mercoledì 22 marzo 2017

L'aglio abbassa la pressione, regola il colesterolo e stimola l'immunità

Caregoria:farmaci/integratori di origine naturale

L'aglio abbassa la pressione, regola il colesterolo e stimola l'immunità


Diverse sperimentazioni hanno documentato che l'aglio ha proprietà immunomodulanti ed è un fattore protettivo a livello cardiovascolare. Gli autori di questa ricerca hanno aggiornato una precedente meta-analisi sull'effetto dell'aglio sulla pressione sanguigna ed esaminato i suoi effetti sul colesterolo e sull'immunità. Gli studi clinici randomizzati e controllati che sono stati inclusi in questa revisione e meta-analisi sono stati ricavati da ricerca su MedLine. Sono stati inclusi nella meta-analisi 20 studi (970 partecipanti) che hanno indagato l'effetto dell'aglio sulla pressione sanguigna. Dalla meta-analisi è emerso che l'aglio ha ridotto, rispetto il placebo, la pressione arteriosa sistolica di 5,1 +/- 2,2 mm Hg e la pressione arteriosa diastolica di 2,5 +/- 1,6 mm Hg. L'analisi per sottogruppi ha rivelato, per i soggetti ipertesi con pressione sistolica/diastolica >140/90 mmHg al basale, una riduzione significativa della pressione sistolica di 8,7+/- 2,2 mm Hg e la diastolica di 6,1 + 1,3 mmHg.
Una meta-analisi, precedentemente pubblicata, ha analizzato l'effetto dell'aglio su lipidi ematici; questa meta-analisi (39 RCT con 2300 adulti trattati per un minimo di 2 settimane) suggerisce che l'aglio, se preso per più di 2 mesi da persone con livelli di colesterolo leggermente elevati [per esempio: colesterolo totale> 200 mg/dl (> 5,5 mmol/L)] è efficace nel ridurre del 10% il colesterolo totale e quello LDL.

L'aglio ha inoltre effetti immunomodulanti in quanto aumenta l'attività dei macrofagi, delle cellule natural killer e la produzione di cellule T e B. Infine, studi clinici hanno documentato che l'aglio riduce significativamente il numero, la durata e la gravità delle infezioni delle vie respiratorie superiori.


I risultati di questa recensione suggeriscono che i supplementi nutrizionali a base di aglio possono ridurre la pressione sanguigna in soggetti ipertesi, regolare le concentrazioni di colesterolo leggermente elevate e stimolare il sistema immunitario.
L'assunzione di integratori a base di aglio, ben tollerata dai soggetti studiati, può essere considerata un'opzione di trattamento complementare per l'ipertensione, la lieve ipercolesterolemia e la stimolazione immunitaria.
Ulteriori studi, condotti a lungo termine, dovranno chiarire l'effetto dell'aglio sulla morbilità e mortalità cardiovascolare.


Ried K. Garlic lowers blood pressure in hypertensive individuals, regulates serum cholesterol, and stimulates immunity: An updated meta-analysis and review. J Nutr 2016, Feb.


martedì 21 marzo 2017

Colica renale, superiorità del diclofenac nel ridurre il dolore

Categoria: pronto soccorso, colica renale

Colica renale, superiorità del diclofenac nel ridurre il dolore

Il 5% degli accessi al pronto soccorso è per coliche renali che rappresentano anche oltre il 30% delle urgenze urologiche.
Uno studio pubblicato su Lancet e condotto su 1644 pazienti il diclofenac intramuscolo alla dose di 75mg/3ml di diclofenac intramuscolo costituisce l'opzione terapeutica di elezione per gestire l'emergenza nel paziente con coliche renali, in grado di ridurre di oltre il 50% il dolore nel 68% dei pazienti trattati, in confronto al 66% di quelli che avevano assunto paracetamolo endovena (1g/100ml) e del 61% con morfina endovena (0,1 mg/kg). Con il diclofenac è stata riscontrata una minore persistenza del dolore e una ridotta necessità di ricevere un ulteriore trattamento analgesico a 60 minuti; anche l'incidenza di effetti avversi rilevata con il del diclofenac è risultata minore rispetto al trattamento con oppiacei: 1% con diclofenac e paracetamolo, contro 3% con morfina.
Analgesia for management of renal colic in the emergency department. Lancet 2016 May

Oltre alla classica formulazione da 75 mg intramuscolo è stata preparata una nuova formulazione aottocutanea a basso dosaggio, 25 e 50 mg, il cui vantaggio consiste nella possibilità di autosomministrazione e un più rapido intervento sul dolore.


