqua. Sebbene pensato per il mercato civile, L'AR-7 è stato impiegato tra gli anni '60 e gli anni '70 da personale NATO e dall'IDF israeliana (versione modificata con canna accorciata).


La ArmaLite della Fairchild Engine and Airplane Corporation, è nota al pubblico principalmente per aver prodotto due fucili, l'AR-10 e L'AR-15, che si distaccavano radicalmente dalle realizzazioni tradizionali dell'epoca, contraddistinte da un design avanzato e costruite con nuove tecniche prtoduttive che utilizzavano nuove leghe metalliche e fibre plastiche. La ArmaLite ha progettato anche un'arma da sopravvivenza, l'AR-5 in calibro .22 Hornet, per gli equipaggi degli aereomobili militari abbattuti dai cui è derivato un popolare modello per il mercato civile, l'AR-7 in calibro .22 LR, acquistato anche dai piloti militari, dove questo era possibile, come acquisizione personale.
I due modelli di arma da sopravvivenza sono armi con chiusura labile, o a massa (Blowback), facilmente scomponibile e il cui castello, canna e caricatore potevano essere alloggiati in maniera stagna all'interno della calciatura, realizzata in fibra di vetro, in grado di galleggiare sull'acqua.


Questa tipologia di arma è stato apprezzato dagli utenti civili e dal personale in divisa perché è leggera e facilmente trasportabile all'interno di uno zaino o comodamente alloggiabile all'interno di un aeromobile, inoltre si è dimostrato sul campo di facile impiego anche da parte di soggetti con limitata esperienza.
Nel corso degli anni sono stati prodotti vari accessori e parti per possibili modifiche, come canne più corte, similari a quelle utilizzate dagli israeliani, silenziatori, calcioli a stampella e supporti per ottiche e sistemi vari di mira.

L'AR-7
L'arma è in grado di impiegare sia la versione standard sia quella ad alta velocità della munizione .22 LR; l'alimentazione è fornita da un caricatore monofìlare estraibile da otto colpi. Un solo caricatore può essere incluso nella calciatura, quindi eventuali caricatori aggiuntivi dovranno essere portati separatamente; in commercio sono inoltre reperibili caricatori da dieci colpi o di capienza maggiore.
Come tutte le armi semiautomatiche in .22 LR, l'AR 7 è abbastanza sensibile al tipo di munizione impiegata, ed occorre quindi valutare quale di esse è più idonea per la caccia di piccola selvaggina e in grado di garantire un perfetto funzionamento. La canna è priva di rampa di alimentazione quindi i caricatori dovranno essere sempre in buone condizioni, con una particolare attenzione alle “labbra” di alimentazione per garantirsi un funzionamento affidabile.

il castello dell'arma: si nota la sicura, il grilletto, la leva di sgancio caricatore posta anteriormente al grilletto, il gruppo otturatore e la parte filettata anteriore sulla quale si avvita la canna
Rimuovendo una vite si può smontare la copertura sinistra del castello e accedere al gruppo il gruppo di scatto e la leva di sgancio del caricatore per eliminare i residui di polvere e lubrifìcare i componenti interni

Il castello è costruito in lega di alluminio verniciato in nero mentre le parti meccaniche interne sono in acciaio.
La sicura è posta sul lato posteriore destro del castello e la posizione di sicurezza è indicata da una freccia con la punta verso il retro dell'arma con la dicitura "SAFE" all'interno.
La mira posteriore è una diottra regolabile in altezza, tramite una apposita vite, mentre quella frontale è una rampa regolabile in deriva.

Assemblaggio, smontaggio e pulizia dell'AR-7
Partendo dall'arma racchiusa nel calcio contenitore, l'AR-7 si assembla rimuovendo il calciolo/tappo posteriore ed estraendo tutti i componenti, successivamente si posiziona il castello nello "slot" frontale della calciatura e si avvita alla stessa tramite il "vitone" posto alla base dell'impugnatura a pistola. La canna si monta poi al castello allineandola tramite i riferimenti presenti e serrarla con l'anello a vite di chiusura. Riposizionato il calciolo posteriormente e inserito il caricatore l'AR-7 è pronto all'uso: Lo smontaggio avviene chiaramente nell'ordine inverso.
La pulizia ordinaria dell'arma è semplice grazie alla facilità di smontaggio dei componenti base. Ad intervalli periodici, è consigliabile smontare la copertura posta sul lato sinistro del castello, tramite la rimozione di una vite, per eliminare i residui di polvere e lubrifìcare i componenti interni.

