domenica 14 settembre 2014

Farmaci: farmacocinetica e farmacodinamica (seconda parte)

farmacocinetica: vie di assorbimento naturali

Via orale

La via orale è la principale per la somministrazione di medicinali. I possibili svantaggi di questa via sono:
·       i tempi d’assorbimento del farmaco sono simili a quelli degli alimenti (da mezz’ora a due ore), non adatti per interventi d’emergenza
·       l’acidità gastrica distrugge i farmaci di natura proteica (non è possibile dare insulina per via orale)
·       la presenza di cibo può inibire l’assorbimento dei farmaci (antibiotici legati dal calcio)
·       le vene che circondano questo distretto fluiscono nel fegato, dove avviene un’immediata metabolizzazione dei farmaci
La velocità di assorbimento dipende da vari fattori:
o    la forma farmaceutica (polvere, compressa, capsula, sciroppo) determina tempi diversi di disgregazione/dissoluzione
o    lo stato funzionale del tratto gastroenterico (diversa acidità e superficie utile di stomaco e intestino; tempo di transito; flusso ematico mesenterico; patologia del tratto gastroenterico)
o    caratteristiche del farmaco (liposolubilità in relazione all’acidità esistente; interazione con il cibo[1]; metabolismo da parte della flora intestinale; metabolismo da parte della parete intestinale).
La diffusione passiva attraverso la membrana, il più importante meccanismo d’assorbimento per i farmaci, non richiede energia ed è proporzionale al gradiente di concentrazione ed al coefficiente di ripartizione lipidi/acqua del farmaco.
Il trasporto attivo riguarda solo i farmaci che hanno analogie con aminoacidi e zuccheri. Questo meccanismo richiede energia ed agisce anche contro il gradiente di concentrazione.

Via sublinguale

Questa via è scelta quando occorre evitare la rapida inattivazione del medicinale da parte del fegato (nitroglicerina; coronarodilatatore usato nell’angina). Il flusso di sangue venoso ricco di farmaco arriva direttamente nella vena cava superiore ed i suoi effetti si osservano già dopo minuti.

Vie aeree

Questa via permette di ottenere un’azione diretta e limitata al solo albero bronchiale (antiasmatici, antinfiammatori, antibiotici e fluidificanti del muco), riducendo assorbimento generale ed effetti collaterali extra-polmonari. Irritazioni della mucosa bronchiale e difficoltà di regolare la dose sono gli inconvenienti legati a questa via di somministrazione.

Via topica (mucose e cute)

La cute è deputata alla protezione dell’organismo e all’eliminazione delle scorie, non all’assorbimento di sostanze. Cellule morte e cheratinizzate formano gli strati più esterni della cute, perciò non si possono sfruttare i loro processi vitali per favorire l’assorbimento. Le vie d’accesso sono zone in cui non c’è questo strato difensivo: bulbi piliferi e ghiandole a secrezione esterna. Tali zone rappresentano una modesta percentuale della superficie totale del corpo[2].
L’assorbimento (indesiderato) e gli effetti sistemici diventano possibili in presenza di pelle infiammata (per l’incremento del flusso ematico che essa comporta), ammalata o lesa.
Le mucose interessate sono quelle congiuntivali[3], nasali, orali, vaginali, retto-sigmoidee e uretro-vescicali. I farmaci sono applicati di solito per ottenere effetti locali; gli effetti generali si ottengono solo con farmaci liposolubili (alcaloidi, steroidi e vitamine liposolubili) mediante la tecnica “occlusiva”[4]o l’utilizzo di sistemi terapeutici transcutanei:
-        cerotti alla trinitroglicerina per prevenire gli attacchi di angina;
-        cerotti contenenti ormoni sessuali;
-        cerotti per il controllo dell’ipertensione.

Via rettale

Questa via si sceglie quando:
-        si vuole evitare l’irritazione gastrica diretta
-        quando la via orale è preclusa da vomito
-        quando si cerca un assorbimento lento[5] ed un effetto prolungato
La via rettale permette inoltre di evitare almeno parzialmente il passaggio del farmaco attraverso il fegato[6].
Anestetici locali, eparina e cortisonici sono usati in unguenti e supposte per alleviare il dolore delle emorroidi.



[1] L’effetto del cibo sulla biodisponibilità di un farmaco è un fenomeno complesso, valutato caso per caso.
[2] Per facilitare il passaggio dei farmaci spesso si associano delle sostanze cheratolitiche, acido salicilico e derivati, che distruggono lo strato cheratolitico.
[3] La mucosa congiuntivale è a stretto contatto con la delicatissima struttura nervosa dell’occhio, quindi non conviene usare questa via per ottenere effetti generali, quando esistono altre vie più sicure.
[4] Una garza copre la zona spalmata di farmaco e sui bordi si applicano dei nastri adesivi. Si crea una camera chiusa e l’umidità che si accumula, macera l’epidermide e favorisce la penetrazione del farmaco.
[5] La superficie di assorbimento è limitata e quindi l’assorbimento è più lento rispetto alla via orale.
[6] Il plesso emorroidario superiore è tributario del sistema portale (fegato) mentre i plessi medio ed inferiore della vena cava.

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