sabato 19 agosto 2017

ORTICA, Urtica dioica L. (Urticaceae)

Categoria: farmacologia, piante medicinali, piante ad uso alimentare

ORTICA, Urtica dioica L. (Urticaceae)



PARTI USATE: Foglie.
COMPONENTI PRINCIPALI: Sali minerali (silicati, sali di calcio e potassio). Acidi organici. Amine. Flavonoidi. Cumarine. Altri (steroli,
triterpeni, lignani, tannini).
ATTIVITÀ FARMACOLOGICA: Attività remineralizzante. Attività diuretica e depurativa. Attività nei confronti dell'artrite reumatoide e dei reumatismi articolari (iperuricemia e gotta).
EFFETTI COLLATERALI, CONTROINDICAZIONI E PRECAUZIONI D'USO: Non sono noti dalla letteratura effetti collaterali, controindicazioni o particolari precauzioni d'uso alle dosi raccomandate. Non sono noti studi clinici controllati in donne in gravidanza e durante l'allattamento quindi si consiglia di utilizzare il prodotto con prudenza.

COMPOSIZIONE
Nelle foglie di Urtica dioica sono presenti elevate concentrazioni di sali minerali, in particolare potassio, calcio, magnesio, silicati. Sono inoltre presenti acidi organici (acido carbonico, acido formico, acido silicico, acido citrico, acido fumarico); proteine (23-24% della pianta secca); aminoacidi liberi; ammine (acetilcolina, istamina, serotonina); flavonoidi (glicosidi della quercetina, del kempferolo e dell'isoramnetina); cumarine (scopoletina); Beta-sitosterolo, beta-sitosterolo-glicoside e derivati stearilici; lignani; clorofille (clorofilla A e B) e loro prodotti di degradazione; carotenoidi (tra cui Beta-carotene e xantofilla); vitamine (tra le quali, la vitamina C, le vitamine del gruppo B, la vitamina K); tannini; lipidi.

IMPIEGHI CLINICI DESCRITTI IN LETTERATURA


Medicina popolare
Le foglie di Ortica sono usate in somministrazione orale nei soggetti anemici per la loro attività di stimolo del processo di produzione delle dellule del sangue e per la loro azione antiinfiammatoria (malattie reumatiche: artrite reumatoide, reumatismi articolari e muscolari, etc). L'Ortica è anche utilizzata nella cura del cuoio capelluto e dei capelli, per curare forfora e capelli grassi.
L'attività diuretica della Urtica dioica lo rendono utile nell'ipertensione.

Integrazione di minerali
Il potassio può risultare carente in soggetti sottoposti a profuse sudorazioni, dopo sforzi fisici intensi e prolungati in condizioni metereologiche sfavorevoli (caldo umido), oppure a seguito di trattamenti farmacologici antiipertensivi (diuretici). Il calcio può risultare carente in molte diete, ed un suo supplemento è particolarmente opportuno nei bambini (rachitismo) e nelle donne in menopausa (osteoporosi.) L'ipomagnesemia può essere dovuta ad una eccessiva sudorazione, p.e. come conseguenza di un lavoro fisico prolungato in condizioni atmosferiche sfavorevoli (caldo, elevata umidità, etc) o essere il risultato di disturbi gastrointestinali, malattie renali che compromettono il riassorbimento tubolare e, più raramente, una ipomagnesemia idiopatica familare.

Attività antireumatica
Benigni (1963) ha sperimentato clinicamente l'ortica come infuso, decotto o tintura, in soggetti artritici e nella diatesi urica (gotta, reumatismo muscolare e articolare in soggetti artritici, renella, nefrolitiasi) osservando un netto miglioramento.
L'efficacia terapeutica è stata riconfermata nel 1977 in una sperimentazione clinica randomizzata, su 37 pazienti sofferenti di riacutizzazione di artrite reumatoide: allo scopo di verificare se l'ortica potenziasse l'attività di un farmaco antiinfiammatorio non steroideo (FANS), i pazienti sono stati trattati con 200 mg di diclofenac oppure con 50 mg di diclofenac ed un estratto di Urtica dioica ed i risultati dello studio dimostrano che questo estratto potenzia l'effetto analgesico ed antinfiammatorio del diclofenac nel trattamento dell'artrite reumatoide e delle malattie reumatiche, consentendo una riduzione delle posologie dei FANS a tutto vantaggio della tollerabilità e della "compliance" del paziente. E' probabile che l'ortica sia capace di modulare la sintesi e la liberazione di composti che controllano la reattività immunitaria e i processi infiammatori.

