martedì 11 febbraio 2014

Mal di fuso, come rimettersi in orario

categoria: pronto soccorso


Quasi ogni organo del nostro corpo segue un suo ritmo che si sfasa se cambiano i periodi di luce e buio. Esistono reazioni diverse da persona a persona, uno su tre non risente affatto del fuso orario, un altro terzo invece ne soffre parecchio. Di solito chi è metodico o è abituato a seguire orari precisi nella sua attività quotidiana risente molto del cambiamento e soffre quindi di vero jet leg. Così come chi si sveglia sempre presto al mattino, specialmente gli anziani. Quasi del tutto immuni dai disturbi i bambini e gli adolescenti. In genere si recupera meglio viaggiando verso ovest che non verso est. La cura più efficace è costituita da un milligrammo di melatonina preso all'ora di andare a dormire seguendo l'orario locale. In due o tre giorni si accelera così l'adattamento dei cicli sonno-veglia.

Senza soldi, trascura ascesso dentale: muore a 18 anni per uno ‘shock settico polmonare’

categoria: pronto soccorso, sopravvivenza

Palermo, febbraio 2014 - Un banale mal di denti, un semplice ascesso, trascurato, si sarebbe trasformato col tempo in una «fascite» mortale, una infezione che, partendo dalla bocca, ha attaccato il collo e poi raggiunto i polmoni. La ragazza non si era curata perché non aveva i soldi per andare dal dentista. Il referto dell’ospedale parla di «shock settico polmonare».


Commento:
L’articolo è lo spunto per parlare di cosa si rischia quando non si può, a qualsiasi titolo, accedere a cure mediche appropriate.

Quando non si tratta di una situazione di sopravvivenza improvvisa e prolungata, ma si programma un soggiorno trekking in zone disabitate o una traversata in solitario nell’Atlantico, si è fatta una capatina dal dentista e si è posta sufficiente cura alla cassetta di pronto soccorso e soprattutto si sa utilizzare al meglio il suo contenuto? Si conosce se qualche membro della spedizione soffre di allergia ai farmaci o quale antibiotico è la scelta migliore per una determinata patologia?

domenica 9 febbraio 2014

Dosare un farmaco senza il dosatore dedicato. Meglio una siringa del classico cucchiaio

categoria: pronto soccorso




Un cucchiaio da tavola per dosare lo sciroppo: un classico per le mamme e i papà di tutto il mondo, intenti a curare tosse e malesseri dei propri bambini. Ma uno studio pubblicato sulla rivista 'International Journal of Clinical Practice' mette in guardia i genitori: utilizzando un cucchiaio grande si può arrivare a somministrare il 192% in più di farmaco rispetto a un cucchiaino da tè e fino al 100% in più rispetto a un cucchiaino da tavola.
Il rischio è dunque di eccedere nella quantità di medicinale o, al contrario, di darne al piccolo troppo poco. Il problema è che i cucchiai differiscono molto nelle dimensioni a seconda del servizio utilizzato e del tipo di posata scelta: quella da minestra può arrivare a contenere il triplo del cibo rispetto a quella da tè. Il suggerimento è dunque di sostituire i cucchiai con siringhe che consentano di dosare i liquidi da somministrare ai bambini.