Parte frontale del gruppo otturatore (visibili l'estrattore e percussore);parte iniziale della canna con l'anello di bloccaggio al castello
Henry US Survival Rifle: arma contenuta nel calcio. Questa è l'ultima versione ancora in produzione. 

Henry versione classica nera e "camo"


mercoledì 2 aprile 2014

Un altro studio statistico conferma la supremazia della dieta mediterranea per la salute umana.

categoria: medicina


La dieta mediterranea è ricca di proteine vegetali, cereali, legumi e frutta secca a guscio e il pesce si trova in tavola più frequentemente della carne rossa.
Questa dieta è quella più facilmente ottenibile in una società ritornata alla vita contadina, in uno scenario post-apocalittico, senza allevamenti intensivi, colture dedicate alla produzione di mangime, super bombardamenti di antibiotici, circolazione di merci ridotte, una catena del freddo tutta da ricostruire, ecc.
Uno studio pubblicato su Circulation, è stato compiuto su più di 84 mila infermiere, seguite per 26 anni dai ricercatori di Boston.
Le donne che hanno mangiato carne rossa e insaccati più frequentemente presentano un rischio di malattia coronarica più alto. Chi ha mangiato più di due porzioni di carne rossa al giorno (equivalente ad un hamburger da 90 grammi) presenta un rischio cardiovascolare di circa un terzo in più di chi ha mangiato meno di mezza porzione.
Scegliere proteine diverse dalla carne rossa può avere un ruolo importante per la salute del cuore.
Sostituendo la carne rossa si diminuisce il rischio di malattia coronarica:
-       del 30%, con frutta secca a guscio
-       del 24%, con il pesce
-       del 19%, con il pollame
-       del 13% con latticini magri

Varie ipotesi sono chiamate a spiegare questi dati:
-       l'elevato contenuto di ferro eme presente nella carne rossa
-       l'alta quantità di sodio delle carni lavorate e insaccate
-       i grassi saturi e colesterolo presenti in alcuni tipi di carne rossa


I nostri avi preistorici mangiavano il doppio di carne rossa di noi, ma attenzione: la carne 
odierna contiene molti più
 grassi della loro, ottenuta 
da animali cacciati (il 25% 
invece del 4%), inoltre, per ottenerla, dovevano faticare parecchio a convincere animali giustamente riottosi a cederla!.

"where there is no doctor"

Libro sulla medicina in posti dove i medici in camice bianco se ne vedono pochi: diagnosi, trattamento e prevenzione delle patologie più comuni:


Hesperian's classic manual, Where There Is No Doctor, is arguably the most widely-used health care manual in the world.

This 2013 updated reprint features new information on tuberculosis and HIV, updated medicines, anti-retroviral therapy, and preventing HIV in babies.

All Hesperian books are regularly updated and reprinted to reflect accurate medical information.


Useful for health workers, clinicians, and others involved in primary health care delivery and health promotion programs, with millions of copies in print in more than 75 languages, the manual provides practical, easily understood information on how to diagnose, treat, and prevent common diseases. Special attention is focused on nutrition, infection and disease prevention, and diagnostic techniques as primary ways to prevent and treat health problems.

Questo manuale insegna ai medici a cavarsela in situazioni difficili, come quella presente in villaggi lontano dalla civiltà; sono fornite informazioni utili per la diagnosi, il trattamento e la prevenzione di patologie e il modo di improvvisare strumenti utili al proprio lavoro.

Recuperare benzina da un veicolo ..... in situazione di sopravvivenza!!!

categoria: carburante

Si rimane senza benzina in una situazione post-apocalittica e si trovano dei veicoli abbandonati (in altri scenari c'è il penale!!). Se state leggendo questo blog, forse non è sbagliato pensarci prima ....




Introdurre un tubo a pescare nel serbatoio e tirare su il liquido aspirando con la bocca, va bene se stiamo spillando vino da una damigiana nelle bottiglie o si può vedere nei film; nella realtà si rischia di assaggiare la benzina e aspirare nel contempo anche i suoi vapori .... regalandoci un tumore!!.
Forse è più pratico e sicuro comprare per tempo una pompa da travasi, formata da un tubo in entrata, una pompetta e un tubo in uscita.

