venerdì 31 luglio 2015

Film "Against the Sun"

categoria: film che trattano il tema della sopravvivenza


"Against the Sun"


Tre aviatori dell’US NAvy partiti dall’USS Enterprise per un errore del pilota non riescono a tornare verso la nave e sono costretti ad ammarare; riescono a salire su una piccola zattera, ma non riescono a portare a bordo niente.



Harold Dixon, Gene Aldrich, and Tony Pastula sopravvivono 34 giorni  in pieno oceano senza acqua, cibo e con pochi attrezzi, con i quali riescono a fabbricare ami, un’ancora galleggiante con cui contrastare i venti contrari, bevendo solo l’acqua piovana e mangiando i pesci che riuscivano a pescare. Il pilota, a memoria ricostruisce la mappa di quella porzione di oceano e tenta di tracciare la rotta verso le isole cui vento e correnti li indirizzano. I tre marinai devono affrontare gli attachi degli squali, resistere alla tempesta, la fame e la sete prima di approdare all’isola di Pukapuka, dell’arcipelago delle isole CooK nel Febbraio del 1942.



La storia della loro impresa è stata prima raccontata nel libro The Raft di Robert Trumbull, e poi nel film Against the Sunin 2015.

Uno degli attori è Tom Felton, noto per la sua partecipazione ai film della serie Harry Potter, nei panni di Draco Lucius Malfoy.

Un articolo su un giornale americano che narra la vicenda:

HOW 3 U. S. NAVY FLYERS LIVED 34 DAYS ON A RAFT

PEARL HARBOR, T. H., March 10 ().
A gripping story of battles with sharks and of suffering from hunger and thirst while stark naked and halfcrazed came today from three navy flyers who survived 34 days in stormy South seas on a raft smaller than an ordinary bed.
From the time their land plane was forced down on the Pacific until Gene Aldrich, 24 years old, a radio man of Sikeston, Mo., mouthed thru parched lips the startling words, "Chief, I see a field of corn," the three lived a story that would tax the imagination of a fiction writer.
The cornfield Aldrich thought he saw was a coconut grove.
"Chief"is Harold Dixon, 42, of La Mesa, Cal., aviation chief machinists mate and pilot of the plane belonging to a ship in an American naval force.
The third flyer is Anthony J. Pas- tula, 24, of Youngstown, O., aviation ordnance man.
Travel 1,000 Miles on Raft.
They traveled at least 1,000 miles on a rubber life raft to a tiny South sea isle and later were picked up by navy craft. They now are at Pearl Harbor and almost fully recovered.
The navy announced their rescue last month.
Dixon now is partially deaf. When an albatross alighted on the raft, Aldrich fired a pistol too near Dixon's ear. Dixon jumped into the sea to retrieve the bird and Its flesh helped keep the men alive.
It was on the night of Jan. 16 that Dixon decided to set his plane down -- ?tb sea while enough gas remained to keep the plane under control.
Men Unable to Save Rations.
The plane sank quicker than expect. ed and the men were unable to save the rations, water, or instruments. While floundering In the water they Inflated the rubber life raft, Its In. side dimensions only 28 Inches by 80 Inches. Into this precarious haven the three crowded for the perilous days ahead.
The raft was not equipped with oars and for some time the trio just drifted. Later Dixon's shoes were 'rigged so that they could be used as hand oars.
He told of shooting a big leopard shark which came so close he merely held the pistol against the shark s head. He related that still later he st ruck another shark with his bare fists.
Lose from 20 to 50 Pounds.
The men lost from 20 to 50 pounds each In the long ordeal.
They rigged a sea anchor from a life jacket, using it whenever winds were adverse. They used their under- clothing as sponges when it rained. After the cloth was saturated, they wrung it out to fill a small container with the precious water.
The sea was smooth during the first part of the trip. Later, when they finally sighted land, they were In the midst of a hurricane. Time and again they were tossed Into the ocean, only to climb back. The last few day s they did not have a stitch of clothing and were sunburned so badly it took weeks to heal.
Stabs Fisf with Knife.
Their total food hardly would make more than one good meal, but Dixon insisted coffee and cigarets were missed more than the food. On one day Aldrich stabbed a fish with his pocket knife and they chewed the raw flesh. They said it was like chewing rubber.
The albatross was next on the menu. They only ate a part of It. On the seventh day Aldrich stabbed a four foot shark.
"We ripped the shark open with pliers," Dixon said. "We ,had read about vitamins in shark liver so we ate that first. We also ate two sar- dines found in the shark s stomach. And the next day we began on the shark itself.
Pick Up a Coconut.
On the 21st day we picked up a coconut.
"On the 28th day I dived for an albatross that came close to the raft but took a belly-buster and missed.
"Things looked pretty bad the 33d day. We found ourselves periodically in a daze.
"On the morning of the 34th day Henry [Aldrich's nickname] said he saw corn. It didn't take long to de- cide It was an Island.
"We tried to paddle all day and finally staggered ashore at dusk to an unoccupied shack. The next morn- Ing, island natives on beach patrol saw us, gave us kernels of coconuts and sent for help. They carried us to the governor s house:'

lunedì 27 luglio 2015

Categoria: piante medicinali. Marrubio Vulgare

Categoria: piante medicinali, fitoterapia



Marrubio Vulgare


Il Marrubium vulgare L. è una pianta erbacea perenne, appartenente alla famiglia delle Lamiaceae, alta circa 70 centimetri. La specie è diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo, inclusa la costa settentrionale dell'Africa, e in Asia minore. È molto comune nei luoghi ombrosi e umidi, emana un caratteristico odore sgradevole.
Il nome di questa pianta deriva dall'ebraico Mar (amaro) e Rob (succo). Il Marrubio è conosciuto e apprezzato fin dall'antichità: già gli antichi Egizi lo impiegavano contro le patologie delle vie respiratorie.