La quercetina riduce i livelli plasmatici di acido urico

Categoria: farmaci/integratori di origine naturale

La quercetina riduce i livelli plasmatici di acido urico


La quercetina è un flavonoide particolarmente presente nelle cipolle, nel tè e nelle mele, in grado di inibire (in vitro) la xantina ossidoriduttasi, attiva nello step finale della produzione intracellulare di acido urico. La quercetina potrebbe quindi essere in grado di abbassare i livelli di acido urico nel sangue, un fattore di rischio per la gotta, l'insulino-resistenza e il diabete di tipo 2.


Uno studio di 4 settimane di integrazione orale con quercetina ha registrato i livelli plasmatici di acido urico e gli effetti sulla pressione sanguigna e sulla glicemia a digiuno. Si è trattato di uno studio clinico cross-over, randomizzato, in doppio cieco e controllato verso placebo che ha coinvolto 22 maschi sani (19-60 anni) con concentrazioni plasmatiche di acido urico ai livelli più elevati nel range considerato ancora normale. I partecipanti allo studio hanno assunto una compressa al giorno contenente 500 mg di quercetina o placebo per 4 settimane, con un periodo di washout di 4 settimane intercorso tra i due trattamenti. Quale misura primaria di risultato è stata adottata la variazione delle concentrazioni plasmatiche di acido urico dopo 2 e 4 settimane; quali misure secondarie i cambiamenti nella glicemia a digiuno, l'escrezione urinaria di acido urico nelle 24 ore e la pressione sanguigna a riposo. Dalla sperimentazione è emerso che dopo trattamento con quercetina le concentrazioni plasmatiche di acido urico sono risultate significativamente ridotte senza che questo abbia influenzato la glicemia a digiuno, l'escrezione urinaria di acido urico e la pressione sanguigna.
Nelle conclusioni gli autori osservano che la supplementazione giornaliera con 500 mg di quercetina, contenente la quantità di quercetina biodisponibile presente in circa 100 g di cipolle rosse, per un periodo di 4 settimane, ha ridotto in modo significativo le concentrazioni particolarmente elevate di acido urico presenti in maschi sani.


Shi Y, Williamson G. Quercetin lowers plasma urie acid in pre-hyperuricaemic males: A randomised, double-blinded, placebo-controlied, cross-over trial. Br J Nutr 2016, Mar 14;115(5):800-6.




lunedì 20 marzo 2017

MALATTIE DA ALIMENTI

categoria: alimentazione

MALATTIE DA ALIMENTI



I germi sono organismi viventi, invisibili ad occhio nudo, presenti nel mondo che ci circonda, nel suolo, nell'acqua, nell'aria e quindi anche sugli alimenti. Alcuni di questi germi sono in grado di determinare malattie (germi patogeni). Le malattie trasmesse attraverso il consumo di alimenti sono di due tipi:
MALATTIE VEICOLATE DA ALIMENTI
Sono affezioni causate da germi particolarmente aggressivi (vibrioni del colera, virus dell'epatite di tipo "A" ecc.) che non necessitano per dare malattie di moltipllcarsi nell'alimento, in quanto sono in grado per loro natura di agire per dosi infettanti molto basse.