Se la macchina è di nuova generazione c'è un collo d'oca che impedisce le operazioni descritte sopra. Se si riesce però ad accedere al vano passeggeri, sotto al sedile posteriore c'è un tappo da cui si accede al serbatoio di carburante.

Formulazione naturale insettifuga, attiva contro zanzare e formiche

categoria: insetti

L’eugenolo è un insettifugo attivo contro le zanzare che contro le formiche. Usato al 5 % in soluzione alcolica o idroalcolica allontana le formiche in maniera definitiva e la sua azione è persistente a lungo, anche quando l’odore non è più rilevabile dall’olfatto umano. 

Precauzioni:
il prodotto non va spruzzato in vicinanza degli occhi, delle labbra e sulle mucose. Prima di esporsi al sole o alle lampade solari lavarsi accuratamente. 

martedì 1 aprile 2014

Richiamate l'antitetanica

categoria: pronto soccorso

Quando avete fatto l'ultima antitetanica? Una
domanda del genere provocherebbe in molti di noi un vuoto di memoria. È
a causa di questa dimenticanza collettiva che il tetano in Italia non è
stato ancora completamente eradicato. La malattia tetanica continua a
essere presente sul territorio nazionale con una media di circa cento casi
l’anno e con una mortalità costante nel tempo del
 50-60 per cento. Pochi, pochissimi casi, si dirà. Ma perché rischiare di
morire di un'orribile morte (la neurotossina prodotta dalle spore del bacillo
del tetano ha un'azione simile a quella della stricnina) per un banale 
graffio provocato da un chiodo arrugginito o per una puntura di una
spina?
Il tetano è una malattia temibile provocata da un batterio (il Clostridium tetani) che può penetrare nell'organismo attraverso ferite provocate da oggetti contaminati dalle feci degli erbivori (in modo particolare quella dei cavalli), nel cui intestino il germe vive abitualmente.
La ruggine, da sempre accusata di essere la prima causa del tetano non è la causa della malattia, salvo che l'oggetto arrugginito che provoca la lesione non sia anche contaminato dal Clostridium. Il vecchio retaggio, d'altra parte, deriva dal fatto che in passato la ruggine veniva immediatamente associata a chiodi vecchi provenienti dalla ferratura dei cavalli e, come tali, sicuramente contaminati dalle feci dell'animale.
Una volta entrato nell'organismo umano, il Clostridium produce una tossina molto potente che agisce come un veleno sul sistema nervoso. Blocca, infatti, gli input nervosi che sono necessari ad assicurare i movimenti dei muscoli, compresi anche quelli del torace che garantiscono la respirazione: la malattia può perciò determinare un blocco respiratorio ed essere anche mortale.
I vaccini antitetanici contengono le tossine denaturate che il batterio colpevole della malattia produce e che sono le responsabili degli effetti della malattia nei confronti del sistema nervoso centrale. Queste tossine inattivate stimolano il sistema immunitario obbligandolo a produrre anticorpi specifici nei loro confronti ma, nello stesso tempo, non espongono la salute ad alcun rischio. L’effetto del vaccino non è però valido in assoluto: gli anticorpi prodotti dall’organismo vanno infatti riducendosi con il tempo e, anche se rimane una sorta di memoria immunologica, questa non è sufficiente in caso di infezione per proteggere totalmente. E per questo che sono previsti i richiami decennali: con una sola dose, il corpo produce nuove sostanze di difesa e la protezione è riattivata.
Dai primi mesi di vita siamo protetti dal tetano perché la vaccinazione antitetanica, prevista dalla legge, inizia con una prima somministrazione del vaccino a due mesi di vita, seguita da una seconda dose dopo un mese e mezzo ed una terza entro gli undici mesi. Il ciclo vaccinale termina con una quarta somministrazione fatta a 5 anni; da questo momento sono sufficienti richiami da fare ogni 10 anni, per mantenere sempre attiva la protezione.
La protezione immunitaria che si ottiene con la vaccinazione -
resa obbligatoria in Italia dal 1968 - ha una durata piuttosto
lunga, tanto che i richiami sono raccomandati a intervalli di dieci anni.
Ma è proprio qui il punto. Nella pratica, infatti, la «scadenza» dei dieci
anni è dai più trascurata e solo in particolari categorie di lavoratori
è effettuato un
richiamo sistematico in età adulta. La conseguenza è che il
tetano si manifesta prevalentemente in persone di età avanzata e di sesso
femminile: 2,5 casi nelle donne contro uno negli uomini (si tagliano pulendo le verdure in cucina, giardinaggio, ecc.)
In questi soggetti è facile che la protezione sia ormai annullata, infatti i dati statistici affermano che circa il 40 per cento degli ultrasessantacinquenni è totalmente sguarnito di anticorpi attivi contro l'infezione.
Che fare, perciò, se ci si ferisce e l'ultimo richiamo della vaccinazione non è stato effettuato o se, addirittura, l'esecuzione del vaccino è qualche cosa di molto lontano nel tempo? E possibile mettere nuovamente l'organismo al sicuro, o il tetano è ormai una mina vagante? Fortunatamente, è possibile ripristinare le protezioni del vaccino, ma gli interventi per farlo variano a seconda delle situazioni: ecco come ci si deve comportare. Effettuare semplicemente un richiamo al momento dell'incidente, se nel passato si è già fatto un ciclo completo del vaccino (tre dosi somministrate a distanza ravvicinata nell'arco di un anno e una quarta a 4 anni di distanza), anche se questo risale al periodo dell'infanzia e successivamente non si è mai più fatto alcun richiamo decennale.