La droga è costituita dalle sommità fiorite, raccolte in estate, che contengono alcune sostanze amare (la principale è la marrubiina: dal punto di vista chimico è un lattone diterpenico con nucleo furanico), alcoli di terpenici (marrubiolo e marrubenolo), alcaloidi anfoteri, mucillagini e tannini, oltre a sali di ferro e di potassio e acido ascorbico. Sono presenti anche olio essenziale in tracce, saponine e flavoni.
La marrubiina è un composto che si forma durante il processo di estrazione.
Gli impieghi tradizionali del Marrubio riguardano l'attività eupeptica, coleretica ed amaro-tonica in caso di inappetenza e nelle difficoltà dispeptiche. Da evitare assolutamente l'impiego durante la gravidanza, l'allattamento e in età pediatrica, perché il Marrubio ha un effetto fortemente purgante dovuto a un meccanismo non identificato.
Gli studi scientifici su questa pianta non sono sufficienti; la medicina popolare impiega la droga, anche sotto forma di sciroppo con miele (probabilmente per correggere il sapore amaro), contro le tossi secche e contro gli spasmi bronchiali, grazie all'azione espettorante delle saponine e a quella spasmolitica dovuta, probabilmente ai lattoni ed agli alcaloidi.
Per uso esterno l’infuso di questa pianta è stata usata per lavare, a scopo disinfettante, ferite e piaghe.
Frequentemente il Marrubio bianco è sofisticato/confuso con altre specie: Marrubium candidissimum, Ballotta nigra ed il Lycopus europeus (chiamato volgarmente Marrubio d'acqua).

domenica 26 luglio 2015

categoria: alimentazione

Vino e succo d'uva rallentano l'ossidazione del colesterolo e lo sviluppo delle vascolopatie

uno studio condotto su 14 persone affette da patologie cardiache, effettuato dai ricercatori della della Wisconsin University, ha dimostrato che il succo d'uva nera rallenta lo sviluppo delle patologie coronariche.
Una precedente ricerca aveva già indicato che il consumo costante di succo d'uva riduce l'attività di adesione piastrinica e la nuova indagine ha mostrato che la bevanda assunta per due settimane rallenta l'ossidazione del colesterolo Ldl, una reazione fondamentale nello sviluppo delle patologie delie arterie. Il merito di questa attività antiossidante sarebbe, secondo gli autori della ricerca, dei flavonoidi, i pigmenti presenti appunto nel succo d'uva e anche nel vino rosso.
Il colesterolo Ldl, quando è a livelli elevati, è pericoloso per le pareti delle arterie e, se viene ossidato dai radicali liberi del sangue, può diventare molto più pericoloso.
Due settimane di «cura» sono in grado di migliorare l'elasticità delle pareti dei vasi, tipicamente disfunzionali nei pazienti con patologie coronariche.
Ma perché l'uva nera, e non invece quella bianca, è stata oggetto di ricerca, e perché il succo d'uva e non l'uva stessa? L'uva nera e il vino rosso conterrebbero una quantità di flavonoidi sette-otto volte più elevata di quella presente nell'uva bianca e nel vino bianco.

Circa un terzo di questi pigmenti si troverebbe nei semi. Per questa ragione l'uva da tavola, sempre più spesso priva di semi, non produce lo stesso salutare effetto del succo d'uva, che si ottiene invece da acini completi.

categoria: alimentazione

Pesce per menti giovani
una ricerca statunitense apparsa su Archives of neurology, che ha interessato quasi quattromila ultrasessantacinquenni di Chicago, sottoposti per ben tre volte allo stesso test cognitivo nell'arco di sei anni, ha dimostrato che mangiare pesce aiuta a mantenere la mente lucida e a non risentire, a livello mentale, degli effetti dell'invecchiamento.

I volontari che hanno mangiato pesce almeno una volta la settimana hanno mostrato un declino nelle capacità mentali più basso del 10% rispetto alla media, mentre coloro che hanno assunto pesce due volte a settimana hanno evidenziato un declino più basso del 13%.

categoria: igiene

Mani pulite, stop alle infezioni

Una campagna dell'Organizzazione mondiale della sanità rivolta a medici, infermieri e operatori sanitari punta sulla più semplice delle raccomandazioni per tentare di arginare i contagi nelle corsie: lavarsi le mani. Le infezioni ospedaliere costituiscono, infatti, un importante fattore di sanità pubblica che coinvolge dal 5 al 10% dei pazienti ricoverati nelle ricche nazioni occidentali ed il 25% dei pazienti ospedalizzati nei Paesi in via di sviluppo.

"Un'assistenza più pulita è un'assistenza più sicura" scandisce lo slogan dell'OMS ricordando che lavarsi le mani resta la più efficace misura che possa essere integrata senza aumentare costi e lavoro.