TOSSINFEZIONI ALIMENTARI
Sono malattie causate da alcuni tipi di germi che necessitano di raggiungere nell'alimento una concentrazione minima di germe per grammo nell' alimento per riuscire a causare una malattia. Tali germi devono contaminare il cibo e avere il tempo sufficiente a moltipllcarsi in esso.
I più comuni germi in grado di determinare tossinfezioni alimentari sono i seguenti:
  • Stafilococco
    Il germe si trova in lesioni banali della pelle (foruncoli, paterecci noti come "giradito", acne, ecc.) e che quindi può essere trasferito sugli alimenti attraverso la manipolazione dei cibi da parte di quel soggetto affetto da tale affezione. Inoltre alberga sovente nella cavità orale e nasale di soggetti portatori1 che lo eliminano con la tosse, lo starnuto ecc. potendo in tal modo contaminare superfici di lavoro, utensili ed alimenti.
      Portatore Sano di Malattia Infettiva è quel soggetto, che pur in perfetta salute, ospita nel proprio organismo germi patogeni. Proprio perché in buona salute, il portatore non conosce la sua condizione.
  • Salmonella
    Il germe dimora nell'intestino degli uccelli (piccioni, pollame, ecc.) e per tale ragione contamina spesso le uova e le carni. L'uomo può essere un portatore sano, con il germe che alberga nel suo intestino senza che ciò causi alcun disturbo. Il rispetto delle comuni norme igieniche quando si utilizzano i servizi igienici, non consente al germe di diffondersi.
    L'uso di sapone liquido, salvietta di carta a perdere e di rubinetterie a pedale allontana il germe che ha contaminato le mani dell'operatore al momento dell'utilizzo del WC; le rubinetterie a comando manuale favoriscono la contaminazione delle mani attraverso l'uso delle manopole.
  • Clostridium Perfringens e Clostridium Botulino
Questi germi si trovano nel suolo e contaminano frequentemente ortaggi, verdure e le carni degli erbivori.
Il C. Botulino causa una malattia frequentemente mortale, spesso legata al consumo di conserve vegetali o animali a debole acidità, alimenti sottolio o sottovuoto, insaccati. Le conserve a maggior rischio sono quelle preparate in ambito domestico in quanto le temperature di cottura (100°C, è la temperatura d'ebollizione dell'acqua, che si raggiunge con la cottura in pentole normali) non consentono di eliminare le spore del germe. Nella preparazione artigianale delle conserve è essenziale pertanto l'uso dell'autoclave (strumento che consente di raggiungere sottopressione temperature tali da eliminare le spore).


FATTORI FAVORENTI LA CRESCITA DEI GERMI
E'importante conoscere i fattori che favoriscono la crescita dei germi, per mettere in atto nella pratica quotidiana tutti gli accorgimenti tali da evitarne lo sviluppo. I fattori favorenti la crescita dei germi sono i seguenti:
CALORE: i germi per vivere hanno bisogno di calore. L'intervallo di temperatura che favorisce lo sviluppo dei germi è compreso tra + 10°C e + 60°C. Per tale motivo i cibi deperibili cotti da consumarsi caldi vanno mantenuti a temperatura di + 60 / 65 °C (piatti pronti, ecc.). Gli alimenti deperibili da consumarsi freddi (arrosti, ecc.), a temperatura inferiore ai + 10 °C. Alimenti deperibili a base di latte, creme, panna o uova vanno tenuti a temperatura Inferiore a + 4°C.
UMIDITA': costituisce un fattore essenziale per la crescita dei germi.
TEMPO: essenziale per raggiungere la dose necessaria a determinare la malattia.