Rifare un nuovo ciclo vaccinale (uguale anche nelle scadenze a quello che si fa quando si è bambini), se non si ha nessun riferimento registrato che attesti un ciclo vaccinale completo fatto nel passato, se la ferita è lacero contusa, o se la lesione è particolarmente sporca e contaminata. Se il taglio è molto serio e a rischio di tetano è prevista inoltre anche una somministrazione di immunoglobuline antitetaniche: si tratta di concentrati biologici di anticorpi che entrano immediatamente in azione e che offrono una copertura immediata. Il vaccino, pur efficace, inizia, infatti, ad esplicare la sua attività e a stimolare l'organismo a produrre anticorpi dopo un certo arco di tempo dalla sua somministrazione. Le immunoglobuline, però, sono iniettate solo dopo che il paziente ha dato il suo consenso informato: anche se ampiamente testate per garantirne una purezza e una sicurezza totale, c'è un rischio (remotissimo) che possano trasmettere malattie virali il cui contagio avviene proprio attraverso questa via. Il tetano, d'altra parte, è una malattia molto grave e, ancor oggi, porta a morte circa il 50 per cento dei soggetti che lo contraggono.

Controllo di una emorragia: combat Gauze

   categoria: pronto soccorso

                     Attenzione: immagini di addestramento non adatte a pubblico sensibile


Sega portatile

           categoria: attrezzatura, vecchie riviste             



Selezione di lame utili in sopravvivenza

        categoria: attrezzatura           


Coltello
Sega pieghevole
Accetta
Lama per intagliare scodelle (carving)

Una provocazione: “Obesi. Adesso emarginati, domani avvantaggiati … in una situazione di sopravvivenza”

categoria: medicina

Migliaia di anni fa, al tempo dei nostri antenati, l’insufficienza metabolica era un vantaggio in quanto permetteva di stoccare i grassi. Durante i periodi di abbondanza, quando la caccia forniva numerose prede, gli uomini mangiavano il più possibile e stoccavano i grassi, che servivano poi durante i lunghi periodi di carestia.
Gli individui con le riserve di grasso importanti sono sopravvissuti ai lunghi periodi di carestia.
Queste persone hanno così arricchito il loro cervello di omega 3 e sono diventati più intelligenti dei loro simili. Allora l’insufficienza metabolica era un vantaggio evolutivo, anche per la selezione naturale.
Nel nostro secolo, nel mondo occidentale, dove si mangia senza aver necessariamente fame, o dove si mangia in eccesso, questa facoltà di stoccaggio diventa catastrofica.

La palla però gira, le carte si mescolano e un difetto torna ad essere un vantaggio. Darwin insegna.

lunedì 31 marzo 2014

zucchero per guarire le ferite e miele per medicare il moncone ombelicale

              categoria: pronto soccorso

La ferita guarisce prima se si cura con lo zucchero, è la teoria che un infermiere dello Zimbabwe, Moses Murandu, sta sperimentando, nell’ospedale di Birmingham in Gran Bretagna. 
La sua tesi è che lo zucchero “attiri” l’acqua fuori dalle ferite, evitando la moltiplicazione dei batteri (per effetto osmotico)

I primi risultati della sperimentazione, condotta su 35 pazienti sono incoraggianti e sembrano dimostrare anche un recupero più rapido.