Attività diuretica, antigottosa e disinfettante urinaria
Secondo il Wichtl (1993) le parti aeree dell'ortica mostrano una azione diuretica associata ad una elevata escrezione di cloruri e di urea. Benigni (1963) classificava l'ortica fra le droghe che esplicano un'azione epatorenale, atta a determinare un aumento della diuresi con una maggior escrezione dei cloruri e dell'urea. L'attività diuretica della Urtica dioica, insieme alla già descritta attività antireumatica, ne fa un prodotto particolarmente adatto nell'ipeuricemia e nei reumatismi gottosi. L'Urtica dioica trova impiego anche come blando disinfettante urinario, sotto forma di infuso, per prevenire le infezioni delle ultime vie urinarie in pazienti sottoposti ad adenectomia prostatica.

Altre attività
L'ortica è risultata efficace nel ridurre la frequenza di riniti e la gravità della sintomatologia in 69 pazienti con rinite allergica. E' probabile che all'efficacia della pianta in questa forma di disreattività immunitaria contribuiscano molti degli effetti precentemente descritti.

Sottolineo ed evidenzio in rosso due importanti proprietà dell'ortica utili in ambito sopravvivenza:
"Secondo alcuni autori l'ortica esplica una attività astringente ed è perciò impiegata, sotto forma di infuso o decotto, nelle enteriti acute e diarree catarrali; questa proprietà è attribuita all'acido tannico contenuto nelle foglie.
L'ortica esercita una buona attività emostatica dovuta alla presenza nella droga di vitamina K e C, ed è consigliata come rimedio antiemorragico nelle epistassi e nelle metrorragie."

Alcuni AA hanno trovato che l'ortica è dotata di una azione ipoglicemizzante contenuta, ma questa osservazione - peraltro controversa - non trova conferma nella letteratura più recente, e secondo alcuni AA le foglie di ortica avrebbero addirittura un effetto opposto.

Tollerabilità

L'ortica risulta essere una droga caratterizzata da una elevata tollerabilità e priva di rilevanti effetti collaterali. Non sono noti dalla letteratura studi clinici controllati in donne in gravidanza e durante l'allattamento, inoltre alcuni AA. riferiscono una possibile azione sulla muscolatura uterina, per cui è opportuno utilizzare il prodotto con prudenza.
(Guida bibliografica ai più noti fitoterapici Aboca; Web)

Il potere urticante dell'ortica
Molte persone hanno conosciuto questa pianta nel modo peggiore .....





L'ortica in cucina
Autunno e inverno sono ottime stagioni per raccogliere le ortiche, gambi e foglie sono particolarmente teneri e, con l’aiuto delle forbici e di un buon paio di guanti, è possibile fare facilmente un buon raccolto. Le foglie hanno proprietà urticanti, ma è sufficiente farle bollire per poterle impiegare tranquillamente in cucina. 


Il risotto alle ortiche è un primo eccezionale, mentre le polpette con ortica e patate sono un ottimo secondo piatto alternativo, o uno sfizioso antipasto.
L'impiego dell'ortica nel campo tessile


L'ortica era impiegata nel campo tessile per le sue fibre, utilizzate per produrre vestiti, carta, teli, sacchi e cordami e durante la prima guerra mondiale fu utilizzata in Europa come sostituto al cotone. Per ricavare le fibre si raccoglie l'ortica, si fa essiccare quindi gli steli legnosi sono macerati, disidratati e battuti: Le fibre sono separate a mano per tessere stoffe (ramia) simili alla canapa o al lino. Le foglie verdi, ricche di clorofilla, erano inoltre usate per la colorazione dei tessuti delicati.



giovedì 17 agosto 2017

MIGLIO Panicum miliaceum Bianco (Graminaceae)

Categoria: piante medicinali, alimentazione

MIGLIO Panicum miliaceum Bianco (Graminaceae)


Il miglio è un cereale molto antico appartenente alla famiglia delle Graminacee, originaria dell'Asia.
Il Miglio può raggiungere l'altezza di 1,5 metri, ha foglie larghe lanceolate, pelose sul lembo e sulla guaina; l'infiorescenza è una pannocchia grande, lunga, pendente da una parte, formata da spighette glabre, racemose; ciascuna spighetta porta superiormente un fiore ermafrodita ed interiormente uno maschile o neutro; glume a due nervature, l'inferiore più piccola. Il fiore ha tre stami, un ovario glabro con due stimmi piumosi; il seme (cariosside) è piccolo, lucido, liscio, ellittico e di colore diverso a seconda della varietà, anche se quello più conosciuto è di colore giallino.



Il miglio compariva abitualmente sulle tavole nei nostri avi, sfamando già i Sumeri, insieme a orzo, grano, ceci, lenticchie, cipolle, aglio, porri e cetrioli. Anche i Romani gli attribuivano notevole importanza, tanto che i loro esattori scrivevano: «Per oltre 100 anni conservasi il miglio per affermazione di Varrone quando ripongasi in pozzi chiusi», dimostrando sia la diffusione in Italia di questo cereale fin dai tempi più remoti (addirittura dall’Età della pietra, come dimostrano i reperti archeologici), che il suo valore, dato dalla lunga conservabilità e dalle proprietà nutritive.