APPROVIGIONAMENTO
Controllare gli alimenti ed in particolare l'integrità di involucri, scatolame, ecc. Utilizzare prodotti freschi e di buona qualità garantisce che la quantità di germi presenti nell'alimento sia sempre contenuta. La cottura a fondo degli alimenti garantisce la morte di tutti i germi. La temperatura deve raggiungere almeno 73°C nel cuore dell'alimento.
I germi si possono trasferire facilmente da un alimento all'altro (contaminazione crociata) attraverso l'uso in comune di superfici di lavoro, utensili o semplicemente con le mani (quando si trascuri di lavarsi tra una operazione e l'altra), ad esempio usando lo stesso coltello per tagliare la carne cruda (e quindi con la presenza di germi) e carne cotta (ove i germi sono stati eliminati dalla cottura).
Lo stesso frigorifero, può essere un luogo di contaminazione tra gli alimenti quando questi non sono collocati in scomparti separati, con gli alimenti cotti al di sopra degli alimenti crudi. Disponendo di un frigorifero occorre seguire le seguenti norme:
    - controllare frequentemente la temperatura del frigorifero, che non deve mai salire sopra dei 7 °C. La temperatura ottimale è di 3 °C. I cibi deperibili a base di latte o uova, vanno mantenuti a temperature comprese tra 0 e + 4 °C;
    - non stipare mai il frigorifero, altrimenti l'aria fredda non circola liberamente intorno agli alimenti;
    - non collocare cibi ancora caldi in frigorifero, perché questo innalza della temperatura al suo interno;
    - suddividere l'alimento da riporre in frigo in porzioni piccole e non usare mai contenitori troppo grandi, perchè le temperature necessarie per la corretta conservazione dell'alimento sono raggiunte con ritardo al suo interno, dando ai germi il tempo di moltiplicarsi. Nel frigorifero i germi non muoiono ma ne viene rallentato lo sviluppo, che riprende una volta che l'alimento viene posto a temperatura ambiente.

OPERAZIONI DI PULIZIA DEI LOCALI DOVE SI MANIPOLANO GLI ALIMENTI


Le operazioni di pulizia dei locali e delle attrezzature devono avvenire al termine della lavorazione degli alimenti, per evitare che i germi abbiano il tempo di svilupparsi. La pulizia deve seguire alcuni criteri di base:
    - eliminazione residui: allontanare residui e corpuscoli grossolani di cibo;
    - detersione: lavare abbondantemente con acqua e sapone (detersione) al fine di rimuovere le sostanze grasse che aderiscono alle superfici di attrezzature, utensili e superfici di lavoro. Con tale operazione si allontana il materiale cosiddetto "sporco" a cui aderiscono tenacemente i germi;
    - 1°risciacquo: procedere al risciacquo con abbondante acqua al fine di rimuovere il detergente in eccesso ed ogni residuo di materiale organico;
    - disinfezione: eventuale disinfezione con acqua calda ad 80 °C o varichina;
    - 2°risciacquo: procedere al risciacquo con abbondante acqua per rimuovere i residui di disinfettante.

domenica 19 marzo 2017

QUANDO NON C'ERA... IL FRIGORIFERO

categoria: conservazione degli alimenti, refrigerazione

QUANDO NON C'ERA... IL FRIGORIFERO

Nella villa di Adriano a Tivoli (Il secolo d. C.) esiste una galleria scavata nel tufo dove veniva accumulata la neve ed il ghiaccio raccolta in montagna, utilizzata per la conservazione dei cibi. Neve e ghiaccio erano mantenuti sotto strati di paglia, foglie secche o stracci di lana; queste strutture sotterraneee e di cilindrica, con un'unica apertura a nord prendono il nome di neviere. L'isolamento termico era favorito da un cumulo di terreno soprastante e da alberi piantati intorno per fare ombra.


Dal Rinascimento le neviere furono costruite in mattoni: le più grandi assomigliavano a coni rovesciati attorno a cui si costruivano gallerie di deposito.


Tra il '600 e l'800 si sviluppò un florido commercio di ghiaccio, che veniva venduto di porta in porta in città.

Il ritorno delle ghiacciaie



In una situazione di sopravvivenza prolungata, dove non è possibile disporre della corrente eletrica, la conservazione degli alimenti potrebbe tornare a essere affidata alle ghiacciaie. Soprattutto in paesini e case di montagna, dove è possibile raccogliere la neve in inverno, si possono ottenere dei blocchi di ghiaccio pressandola per togliere l'aria al suo interno. In pianura l'acqua piovana o quella dei fiumi, esposta al gelo notturno, può fornire ghiaccio sufficiente per la conservazione di piccole quantità di cibo.