lunedì 30 maggio 2016

La baionetta tuttofare

categoria: coltelli

La baionetta tuttofare

baionetta russa


baionetta Extrema Ratio e particolare che illustra la funzione taglia-fili

Alle nuove generazioni, ormai assuefatte alla bomba atomica, i missili intelligenti, i droni e i sistemi di guerra chimico-biologici, la baionetta può sembrare un oggetto anacronistico privo di qualsiasi valore bellico, un “pezzo da museo”, eppure questa lama resterà ancora per molto tempo a fianco del fante moderno, perchè tutti gli eserciti ritengono utile mantenere nella dotazione dei loro soldati un semplice e “primordiale” attrezzo quale la baionetta, ormai sempre più simile a un coltello.

Il testo seguente è un capitolo tratto dal libro “Baionette Italiane ,1814-1991” “Editoriale Olimpia di Cesare Calamandrei.

Baionetta Tuttofare
Al di là dell'immagine romantica e risorgimentale della baionetta tesa in avanti sui fucili dei fanti piumati, dei granatieri, al di là delle apoteosi, delle simbologie più o meno banali, nella realtà del semplice fante, umile e sconosciuto, la baionetta assunse ruoli totalmente diversi, contrapposti all'iconografia ufficiale. E ben ne ha riassunti gli aspetti il Generale Vittorio Luoni in una gustosa pagina del suo diario del periodo passato in Russia, tratta dalla sua opera «Un anno sul fronte russo», pubblicato a cura della Rivista Militare.

Per il fante, la baionetta era un attrezzo polivalente che sopperiva a numerose necessità al fronte: era insieme scure e apriscatole, picchetto da tenda e coltello per il pane o il formaggio, era cacciavite, era attaccapanni nel rifugio e vanghetta per scavarsi un precario riparo, o per saggiare il terreno in cerca di mine. Ed anche e non solo al cinema, rasoio. Ma nel tempo ebbe i ruoli più diversi: le vecchie baionette a manicotto, a lama triangolare, piantate in terra o in un rozzo tavolo o su una panca, servirono egregiamente da candeliere. Dopo la battaglia delle Piramidi, molti soldati dell'esercito napoleonico piegarono a gancio le loro baionette e, assicuratele con una legatura alla canna o a pertiche o canne di fiume, se ne servirono per recuperare dalle acque del Nilo i cadaveri galleggianti dei Mamelucchi che portavano sempre con sé le loro ricchezze.
Le immagini di tanti films e tante foto della seconda guerra mondiale ci hanno mostrato poi tanti fucili con baionetta piantati in terra con sul calcio un elmetto: segnalavano la presenza di un caduto.
Con la baionetta si arrostivano pezzi di carne su fuochi improvvisati, si tagliava alla meglio l'erba per i muli, o la si usava per schiodar coperchi delle cassette di munizioni o di razioni così come la si usava come presa a terra per un impianto radio o anche, sempre più raramente avvicinandosi a noi nel tempo, guarda caso, in cima al fucile come arma d'assalto.
Un insieme piuttosto insolito è costituito dalla baionetta inglese N 4 MK II e dal picozzino da campo britannico (forse distribuito anche alle nostre Forze Armate) e che, a quanto pare, non incontrò molto successo presso la truppa. Il manico del picozzino (smontabile) era munito inferiormente di una testa metallica che ricalcava dimensionalmente la forma e le caratteristiche della volata del fucile inglese MK IV sulla quale si poteva inastare la caratteristica baionetta a chiodo. L'uso non era, in questo caso, come si può pensare per combattimento bensì come una sonda per rintracciare le mine.




la baionetta: apriscatole e posata

Nessun commento:

Posta un commento