Il cereale rappresentò, sino all’arrivo del mais, un alimento di base nell’Italia settentrionale, dove veniva consumato sotto forma di polentina e per fare un pane molto buono.


Dopo la scoperta dell’America il miglio fu completamente abbandonato sia nell’Italia settentrionale che in quasi tutta l’Europa e sostituito dal mais importato dal continente americano, venendo relegato a mangime per gli uccelli e pollame, pur essendo un alimento da riscoprire, ricchissimo di nutrienti, in grado di apportare numerosi benefici all’organismo umano.
Ultimamente il miglio è stato riscoperto grazie al suo gusto delicato e all'assenza di glutine che lo rende un alimento consigliato per i celiaci.

PARTI USATE: Frutti (cariossidi).

COMPONENTI PRINCIPALI: Sali minerali (magnesio, fosforo, ferro, silicio). Vitamine (B1, PP). Proteine di elevato valore biologico. Fibre grezze.

ATTIVITÀ FARMACOLOGICA: Integrazione di sali minerali, vitamine ed altri principi nutritivi. Azione trofica sulla cute e sugli annessi cutanei.
IMPIEGO CLINICO: Integrazione dietica di sali minerali e vitamine. Fragilità delle unghie e dei capelli.

EFFETTI COLLATERALI, CONTROINDICAZIONI E SPECIALI PRECAUZIONI D'USO: Non sono noti dalla letteratura effetti collaterali, controindicazioni o particolari precauzioni d'uso alle dosi raccomandate.

COMPOSIZIONE
I componenti principali del Miglio sono rappresentati dai sali minerali (magnesio, fosforo, ferro, silicio); dalle vitamine del gruppo B (e colina); da proteine (10-11%).

ATTIVITÀ BIOLOGICHE ED IMPIEGHI CLINICI DESCRITTI IN LETTERATURA
Le attività biologiche e gli impieghi clinici descritti per il Miglio sono legati al suo contenuto in sali minerali e vitamine del gruppo B:


  • Attività trofica della cute e degli annessi cutanei. Grazie all'apporto di sali minerali e vitamine ed alla presenza di sostanze di elevato valore biologico, il Miglio è da sempre considerato un sorta di alimento "antistress" e di "bellezza" per la sua pretesa - anche se non accertata - azione stimolante sulla pelle, sui capelli, sulle unghie e sullo smallo dei denti. Per questi motivi, il Miglio è utilizzato per ridare vigore e lucentezza ai capelli e alle unghie deboli e fragili e, in generale, per migliorare il trofismo ed aumentare la resistenza degli annessi cutanei. In effetti si tratta indubbiamente di un alimento energetico e vitalizzante, ricco di proteine di elevato valore biologico (circa 10-11%), carboidrati (circa 70%), fibre grezze (circa 7%), lipidi (circa 4%). Più ricco in sali minerali di molti altri cereali, in particolare di magnesio (oltre a fosforo, ferro, silicio), contiene inoltre vitamine, in particolare del gruppo B. lecitina e colina.
  • Integrazione di magnesio. Il magnesio è un elemento minerale essenziale, coinvolto in molte reazioni enzimatiche come cofattore dell'adenosina trifosfatasi (ATPasi). La sua importanza è critica nei processi metabolici endoergonici, nella sintesi proteica e della fosforilazione anaerobica. Il fabbisogno giornaliero di magnesio è di 6 mg/kg/die: poiché gli alimenti più ricchi di magnesio (fagioli, mandorle, banane e cacao) sono relativamente poco impiegali nella nostra dieta, l'apporto dietetico dello ione può non essere sempre sufficiente. La causa più frequente di ipomagnesemia è una eccessiva sudorazione, come conseguenza di un lavoro fisico prolungato in condizioni atmosferiche sfavorevoli (caldo, elevata umidità, etc).\ oppure può essere il risultato di disturbi gastrointestinali o di malattie renali. Una deplezione di magnesio è osservata frequentemente nei pazienti con diabete mellito; nel 15% delle donne in gravidanza; nell'anziano; nel bambino e nel neonato.
  • Vitamine del gruppo B. Il principale uso del complesso vitaminico B è ovviamente rappresentato dalla terapia sostitutiva nelle condizioni di carenza vitaminica, che possono verificarsi a causa di una dieta squilibrata in ogni fase della vita, ma particolarmente nell'anziano, nel bambino e nelle donne in gravidanza ed allattamento. E' da notare infine che le vitamine B hanno attività analgesica e potenziano l'attività di farmaci antiinfiammatori non steroidei somministrati contemporaneamente.

    (Fonte:Guida bibliografica ai più noti fitoterapia ABOCA; web)