In un reparto di maternità in Italia è stato consigliato di usare il miele per medicare/essiccare il moncone ombelicale dei neonati, al posto della soluzione alcolica 70% o altre formulazioni spray a base di argento.

“Capricorn One”

categoria: film



Capricorn One è un film del 1978 diretto da Peter Hyams che narra una cospirazione governativa che ispirata alla teoria del complotto sull'Apollo 11,secondo la quale il primo sbarco umano sulla Luna, sarebbe stata un inganno orchestrato dalla NASA.
I tre astronauti della missione, il comandante Charles Brubaker e i due ufficiali Peter Willis e John Walker, sono prelevati dalla capsula prima del lancio e trasportati in aereo in un luogo segreto, mentre il razzo viene lanciato senza di loro.
Il dottor James Kelloway, responsabile della missione, insieme ad un ramo della Nasa, ha architettato una finta missione spaziale perché è a conoscenza di un pericoloso difetto ad un componente del razzo essenziale della missione, dovuto alle "economie" dell'azienda che lo produce, che potrebbe addirittura provocare la morte degli astronauti; la messinscena è volta a proseguire il programma spaziale e togliere argomenti a chi ritiene che le ingenti risorse per le missioni spaziali debbano essere impiegate altrove.
Kelloway mette al corrente i tre astronauti del piano, inscenare un finto sbarco su Marte e delle sue motivazioni, convincendoli a collaborare con la minaccia di ritorsioni sulle loro famiglie.


La missione "prosegue" tramite una sala controllo ubicata nel deserto, che trasmette i dati registrati durante le prove e le riprese effettuate in un hangar; i segnali radio provenienti da sole 300 miglia di distanza dalla base spaziale, suscitano però le perplessità di Elliot Whitter, un tecnico della sala controllo. Egli fa presente i suoi dubbi, ricevendo solo fredde risposte; lo riferisce allora all'amico giornalista Robert Caulfield, ma subito dopo sparisce misteriosamente. Caulfield cerca di ricontattarlo, ma alla NASA negano di avere in servizio qualcuno con quel nome e il suo appartamento è abitato da una donna.
Caulfield si mette a indagare e subisce un attentato: i freni della sua auto sono manomessi. Nel frattempo gli astronauti, dopo aver messo in scena il finto sbarco sul pianeta rosso, sono ufficialmente dati sulla via del ritorno, ma si rendono conto che perché il piano funzioni alla perfezione, è stata programmata anche la loro "scomparsa" qualora ci sia un incidente, che si verifica effettivamente al rientro nell'atmosfera terrestre. L’unica soluzione a questo punto e la fuga: rubano un piccolo jet che, tuttavia, a causa della scarsa quantità di carburante, li costringe a un atterraggio di fortuna nel deserto. Per aumentare le loro probabilità di successo, decidono di proseguire a piedi in direzioni diverse, per trovare un centro abitato dove possano essere visti, smontando così la cospirazione.




Caulfield nel frattempo è arrestato con una falsa accusa di possesso di cocaina. Rilasciato sotto cauzione, versata dal capo redattore Loughlin, è da questi licenziato. Si rivolge così ad una collega ed amica, Judy Drinkwater, che gli presta dei soldi, la sua macchina e lo informa dell'esistenza di una base militare abbandonata, nella quale Caulfield trova il set cinematografico utilizzato per fingere lo sbarco su Marte. Nella terra rossa del pavimento trova una medaglietta di Brubaker, a conferma definitiva dei suoi sospetti. Intanto Willis e Walker sono catturati.
Conscio di trovarsi finalmente sulla pista giusta, Caulfield noleggia un aereo adibito alla disinfestazione dei campi e comincia a sorvolare la zona alla ricerca dell'astronauta superstite, salvandolo proprio mentre stava per essere catturato. Nella sequenza finale Kelloway, insieme alle mogli degli astronauti, sta assistendo a una cerimonia commemorativa presieduta dal Presidente: inaspettatamente giungono Brubaker e Caulfield, portando alla luce la cospirazione e ponendovi termine. (Wikipedia, estratto)



Il film merita di essere visto per la storia, le scenografie e la scena dell’inseguimento del biplano con cui Caulfield a trovato Brubaker.



Dal punto di vista survival è interessante la fuga nel deserto dei tre piloti, tutti ex militari addestrati alle tecniche di sopravvivenza.